Terremoto della Kamčatka del 1952
Terremoto della Kamčatka del 1952 | |
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Data | 4 novembre 1952 |
Ora | 16:58 (UTC+0) |
Magnitudo momento | 9,0 |
Profondità | 21,6 km |
Epicentro | Kamčatka 52°18′N 161°00′E |
Stati colpiti | Unione Sovietica Hawaii |
Intensità Mercalli | IX |
Maremoto | sì |
Vittime | 10 000 (stimate) |
Posizione dell'epicentro | |
Il terremoto della Kamčatka del 1952 fu un evento sismico di magnitudo 9,0 che colpì la penisola della Kamčatka, le isole Curili e l'oblast' di Sachalin, facenti parte dell'allora Unione Sovietica, il 4 novembre 1952 alle 16:58 UTC+0 (localmente erano le 04:58 del 5 novembre)[1]. Il sisma innescò un maremoto con onde alte fino a 23 m, che provocarono notevoli danni e la distruzione di centri abitati, tra i quali Severo-Kuril'sk, in varie aree dell'estremo oriente russo[2]. Il sisma è noto anche come terremoto di Severo-Kuril'sk, dal nome della città che subì i maggiori danni. Il numero dei morti è incerto ed è stato stimato essere 10 000, quasi tutti causati dal maremoto[1].
Il sisma e il maremoto
[modifica | modifica wikitesto]La costa sudorientale della Kamčatka e le isole Curili si trovano lungo la fossa delle Curili, che si estende per circa 2100 km dall'isola giapponese di Hokkaidō fino all'intersezione con la fossa delle Aleutine[3]. La fossa delle Curili è nata dalla subduzione della placca pacifica sotto quella di Ochotsk, a sua volta connessa alle placche euroasiatica e nordamericana; l'interazione tra queste placche ha reso la regione una delle più sismicamente attive al mondo[3].
Il sisma, che si verificò il 4 novembre 1952 alle 16:58 UTC+0 (localmente erano le 04:58 del 5 novembre 1952), venne causato da una rottura lungo circa 700 km della faglia tra le due placche tra l'isola di Onekotan e capo Šipunskij[4]. La larghezza della rottura della faglia è stata stimata 150-200 km[4]. L'epicentro del terremoto è stato localizzato al largo della costa sudorientale della Kamčatka, circa 140 km da capo Šipunskij e circa 200 km da Petropavlovsk-Kamčatskij[1], mentre l'ipocentro è stato localizzato a una profondità di circa 21,6 km[5]. La magnitudo momento era stata inizialmente stimata pari a 8,2 per poi essere ricalcolata e valutata pari a 9,0[6]. Nei due anni antecedenti al sisma erano state registrati diversi eventi sismici sia attorno alla zona dell'epicentro sia nell'area meridionale della zona di rottura[4]. Le scosse di assestamento che occorsero nel mese successivo al sisma consentirono di identificare l'area settentrionale della zona di rottura[4].
Vista la distanza dell'epicentro dalla costa e la profondità dell'ipocentro, il sisma non causò danni significativi, che, invece, vennero causati dal successivo maremoto[1]. Infatti, il sisma provocò onde di maremoto alte fino a 23 m, osservate sull'isola di Šumšu, nell'arcipelago delle Curili[2]. Onde alte tra i 5 e i 10 metri colpirono circa 700 km di costa tra la Kamčatka e le isole Curili; in queste regioni, sfruttando la morfologia delle rive e i rilievi dei fondali, crebbero in altezza e devastarono i centri abitati e le infrastrutture, causando anche frane[2]. La cittadina di Severo-Kuril'sk venne distrutta da tre successive ondate, con onde alte tra i 10 e i 18 metri; dei circa 6 000 abitanti che ci vivevano, ne morirono 2 336, secondo le fonti ufficiali[7], mentre altre fonti stimano circa 4 000 morti[2]. A Severo-Kuril'sk era presente anche una base navale della marina militare sovietica, che venne anch'essa distrutta; probabilmente anche per questa ragione le notizie del terremoto e successivo maremoto vennero taciute e non diffuse dai giornalisti, forse su ordine diretto di Stalin[2][8]. Per questo motivo si è parlato anche di "tsunami del silenzio"[8].
Le onde di maremoto viaggiarono per tutto l'oceano Pacifico, raggiungendo anche le coste della Nuova Zelanda, delle isole oceaniane e dell'America meridionale. In Giappone le onde raggiunsero i 3 m d'altezza, senza causare danni di rilievo. L'arcipelago delle Hawaii, invece, venne particolarmente colpito da onde che, localmente, superarono anche i 5 m d'altezza[2]. Alle Hawaii non si registrarono morti, ma i danni agli edifici e alle infrastrutture costiere ammontarono a 800 000-1 000 000 dollari[6].
A seguito della distruzione causata dal maremoto, venne istituito in Unione Sovietica un servizio di allerta tsunami[9]. Severo-Kuril'sk venne ricostruita in una zona più elevata, mentre altri villaggi non vennero più ricostruiti[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Earthquake Event Information, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ a b c d e f (EN) Tsunami Event Information, su ngdc.noaa.gov. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ a b (EN) Seismicity of the Earth 1900—2007, Kuril-Kamchatka Arc and Vicinity, su pubs.usgs.gov. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ a b c d Breanyn T. MacInnes, Robert Weiss, Joanne Bourgeois e Tatiana K. Pinegina, Slip Distribution of the 1952 Kamchatka Great Earthquake Based on Near-Field Tsunami Deposits and Historical Records, in Bulletin of the Seismological Society of America, vol. 104, n. 4, 1º agosto 2010, pp. 1695-1709, DOI:10.1785/0120090376. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ (EN) M 9.0 - 89 km ESE of Petropavlovsk-Kamchatsky, Russia, su earthquake.usgs.gov. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ a b (EN) M 9.0 - 89 km ESE of Petropavlovsk-Kamchatsky, Russia - Impact Summary, su earthquake.usgs.gov. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ a b Lo Tsunami segreto, su rai.tv, 15 gennaio 2012. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ a b Kamchatka 1952: lo "tsunami del silenzio" non è più un mistero, su meteoweb.eu, 12 agosto 2013. URL consultato il 21 ottobre 2022.
- ^ (RU) Служба предупреждения о цунами, su rtws.ru. URL consultato il 21 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2020).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- J.M. Johnson e K. Satake, Asperity Distribution of the 1952 Great Kamchatka Earthquake and its Relation to Future Earthquake Potential in Kamchatka, in Pure and Applied Geophysics, vol. 154, maggio 1999, pp. 541–553, DOI:10.1007/s000240050243.
- T.K. Pinegina e J. Bourgeois, Historical and paleo-tsunami deposits on Kamchatka, Russia: long-term chronologies and long-distance correlations, in Natural Hazards and Earth System Sciences, vol. 1, n. 4, 31 dicembre 2001, pp. 177-185, DOI:10.5194/nhess-1-177-2001.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Lista di pubblicazioni, su isc-mirror.iris.washington.edu, International Seismological Centre.
- (EN) Dati dell'evento, su isc-mirror.iris.washington.edu, International Seismological Centre.