Valle di Amplero
Valle di Amplero | |
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Le stele della necropoli del Cantone | |
Stato | Italia |
Regioni | Abruzzo |
Province | L'Aquila |
Località principali | Collelongo |
Altitudine | media: 830 m s.l.m. |
Cartografia | |
La Valle di Amplero è un'area geografica della Marsica, in Abruzzo, che si estende a nord est del territorio comunale di Collelongo (AQ). Non distante dal perimetro esterno del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, confina a nord con l'area montuosa inclusa tra i comuni di Ortucchio e Trasacco, che separa la piana del Fucino dalla Vallelonga, e a sud con il territorio comunale di Villavallelonga.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'area d'interesse archeologico oltre che naturalistico, dominata dal monte Annamunna (1 233 m s.l.m.), risulta popolata già in epoca italica. L'area archeologica, situata lungo un anello di circa nove chilometri e riconducibile in epoca preromana all'età del bronzo, venne popolata dai Marsi fino all'età tardo-repubblicana[1][2]. La dolina e l'area carsica di Amplero, insieme ad altre zone della Vallelonga, fu fortificata anche con il fine di segnare e difendere il confine dei Marsi con i Volsci, stanziati nella limitrofa valle del Liri e a Sora[3]. Il villaggio di San Castro di Amplero subì presumibilmente la distruzione nel corso della Prima guerra sannitica[4]. Ricostruito ed ampliato, fino a raggiungere circa 18 ettari nel corso del III secolo a.C., fu abbandonato in modo progressivo dopo la guerra sociale, tanto che quasi tutti i suoi abitanti si spostarono ad Arciprete, nei pressi della contemporanea Ortucchio o in altri nuclei sparsi della Vallelonga[5].
I reperti furono scoperti e segnalati per la prima volta nella metà dell'Ottocento. L'area fu indagata al termine del secolo, mentre a cominciare dal 1968 in località La Giostra (1 093 m s.l.m.) fu l'Università di Pisa, attraverso l'operato dei professori Paolo Enrico Arias, Cesare Letta ed altri archeologi[6], ad effettuare le prime operazioni di scavo seguite da ricerche e studi che nei decenni successivi permisero di far tornare alla luce l'architettura urbanistica dei centri fortificati, in particolare del vicus di La Giostra, del vicus e della necropoli di San Castro e della necropoli tardo-repubblicana della valle del Cantone[7][8][9].
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Complesso archeologico
[modifica | modifica wikitesto]- Vicus La Giostra
- Nucleo fortificato situato lungo un'altura a ridosso del monte Annamunna, oltre il rifugio Aranello (959 m s.l.m.). Di forma ovoidale si estende lungo un'opera muraria di circa 350 metri. Domina il pendio di San Castro e le piccole convalli del Cantone e di Tristeri. Il complesso templare, composto di due edifici, è affiancato da un deposito votivo e da una cisterna[7].
- Necropoli del Cantone
- Agglomerato di oltre cinquanta tombe a camera e lapidi situato sul colle opposto a La Giostra. Risale all'epoca tardo-repubblicana. Dalla tomba numero 14, l'unica dotata di dromos ricavato nella roccia, sono state ritrovate le oltre 700 parti che compongono il Letto di Amplero, datato tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. e ospitato nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti[7][10], mentre la copia riprodotta nel 1996 dai Fratelli Fubelli di Roma è esposta nel museo civico archeologico di palazzo Botticelli a Collelongo"[11][12].
