Sfere di fiamma

Sfere di fiamma
Titolo originaleGoldfish Bowl
AutoreRobert A. Heinlein
1ª ed. originale1942
1ª ed. italiana1966
Genereracconto
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
PersonaggiJacobson "Doc." Graves, Bill Eisenberg

Sfere di fiamma (Goldfish Bowl[1]) è un racconto lungo di fantascienza del 1942 scritto da Robert A. Heinlein.

Storia editoriale

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Scritto nell'agosto 1941, dopo una revisione richiesta da John W. Campbell[2] è stato pubblicato per la prima volta nel numero del marzo 1942 della rivista Astounding Science-Fiction[3], sotto lo pseudonimo di Anson MacDonald; in seguito è stato incluso nell'antologia personale The Menace From Earth del 1959[4].

La traduzione in italiano di Ugo Fossati è stata pubblicata nel 1966 nel volume n. 12 della collana Gamma, pure intitolato Sfere di fiamma, poi raccolto insieme ai n. 13 e 14 nel volume n. 2 della collana Il libro di Gamma, intitolato Odissea nello spazio[5].

Nel Pacifico vicino alle Hawaii, appaiono due trombe marine, simili ad altissime colonne d'acqua incappucciate da una nuvola.

Due scienziati: Bill Eisenberg e il più anziano Jacobson "Doc." Graves, a bordo di una nave della marina, indagano per capire se si tratta di un fenomeno naturale o, come Graves ritiene, opera di esseri intelligenti: quest'ipotesi è basata su altri strani fenomeni che si sono verificati di recente, in particolare la comparse delle "sfere di fuoco di LaGrange", fulmini globulari che si muovono in maniera apparentemente intelligente e sembrano essere responsabili della sparizione o della morte di varie persone.

Mentre sono a bordo della nave, approfondiscono le loro conoscenze sulle colonne: una spara acqua in alto nel cielo, dove entra in una formazione simile a una nube che non può essere penetrata e studiata da aerei o razzi perché i loro motori si spengono quando cercano di entrarvi. Con un esperimento confermano che l'altra colonna è collegata alla prima e restituisce l'acqua al mare.

Mentre Eisenberg, sul ponte, si prepara per salire la colonna d'acqua in una batisfera, appare una sfera di fuoco, essa lo avvolge e lui scompare. Graves, sempre convinto che ci sia un'intelligenza dietro a questi fenomeni, decide di prendere il posto del suo collega nella batisfera e andare su per la colonna d'acqua nella speranza di ritrovare Eisenberg e/o ulteriori informazioni.

Eisemberg si ritrova imprigionato in un ambiente del tutto informe dove vengono forniti esclusivamente cibo disgustoso e acqua sotto forma di sfere cristalline che è possibile maneggiare e bere rompendole; le scorte vengono reintegrate quando e solo se egli si addormenta, mentre i rifiuti corporei scompaiono inesplicabilmente.

Le sfere d'acqua e la prigione richiamano la boccia dei pesci rossi del titolo in lingua originale.

Dopo qualche tempo i due sono messi insieme. Essi si convincono di essere nelle mani di intelligenze superiori, forse aliene o forse una forma di vita terrestre più evoluta; dalla completa mancanza di comunicazione o contatti, deducono che non sono oggetto di studio ma sono semplicemente tenuti come animali domestici, come i pesci rossi che Eisenberg aveva portato con sé sulla nave; potrebbero addirittura essere stati messi insieme nella speranza che si riproducano, il che suggerisce che i loro rapitori non sanno nulla della biologia umana.

Quando Graves muore e il suo corpo viene rimosso, Eisenberg decide che solo morendo potrà uscire da quella prigione. Credendo che sia assolutamente necessario mettere in guardia l'umanità, si gratta metodicamente un messaggio sull'unico mezzo a sua disposizione, la sua stessa pelle. Il messaggio è "Attenzione - la creazione fu compiuta in otto giorni": una frase pronunciata da Graves per dire che l'uomo non è l'ultimo stadio dell'evoluzione ma che esistono intelligenze atmosferiche superiori a noi quanto noi lo siamo ai pesci. Il suo corpo infine è recuperato dall'oceano, ma il messaggio non è compreso.

Secondo Alexei Panshin è il tipo di storia che si scrive senza pensare, roba leggibile, ma niente di più[3].

  1. ^ Boccia del pesce rosso
  2. ^ Gifford 2000, p. 259.
  3. ^ a b Panshin.
  4. ^ Gifford 2004.
  5. ^ Catalogo Vegetti.
  • Robert A. Heinlein, Sfere di fiamma, in Sfere di fiamma (antologia), collana Gamma, traduzione di Ugo Fossati, anno secondo, n. 12, Milano, Edizioni dello Scorpione, novembre 1966, pp. 6-51.

Fonti critiche

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Collegamenti esterni

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  • Bibliografia, su Robert A. Heinlein, L'uomo che vendette la Luna (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016).
  • (EN) James Gifford, The Published RAH, su site: RAH, nitrosyncretic.com, 2004. URL consultato il 27 dicembre 2015.