Vanity Fair (rivista britannica)
Vanity Fair | |
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Stato | Regno Unito |
Lingua | inglese |
Periodicità | settimanale |
Fondazione | 1868 |
Chiusura | 5 febbraio 1914 |
Vanity Fair è stata una rivista settimanale britannica pubblicata dal 1868 al 1914.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La rivista inglese Vanity Fair, recante il sottotitolo A Weekly Show of Political, Social and Literary Wares, venne fondata da Thomas Gibson Bowles, con l'intento di mettere alla berlina le vanità della società dell'Inghilterra vittoriana. Il primo numero fu messo in vendita a Londra il 7 novembre 1868. La rivista offriva ai suoi lettori articoli su moda, attualità, spettacoli, libri, eventi mondani e gossip dell'ultim'ora; inoltre presentava narrativa a puntate, giochi di parole e altre amenità.
Bowles scrisse sulla rivista sotto vari pseudonimi come, per es., "Jehu Junior" che richiamava il profeta biblico Jehu. La rivista accolse contributi di nomi celebri come Lewis Carroll, Willie Wilde, P.G. Wodehouse, Jessie Pope e Bertram Fletcher Robinson (redattore dal giugno 1904 a ottobre 1906).
L'ultimo numero di Vanity Fair apparve il 5 febbraio 1914.
Caricature
[modifica | modifica wikitesto]In molti numeri della rivista era presente una litografia a colori a tutta pagina con una caricatura di una celebrità o di un dignitario dell'epoca ed è proprio per queste caricature che oggi è più conosciuta Vanity Fair.
La gamma dei soggetti rappresentati era molto varia comprendendo: artisti, atleti, statisti, scienziati, autori, attori, militari e studiosi. Queste caricature venivano realizzate da un gruppo di artisti internazionali, compresi gli inglesi Max Beerbohm e Sir Leslie Ward (che firmava le sue opere con lo pseudonimo 'Spy'), gli italiani Carlo Pellegrini (noto come 'Singe' e 'Ape') e Liborio Prosperi ('Lib'), il francese James Tissot e l'americano Thomas Nast.
- Papa Pio IX, Vanity Fair (1º gennaio 1870)
- Il re Vittorio Emanuele III in una caricatura di Libero Prosperi, Vanity Fair del 1902
- Guglielmo Marconi, Vanity Fair (16 marzo 1905)
- Giuseppe Garibaldi, Vanity Fair (15 giugno 1878)
- Caricatura di Charles Darwin per Vanity Fair (30 settembre 1871)
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paul R. Spring, The World of Vanity Fair by Bertram Fletcher Robinson, MX Publishing, London, 2009 ISBN 1-904312-53-5
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vanity Fair
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Una lista di tutte le edizioni stampate di Vanity Fair inglese, su vanity-fair-prints-company.com. URL consultato il 26 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2018).
- (EN) Philadelphia Print Shop, su philaprintshop.com. URL consultato il 14 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2021).
- (EN) National Portrait Gallery, su npg.org.uk. URL consultato il 9 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2008).
- (EN) Artfact, su artfact.com (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2008).