- Vicus e necropoli presso San Castro
- Area archeologica di San Castro, toponimo corrotto di San Casto a cui era dedicata una chiesa (Sancti Casti), situata a sud della convalle del Cantone risalente all'epoca italico-romana. Tra i reperti tornati alla luce c'è la parte inferiore della scultura italica denominata "Le gambe del diavolo", anch'essa esposta al museo nazionale d'Abruzzo[13]. In località La Cava si trovano le tombe di diverso tipo come quelle a cappuccina riconducibili approssimativamente alla metà del II secolo d.C.[7] La necropoli è situata in località Pietraia-La Cava di San Castro a 929 m s.l.m.[14]
- Siti limitrofi
- Vicus di Fonte Jò risalente all'età del bronzo. Nelle località di Fonte di Sotto e Fonte Elia ci sono i resti di insediamenti umani risalenti all'età del bronzo e in parte all'epoca medievale e i ruderi della chiesa di Sant'Elia (Sancti Heliae). A Civita Rosa di Colle Colubrica, in località La Scodata, a Colle della Croce e a Colle Stazzo Pavone sono visibili le tracce dei centri fortificati, degli edifici di culto e delle necropoli degli ocres della Scodata e di Castelluccio-Torricelle, oltre alla fattoria italico-romana di Pozzo Maianone. La villa romana di epoca imperiale di Volubre è posta al confine con il territorio montano di Trasacco[8][9][15][16][17].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Servidio, Radmilli, Letta et al., 1977, pp. 100-105.
- ^ La necropoli di Amplero: le tombe degli antichi guerrieri Marsi, su marsicalive.it, Marsica Live, 3 giugno 2015. URL consultato il 3 febbraio 2017.
- ^ Leucio Palozzi, Prime fondazioni ecclesiali, su comune.villavallelonga.aq.it, Comune di Villavallelonga. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2016).
- ^ Campanelli, 2001, p. 234.
- ^ Grossi, 2002, pp. 21-23.
- ^ Eleonora Beradinetti, Collelongo, l'archeologo Letta avrà la cittadinanza onoraria, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro, 20 febbraio 2015. URL consultato il 3 febbraio 2017.
- ^ a b c d Angelo Ianni, Le nostre montagne raccontano: la valle di Amplero.., su ilfaro24.it. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ a b Campanelli, 2001, p. 141.
- ^ a b I misteri della Valle di Amplero, su montagneselvagge.com, Montagne Selvagge, 22 febbraio 2016. URL consultato il 3 febbraio 2017.
- ^ Letto in osso & Ade, su collelongo.com. URL consultato il 31 maggio 2018.
- ^ Grossi, 2002, p. 106.
- ^ Giuseppe Grossi, Il centro storico, su collelongo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 31 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2016).
- ^ Gambe del diavolo, su collelongo.com. URL consultato il 3 febbraio 2017.
- ^ Grossi, 2002, p. 147.
- ^ Grossi, 2002, pp. 145-154.
- ^ Amplero, su lavallelonga.it. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
- ^ Collelongo: Museo Archeologico, su conoscere.abruzzoturismo.it, Abruzzo Promozione Turismo. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Collelongo e la valle d'Amplero, Collelongo, Amministrazione comunale di Collelongo, 1997, SBN IT\ICCU\AQ1\0123979.
- Adele Campanelli et al., Il tesoro del lago: l'archeologia del Fucino e la Collezione Torlonia, Pescara, Carsa edizioni, 2001, SBN IT\ICCU\UMC\0099815.
- Antonio Castrataro, La valle d'Amplero: progetto sperimentale di bonifica idraulico-agraria e di ricomposizione fondiaria, Roma, Tipografia Reda, 1960, SBN IT\ICCU\SBL\0510676.
- Giuseppe Grossi, Marsica: guida storico-archeologica, Luco dei Marsi, Aleph, 2002, SBN IT\ICCU\RMS\1890083.
- Cesare Letta, Due letti funerari in osso dal centro italico-romano della Valle d'Amplero, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, 1984, SBN IT\ICCU\CFI\0079158.
- A.Servidio, A.M.Radmilli, C.Letta, G.Messineo, G.Mincione, L.Gatto, M.Vittorini, G.Astuti, Fucino cento anni: 1877-1977, L'Aquila, Roto-Litografia Abruzzo-Press, 1977, SBN IT\ICCU\IEI\0030150.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valle di Amplero
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Amplero, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 4 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
- Maurizio Paoletti, L'insediamento di Amplero, dall'età preromana al tardoantico: sintesi delle ricerche. URL consultato il 4 novembre 2020.
- Carlo Finocchietti, Marsica. La Valle di Amplero. URL consultato il 4 novembre 2020.
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