Pitiriasi versicolor
Pitiriasi versicolor | |
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Pitiriasi versicolor - estensione su tronco frontale | |
Specialità | infettivologia, dermatologia e parassitologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 111.0 |
ICD-10 | B36.0 |
MeSH | D014010 |
MedlinePlus | 001465 |
eMedicine | 1091575 |
La pitiriasi versicolor o tinea versicolor è un'infezione cutanea superficiale causata da alcuni funghi del genere Malassezia che normalmente vivono sulla cute umana.
Epidemiologia
[modifica | modifica wikitesto]La pitiriasi versicolor è una malattia molto comune e presente in tutto il mondo che colpisce persone in buona salute, in particolare le popolazioni che vivono in regioni tropicali o subtropicali. Ne sono particolarmente soggette donne sane nella prima maturità (20-29 anni) ed in generale i giovani adulti.[1] Per quanto riguarda le zone endemiche, essendo associata all'eccessivo calore[2] e alla sudorazione che esso comporta, è più diffusa nelle regioni a clima caldo. Alcuni studi epidemiologici hanno inoltre dimostrato la presenza di predisposizione familiare.[3] La pitiriasi versicolor colpisce leggermente più di frequente le donne.
Eziologia
[modifica | modifica wikitesto]I funghi patogeni responsabili sono quattro delle undici specie di Malassezia (furfur, sympodialis, globosa e obtusa),[4] funghi responsabili di molte patologie a livello dermatologico,[5] chiamate un tempo Pytirosporum orbiculare.
Le cause che portano all'infezione possono essere correlate alla gravidanza, a una malattia come il diabete, a uno stato di denutrizione cronica o di inefficiente igiene personale.
In realtà, in situazioni normali, l'igiene personale ha poco a che fare con la comparsa del fungo, anzi essendo la sua proliferazione aumentata da ambienti umidi e caldi, docce calde possono creare un ambiente adatto allo sviluppo del fungo.
Clinica
[modifica | modifica wikitesto]La pitiriasi versicolor è caratterizzata da alterazioni della pigmentazione cutanea, con macchie irregolari, ben demarcate e piane di colore marrone chiaro se su pelle chiara o chiaro rispetto alla cute sana circostante se di pelle scura poiché il lievito interferisce con la produzione di melanina.[6]. Le parti più colpite sono il torace, le braccia, il viso, il collo e le spalle ma le macchie si possono riscontrare in qualsiasi parte del corpo. Normalmente si tratta di una micosi asintomatica, in certi casi è riscontrabile prurito. Non produce risposta immunitaria. Al microscopio ottico Malassezia furfur e Malassezia globosa appaiono sotto forma di lieviti riuniti in gruppi di cellule sferiche od ovali con un diametro variabile da 3 a 8 µm ed è di facile riscontro anche la presenza di piccole ife spesso allineate fra loro. Al microscopio elettronico ciascuna cellula del lievito ha forma ovale e possiede presso il punto di gemmazione, collocato ad uno dei due poli, un collaretto ben visibile.
Si distinguono quattro forme:
- pigmentata: chiazze ovalari di varia grandezza, di color caffè-latte, non pruriginose che possono desquamare al grattamento. Possono essere ben limitate o confluire. Si localizzano al tronco, al collo, alla radice degli arti. Alla luce di Wood danno una debole fluorescenza giallastra;
- leucodermica: chiazze più chiare della cute circostante, non desquamano e non danno prurito. Non sono fluorescenti in quanto disabitate. (Questa forma si osserva alla fine dell'estate e scompare spontaneamente in inverno);
- eritematosa: chiazze eritematose e pruriginose;
- atrofica: "a cartina di Sigaretta".
Diagnostica
[modifica | modifica wikitesto]Oltre all'esame obiettivo risulta determinante l'esame alla luce di Wood (meglio conosciuta come "Reazione di Wood") che visualizza il lievito sotto forma di una fluorescenza gialla. È possibile visualizzare il lievito con il microscopio ottico dopo il prelievo di squame dallo strato cheratinizzato dell'epidermide e la colorazione con PAS o ematossilina-eosina. La coltura, sebbene non sia un metodo comune di diagnosi, può essere effettuata su appositi terreni con aggiunta di olio d'oliva.
Trattamento
[modifica | modifica wikitesto]La pitiriasi versicolor è una malattia cronica e persistente e di norma non guarisce spontaneamente. Si usano farmaci ad uso topico come alcune forme di shampo con solfuro di selenio (al 2,5%) oppure solfuro-salicilico (al 2%). Altri principi attivi si utilizzano quando è di forma persistente:
- Fluconazolo (400 mg)[7]
- Ketoconazolo (200 mg)
- Itraconazolo, 100 mg, due volte al giorno per 5-7 giorni[8]
Inoltre, una maggiore cura della propria igiene allontana la possibilità di recidive. In alcuni soggetti il fungo si ripresenta con insistenza e sembra che non ci siano modalità per eliminare completamente il problema se non per periodi limitati.
Sono molto utili esposizioni a fumi termali di origine sulfurea dal momento che lo zolfo combatte il microrganismo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rao GS, Kuruvilla M, Kumar P, Vinod V., Clinico-epidermiological studies on tinea versicolor, in Indian J Dermatol Venereol Leprol., vol. 68, luglio - agosto 2002.
- ^ Aljabre SH., Sparing of the upper axillary area in pityriasis versicolor, in Rev Iberoam Micol., vol. 22, settembre 2005.
- ^ He SM, Du WD, Yang S, Zhou SM, Li W, Wang J, Xiao FL, Xu SX, Zhang XJ., The genetic epidemiology of tinea versicolor in China, in Mycoses., vol. 51, gennaio 2008.
- ^ (PT) Miranda KC, de Araujo CR, Soares AJ, de Aquino Lemos J, Souza LK, do Rosário Rodrigues Silva M, Identification of Malassezia species in patients with pityriasis versicolor in Goiânia-GO, in Rev Soc Bras Med Trop., vol. 39, novembre - dicembre 1973, pp. 582-583, PMID 17308710.
- ^ Hort W, Nilles M, Mayser P., Malassezia yeasts and their significance in dermatology, in Hautarzt., vol. 57, 2006, pp. 633-643.
- ^ Gupta AK, Batra R, Bluhm R, Faergemann J., Pityriasis versicolor, in Dermatol Clin., vol. 21, luglio 2003.
- ^ Pantazidou A, Tebruegge M., Recurrent tinea versicolor: treatment with itraconazole or fluconazole?, in Arch Dis Child., vol. 92, 2007.
- ^ Mohanty J, Sethi J, Sharma MK., Efficacy of itraconazole in the treatment of tinea versicolor, in Indian J Dermatol Venereol Leprol., vol. 67, settembre - ottobre 2001, pp. 240-241.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3917-3.
- Patrick R. Murray, Microbiologia medica, Roma, EMSI, 2008, ISBN 978-88-86669-56-6.
- Research Laboratories Merck, The Merck Manual quinta edizione, Milano, Springer-Verlag, 2008, ISBN 978-88-470-0707-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su pitiriasi versicolor
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su pitiriasi versicolor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francesca Mondello, Funghi patogeni per l'uomo: generalità e prospettive (PDF), su iss.it, Istituto superiore di sanità, 2008, p. 29. URL consultato il 13 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2012).