Triturus

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Triturus
Triturus helveticus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseAmphibia
SottoclasseLissamphibia
OrdineCaudata
FamigliaSalamandridae
SottofamigliaPleurodelinae
GenereTriturus
Rafinesque, 1815
Specie
Areale

Triturus 1815 è un genere di anfibi caudati della famiglia Salamandridae, comunemente noti come tritoni.

I tritoni hanno un corpo gracile e allungato, concluso da una lunga coda compressa lateralmente e provvista di lamina natatoria. La lingua è protrattile, i denti sono sia mascellari che vomero-palatini.

Possiede una spiccata capacità di rigenerazione degli arti e della coda.

Le uova vengono deposte singolarmente e fissate alle foglie delle piante acquatiche.

Le larve di tritone, e in genere di tutti gli urodeli, possiedono branchie ramificate che sporgono dai lati della testa, non coperte da opercolo come avviene invece nelle larve degli anuri.

Distribuzione e habitat

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Il genere è diffuso negli ambienti umidi di Europa e Asia occidentale.[1]

Da dove vengono

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I tritoni, vivendo negli stagni con acqua ferma e paludosa e nei corsi d'acqua a lento scorrimento, si nutrono di larve di zanzare e altri piccoli insetti che cadono nell'acqua. In inverno si rifugiano sotto le radici degli alberi, nei boschi.

A primavera i tritoni abbandonano la terra per occupare le acque stagnanti, in vista dell'accoppiamento. In questo periodo i maschi assumono il carattere sessuale secondario della cresta sulla coda, che talvolta si prolunga sul dorso, come nel caso del Triturus cristatus.

Il tritone è uno degli anfibi il cui genoma è di dimensione maggiore di quello dei mammiferi (e dell'uomo in particolare, superando di cinque volte il numero di coppie di basi azotate di DNA).[2]

Comprende le seguenti specie:[1]

Specie simili

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Sono conosciuti altresì col nome comune di tritone anche diversi altri anfibi urodeli appartenenti ai generi Ichthyosaura, Ommatotriton, Lissotriton :

Il tritone può essere allevato in acquario, preferibilmente in una vasca monospecifica in quanto non tutte le specie possono vivere pacificamente con altri animali, mentre vanno d'accordissimo con i loro conspecifici, tranne che nel periodo dell'accoppiamento.
Alcuni esemplari si possono abituare a vivere esclusivamente in acqua non compiendo la muta delle branchie. La soluzione migliore è tuttavia quella di allevarlo in un'acqua-terrario, in modo da rispettare la sua natura di anfibio.

In Italia il genere Triturus è considerato particolarmente protetto e la detenzione e l'allevamento sono sottoposti a stretto controllo o vietati, avendo l'Italia ratificata la Convenzione di Berna e i relativi allegati (Legge 503 del 05/08/1981 pubblicata su GURI n. 250 dell'11/09/1981[3]), nonché le successive modifiche (GURI n. 122 del 28/05/1998[4] e GURI n. 146 del 24/06/1999[5]).

In dettaglio sono richiamati:

  1. ^ a b (EN) Frost D.R. et al., Triturus Rafinesque, 1815, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato il 4 ottobre 2014.
  2. ^ Lilia Alberghina e Franca Tonini, Biologia - Fondamenti e nuove frontiere 1, p. 239.
  3. ^ *** PERMALINK ***, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 12 luglio 2015.
  4. ^ *** PERMALINK ***, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 12 luglio 2015.
  5. ^ *** PERMALINK ***, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 12 luglio 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 37850 · LCCN (ENsh85137940 · BNF (FRcb12248536x (data) · J9U (ENHE987007551114405171
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