Statua di Caterina Campodonico

Statua di Caterina Campodonico
AutoreLorenzo Orengo
Data1881
Materialemarmo
UbicazioneCimitero di Staglieno, Genova
Coordinate44°25′46.46″N 8°56′58.34″E

La statua di Caterina Campodonico è un monumento funebre che si trova a Genova, nel cimitero monumentale di Staglieno.

Capolavoro del realismo borghese,[1] è uno dei più simbolici del cimitero genovese. Opera dello scultore Lorenzo Orengo, la statua, riconosciuta come la realizzazione più nota dell'artista,[2] raffigura Caterina Campodonico (nota anche come Cattainin dae reste), la committente dell'opera.

Storia e descrizione

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Caterina Campodonico (1804–1882), nacque in una famiglia povera del quartiere di Portoria, nel 1804. Si era separata pochi anni dopo il matrimonio, vedendosi costretta a versare una ingente somma al marito per abbandono del tetto coniugale.[3] Dopo una vita passata come venditrice ambulante di collane (reste) di nocciole e di canestrelli nei mercati di Genova e dintorni, nel 1880, ammalatasi e notato come i familiari pensassero solamente a spartirsi la futura eredità, decise di spendere i guadagni accumulati in un monumento funebre che commissionò a Lorenzo Orengo[4].

L'opera venne posizionata nel porticato inferiore del cimitero monumentale di Staglieno vicino a monumenti di famiglie borghesi. L'iscrizione funebre in lingua genovese è opera del poeta dialettale Giambattista Vigo (1844–1891).[5]

Quella che segue è l'epigrafe istoriata nel basamento marmoreo. Secondo l'interpretazione comune, basandosi anche dal tozzo di pane che Caterina Campodonico tiene in mano nella statua, con "canestrelli" si intendono "ciambelle" di pane dolce (o i canestrelli di Brugnato), più che gli omonimi dolcetti di pastafrolla.[5][6][7]

(LIJ)

«A sôn de vende reste e canestrelli
all’Aeguasanta, a-o Garbo, a San Ceprian
con vento e sô, con ægua zù a tinelli,
A-a maè vecciaia pe asseguaghe un pan.
Fra i pochi sodi, m’ammuggiava quelli
pe tramandame a-o tempo ciù lontan
mentre son viva, e son vea portolianna
Cattainin Campodonico (a paisanna)
In questa màe memoia, se ve piaxe
voiatre che passae pregheme paxe»

(IT)

«Vendendo collane e ciambelle
all'Acquasanta, al Garbo a San Cipriano
con vento e sole e con acqua a catinelle
per assicurarmi un pane nella vecchiaia.
Fra i pochi soldi, mettevo via quelli
per tramandarmi nel tempo più remoto
mentre son viva, e son vera portoriana
Caterina Campodonico (la paesana)
In questa mia memoria, se vi piace
voi che passate pregatemi la pace»

  1. ^ The Campodonico memorial, su staglieno.com.
  2. ^ Francesco Franco, Orengo, Lorenzo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Caterina Campodonico, la venditrice di nocciole divenuta immortale in una statua a Staglieno. E che porta fortuna, su liguriaedintorni.it. URL consultato il 18 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2018).
  4. ^ (FR) Les métamorphoses de la femme ou l’imaginaire de Staglieno, su journals.openedition.org. URL consultato il 18 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2018).
  5. ^ a b c Campodonico, su Cimitero Monumentale di Staglieno.
  6. ^ I canestrelli, su lamialiguria.it.
  7. ^ Claudio Pittaluga, Antichi mestieri. Venditrice di nisseue, su Comune di Genova, 21 aprile 2020.

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