Verucchio

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Verucchio
comune
Verucchio – Stemma
Verucchio – Bandiera
Verucchio – Veduta
Verucchio – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Rimini
Amministrazione
SindacoLara Gobbi (lista civica) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate43°59′00″N 12°25′17.4″E
Altitudine330 m s.l.m.
Superficie27,3 km²
Abitanti10 094[1] (30-4-2024)
Densità369,74 ab./km²
FrazioniBrocchi, Cantelli, Case Montirone, Case Pellicioni, Pieve Corena, Ponte Verucchio, Villa Verucchio
Comuni confinantiAcquaviva (RSM), Borgo Maggiore (RSM), Chiesanuova (RSM), Poggio Torriana, Rimini, San Leo, Santarcangelo di Romagna, Sassofeltrio, Serravalle (RSM)
Altre informazioni
Cod. postale47826
Prefisso0541
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT099020
Cod. catastaleL797
TargaRN
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 534 GG[3]
Nome abitantiverucchiesi
Patronosan Martino
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Verucchio
Verucchio
Verucchio – Mappa
Verucchio – Mappa
Posizione del comune di Verucchio all'interno della provincia di Rimini
Sito istituzionale

Verucchio (Vrócc in romagnolo[4]) è un comune di 10 094 abitanti[1] della provincia di Rimini in Emilia-Romagna, situato a sud-ovest del capoluogo.

Geografia fisica

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Posto fra il mare e la collina (alta circa 300 m s.l.m.) a 18 km da Rimini, Verucchio sorge nella vallata del Marecchia che domina da una posizione rialzata.

Confina a nord con Santarcangelo di Romagna, a est con Rimini, a sud con Sassofeltrio e lo Stato di San Marino, a sud-ovest con San Leo e ad ovest con Poggio Torriana.

È costituito da due principali abitati: al borgo collinare storico si aggiunge la frazione bassa di Villa Verucchio, nodo dell'attività economico-industriale. Il territorio comunale comprende anche un'exclave: la frazione di Pieve Corena, separata dal resto del comune dallo Stato di San Marino e distante 12 km.

Origini del nome

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Il nome deriva dal latino verruculus, maschile di verrucula ("piccola verruca") nel senso figurato di rialzo, altura, in riferimento al rilievo su cui sorge il paese.[5]

«E 'l Mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio,
che fecer di Montagna il mal governo,
là dove soglion fan d'i denti succhio.»

Origini e antichità

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L'ingresso del Museo civico archeologico che raccoglie i reperti archeologici provenienti dalla zona di Verucchio

L'origine dell'abitato risale a tempi molto antichi. Le campagne di scavo effettuate fra il 1893 e il 1894, poi negli anni settanta e nel 2005 hanno restituito oltre 600 sepolture databili tra il X e il VII secolo a.C.. I ricchi corredi funerari (monili, fibule, vestiario, vasellame, armi, finimenti per cavalli) e le prove di complesse attività rituali consentono di riconoscere nelle tombe una manifestazione della civiltà villanoviana, la fase più antica della civiltà etrusca.[6] I corredi funebri hanno permesso di conoscere alcuni aspetti della vita dei gruppi aristocratici. Le abbondanti testimonianze di quest'epoca sono raccolte nel Museo civico archeologico, che espone i reperti provenienti dalle necropoli limitrofe.

Il ruolo dell'insediamento di Verrucchio si definisce come di assoluto primo piano nell'area romagnola e adriatica, tanto da giustificare l'ipotesi che in questo centro sia da identificare il sito più antico di Rimini (Arimmna per gli Etruschi).[7]

L'insediamento conobbe il tramonto della società etrusca e fu presto declassato dalla crescita di Rimini, che i romani ribattezzarono Ariminum, grazie alla sua posizione sulle vie consolari Flaminia ed Emilia.

Il centro del paese si sviluppò ai piedi dello sperone su cui oggi sorge l'abitato, in quanto i Romani erano interessati a controllare le vie di comunicazione verso l'interno. Dopo le invasioni barbariche e il domino bizantino l'insediamento tornò in cima alla collina per ragioni difensive. Nel 962 sarebbe stato donato dall'imperatore Ottone I ai duchi di Carpegna[8], una delle prime grandi casate che, insieme ai duchi del Montefeltro, riuscirono ad avere un controllo stabile sul territorio di Rimini e delle vallate dell'entroterra.

Il territorio rimase in decadenza fino al XII secolo; nel 1114 era già un castrum (ovvero un centro fortificato), e di quell'epoca sono le tracce dell'avvento della famiglia dei Malatesta, che diede nuovo impulso alla Romagna, quindi anche a Verucchio.[9]

Medioevo ed Età Moderna

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Verucchio Borgo e Chiesa Collegiata

Nel 1353 papa Innocenzo VI affidò al cardinale Egidio Albornoz la riconquista dei territori della Romagna che, a causa della lontananza del papato dall'Italia (sono gli anni della cosiddetta "cattività Avignonese"), stavano sfuggendo al dominio della Chiesa. Nel 1355 il cardinale Albornoz sconfisse i Malatesta e riportò i loro domini sotto il controllo diretto della Chiesa. Anche Verucchio rientrò sotto il dominio pontificio, ma rimase sostanzialmente nella disponibilità della famiglia Malatesta, il cui rappresentante Galeotto venne nominato vicario della Santa Sede per Rimini, Fano e Pesaro.

