Ulrico II di Carinzia
Ulrico II di Carinzia | |
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Sigillo di Ulrico II | |
Duca di Carinzia | |
In carica | 1181 – 10 agosto 1202 |
Predecessore | Ermanno di Carinzia |
Successore | Bernardo di Carinzia |
Nascita | 1176 circa |
Morte | 10 agosto 1202 |
Dinastia | Sponheim |
Padre | Ermanno di Carinzia |
Madre | Agnese di Babenberg |
Ulrico II di Carinzia (1176 circa – 10 agosto 1202) fu duca di Carinzia dal 1181 alla morte.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ulrico II era il figlio maggiore del duca Ermanno di Carinzia, che aveva sposato Agnese di Babenberg, figlia del duca Enrico Jasomirgott d'Austria[1] ed ex regina consorte dell'Ungheria. Faceva parte dunque della casa di Sponheim. Era ancora minorenne quando suo padre morì nel 1181 e inizialmente finì sotto la tutela di suo zio materno, il duca Leopoldo V d'Austria. Pertanto non poté opporsi quando i sovrani della dinastia Otakar della Stiria si estinsero e Leopoldo concluse il patto di Georgenberg del 1186 con Ottocaro IV per riservare il diritto di successione alla casa austriaca di Babenberg. Suo zio paterno era Pellegrino di Ortenburg-Spanheim, che governò come Patriarca di Aquileia dal 1195 al 1204.[2] Nel 1192 fece una donazione all'abbazia di San Paolo.
Ulrico II divenne maggiorenne e poté governare indipendentemente dal 1194 e, come suo padre, rimase fedele sostenitore della dinastia imperiale Hohenstaufen. Quando l'imperatore Enrico VI invocò la crociata tedesca nel 1195, il duca della Carinzia fu tra i molti nobili che si impegnarono ad impegnarsi nella crociata,[3] nonostante avesse appena raggiunto l'età adulta.[4] A partire dal marzo 1197 i nobili tedeschi con le loro truppe partirono dal sud dell'Italia e dalla Sicilia alla volta della Terra Santa. La flotta principale raggiunse Acri nel settembre 1197.[5] La crociata terminò con la caduta di Sidone e Beirut. Enrico VI morì di febbre a Messina nell'ottobre 1197. Quando la notizia raggiunse i crociati, molti dei nobili di rango più elevato tornarono in Germania per proteggere i loro interessi nelle imminenti elezioni imperiali.[6]
Ritornato in Germania, Ulrico partecipò alla elezione di Filippo di Svevia nel 1198, accettando che la sua firma apparisse nella dichiarazione dei principi di Spira dell'anno seguente. Tuttavia contrasse la lebbra poco dopo e divenne incapace di governare e da quel momento in poi il fratello minore Bernardo divenne reggente. È documentato che il duca fece un'altra donazione all'abbazia di San Giorgio il 31 marzo 1199. Secondo il necrologio dell'abbazia di Seckau, Ulrico morì il 12 agosto 1202. Gli succedette il fratello reggente Bernardo.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Enghelberto II, duca di Carinzia | Enghelberto I, margravio d'Istria | ||||||||||||
Edvige | |||||||||||||
Ulrico I, duca di Carinzia | |||||||||||||
Uta di Passavia | Ulrico, burgravio di Passavia | ||||||||||||
Adelaide di Lechsgemünd | |||||||||||||
Ermanno II, duca di Carinzia | |||||||||||||
Ermanno II, margravio di Baden | Ermanno I, margravio di Baden | ||||||||||||
Giuditta | |||||||||||||
Giuditta di Baden | |||||||||||||
Giuditta di Backnang-Sulichgau | Hesso II, signore di Backnang-Sulichgau | ||||||||||||
Giuditta | |||||||||||||
Ulrico II, duca di Carinzia | |||||||||||||
Leopoldo III di Babenberg, margravio d'Austria | Leopoldo II di Babenberg, margravio d'Austria | ||||||||||||
Ida di Formbach-Ratelnberg | |||||||||||||
Enrico II di Babenberg, duca d'Austria | |||||||||||||
Agnese di Waiblingen | Enrico IV, imperatore dei Romani | ||||||||||||
Berta di Savoia | |||||||||||||
Agnese di Babenberg | |||||||||||||
Andronico Comneno | Giovanni II Comneno, basileus dei Romei | ||||||||||||
Piroska d'Ungheria | |||||||||||||
Teodora Comnena | |||||||||||||
Irene | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cyrus, Cynthia J. (2013-06-13). Received Medievalisms: A Cognitive Geography of Viennese Women’s Convents. Palgrave Macmillan. ISBN 978-0-230-39359-2. Retrieved 2013-12-01, p. 262.
- ^ Bannato, U. (11 February 2008). "I Patriarchi Ghibellini di Aquileia". Retrieved 2013-11-30.
- ^ Loud, G.A. (2010). The Crusade of Frederick Barbarossa: The History of the Expedition of the Emperor Frederick and Related Texts. Ashgate Publishing, Ltd. ISBN 978-1-4094-0681-5. Retrieved 2013-12-01, pp. 132-133.
- ^ Hunyadi, Zsolt; Laszlovszky, József, eds. (January 2001). The Crusades and the Military Orders: Expanding the Frontiers of Medieval Latin Christianity. Central European University Press. ISBN 978-963-9241-42-8, p. 132.
- ^ Setton, Kenneth M.; Wolff, Robert Lee; Hazard, Harry W. (1969-12-15). The Later Crusades, 1189–1311. Univ of Wisconsin Press. ISBN 978-0-299-04844-0. Retrieved 2013-12-01, p. 120.
- ^ Norwich, John Julius (1997). A Short History of Byzantium. New York: Vintage Books. ISBN 0241953057, p. 298.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- U. Bannato, I Patriarchi Ghibellini di Aquileia, su lamoneta.it, 11 February 2008. URL consultato il 30 novembre 2013.
- Cynthia J. Cyrus, Received Medievalisms: A Cognitive Geography of Viennese Women’s Convents, Palgrave Macmillan, 13 giugno 2013, ISBN 978-0-230-39359-2.
- G.A. Loud, The Crusade of Frederick Barbarossa: The History of the Expedition of the Emperor Frederick and Related Texts, Ashgate Publishing, Ltd., 2010, ISBN 978-1-4094-0681-5.
- John Julius Norwich, A Short History of Byzantium, New York, Vintage Books, 1997, ISBN 0241953057.
- Hunyadi (a cura di), The Crusades and the Military Orders: Expanding the Frontiers of Medieval Latin Christianity, Central European University Press, January 2001, ISBN 978-963-9241-42-8.
- Kenneth M. Setton, Robert Lee Wolff e Harry W. Hazard, The Later Crusades, 1189–1311, Univ of Wisconsin Press, 15 dicembre 1969, ISBN 978-0-299-04844-0.
Altri progetti
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