Stelio Teselli

Stelio Teselli
NascitaVerona, 20 gennaio 1914
MorteCuscuma, 19 gennaio 1939
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
Repartocompagnia arditi, battaglione "Laredo"
GradoSottotenente di complemento
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Stelio Teselli (Verona, 20 gennaio 1914Coscuma, 19 gennaio 1939) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Nacque a Verona il 20 gennaio 1914, figlio di Alfredo e Elisa Lecchio.[2] Studente universitario presso la facoltà di filosofia dell'università di Padova,[3] nel 1936 fu arruolato nel Regio Esercito venne ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali presso il 6º Reggimento fanteria "Aosta".[1] Nominato aspirante nel 79º Reggimento fanteria "Roma" alla fine dello stesso anno, e sottotenente dal 1º aprile 1937, nel febbraio dell'anno successivo fu trattenuto in servizio attivo a domanda e quattro mesi dopo, partì volontario per combattere nella guerra di Spagna.[1] Sbarcato a Siviglia il 1º luglio 1938, venne assegnato alla compagnia arditi del battaglione "Laredo", inquadrato nella Divisione "Frecce Nere" del Corpo Truppe Volontarie. Decorato con una medaglia d'argento al valor militare a Juneda, il 4 gennaio 1939, rimase gravemente ferito il 17 gennaio 1939 a Quota 821 di Coscuma (Igualada) e decedette due giorni dopo nella Sezione di sanità.[1] Con Regio Decreto del 6 giugno 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] L'università di Padova gli conferì alla memoria la laurea ad honorem in lettere e filosofia.[3] Una via di Verona e una di Padova portano il suo nome.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone arditi si distingueva per coraggio e sprezzo del pericolo. Ricevuto ordine di procedere con il plotone all’occupazione di importante posizione, con baldanzoso impeto e travolgente entusiasmo raggiungeva l’obiettivo snidando con lancio di bombe a mano i nuclei nemici che opponevano accanita resistenza. Si lanciava quindi all’inseguimento delle preponderanti forze sbaragliate occupando altra posizione sulla quale, incurante del violento fuoco di reazione nemica, si sistemava a difesa incitando i suoi uomini con l’esempio e la parola. Durante un contrattacco faceva baluardo con pochi arditi alle soverchianti forze nemiche, resistendo fino all’arrivo dei rincalzi. Ferito gravemente, rimaneva sul posto, sempre incitando i suoi dipendenti sino a quando per l’emorragia subita, perdeva la conoscenza. Trasportato all’ospedale, dopo aver rivolto il pensiero al Duce, dichiarandosi fiero di immolare la sua giovinezza per il trionfo della causa fascista, si spegneva serenamente cantando sommessamente gli inni della Patria. Quota 821 di Coscuma, 17 gennaio 1939 .[4]»
— Regio Decreto del 6 giugno 1940.[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone, guidava i suoi uomini all'assalto di forte posizione nemica trascinandoli con la voce e con l'esempio. Caduto ferito un porta arma, impugnava egli stesso il fucile mitragliatore fulminando da presso il tenace avversario. Giunto tra i primi sulla trincea nemica, fugava i superstiti e li inseguiva a colpi di bombe a mano catturando numerosi prigionieri e due armi automatiche. Magnifico esempio di ardire e di grande fede, suggellate pochi giorni dopo col sacrificio della vita. Zona di Casteldana, 4 gennaio 1939


  • Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
  • Giacomo Graziuso, Gioventù e Università italiana tra fascismo e Resistenza: l’attribuzione delle lauree Honoris Causa nell’Archivio del Novecento dell’Università di Padova [1926 – 1956], Padova, Università di Padova, 2014.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 360.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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