Il borgo fu perduto dai Malatesta due volte: prima a seguito della sconfitta di Carlo I Malatesta nella battaglia di Zagonara (1424) passando sotto la dominazione dei Visconti, poi definitivamente nel 1462, quando Sigismondo Pandolfo Malatesta (1431-1462) dopo un lungo assedio da parte di Federico da Montefeltro perse la rocca per tradimento.

La cittadina conobbe un periodo di decadenza e passò di mano in mano a diversi signori: Cesare Borgia dopo la conquista della Romagna (1501-1503); dopo la sua caduta i Veneziani (breve dominio da novembre 1503 a marzo 1506); nel XVI sec. ritornò allo Stato della Chiesa divenendo “mezzo per compensare economicamente e politicamente i servigi e i crediti di personaggi dell'entourage papale”[10].
Nel 1516 Leone X (Giovanni de' Medici) lo infeudò a Giovanni Maria Giudeo di Domenico Alemanno, ebreo convertito di origine tedesca, eccellente suonatore di liuto. Furono forse proprio queste sue doti di musicista ad attrargli i favori del Papa che, prima di nominarlo governatore e conte di Verucchio, gli aveva anche conferito il nome e lo stemma dei Medici. Lo stesso Leone X con bolla del 21 marzo 1518 attribuì al borgo il titolo di città.

A Giovanni Maria subentrò il figlio, Camillo, ma alla morte di Leone X nel 1521 il nuovo papa Adriano VI avocò alla Santa Sede il dominio della città. Il suo successore Clemente VII, altro papa della casata dei Medici, nel 1525 rinfeudò Giovanni Maria, ma questi vendette il feudo ad un altro Medici: Zenobio[11]. Questi pare che acquistasse il feudo grazie alla dote della moglie Ippolita Comnena, che gli subentrò alla sua morte nel 1530 e lo trasmise, con il matrimonio avvenuto nel 1532, a Lionello Pio da Carpi. Il matrimonio si inseriva in una precisa politica dei Pio che, cacciati da Carpi, erano stati investiti dal Papa della titolarità di diversi centri della Romagna ed in quest'area stavano tentando di consolidare il loro potere. L'importanza e l'interesse della Comneno e dei Pio per Verucchio è dimostrato anche dalla corrispondenza tra questi e la Comunità di Verucchio[12]. Da Lionello Pio, dopo la morte della moglie Ippolita, il paese passò a suo figlio terzogenito Alberto, ma nel 1580, con la bolla di revisione dei titoli feudali di Gregorio XIII del 1º giugno, Verucchio rientrò, come altri feudi, nei domini diretti della Chiesa[13], sotto cui rimase nella Legazione di Romagna (con capitale Ravenna) controllata da reggenti dello Stato pontificio.

Per tutto il XVIII secolo il territorio fu luogo di passaggio di eserciti austriaci, spagnoli e napoletani fino al 1797, quando con l'arrivo in Italia dell'esercito francese subì i rapidi rivolgimenti del periodo napoleonico. Entrò a far parte della Repubblica Cispadana e dopo il breve periodo (1799-1800) di occupazione austriaca e di governo della Cesarea Regia Reggenza, a seguito della pace di Lunèville (9 febbraio 1801), con gli altri territori della Legazione di Romagna rientrò stabilmente nella Repubblica Cisalpina (dipartimento del Rubicone), che nel 1802 prese il nome di Repubblica Italiana e nel 1805 si trasformò in Regno d’Italia. Con la caduta di Napoleone e la Restaurazione Verucchio (come il resto delle Legazioni e le cosiddette "province di seconda recupera”) venne restituito allo Stato Pontificio solo a seguito dell'atto finale del Congresso di Vienna (giugno 1815) dopo un periodo di occupazione napoletana ed austriaca (1814-1815)[14].

Dopo essere insorto nel giugno 1859 contro lo Stato pontificio, come il resto della Romagna, a seguito dei plebisciti, nel marzo 1860 Verucchio venne ufficialmente annesso al Regno di Sardegna, che nel 1861 si sarebbe trasformato in Regno d'Italia.

Dal Novecento a oggi

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Nella Seconda guerra mondiale Verucchio subì il peso dell'occupazione e delle rappresaglie nazi-fasciste. L'episodio più grave fu l'eccidio dei "Nove martiri di Verucchio", fucilati per rappresaglia il 21 settembre 1944.

Durante i drammatici giorni del passaggio della Linea Gotica si assistette ad un durissimo scontro tra alleati e tedeschi in ritirata. Numerosi sfollati riminesi trovarono rifugio in paese, soprattutto nella frazione di Villa Verucchio.

Gonfalone civico

Lo stemma di Verucchio è stato concesso con decreto del Presidente della Repubblica del 3 gennaio 1989.[15][5]

«D'azzurro, ai due monti di verde, rocciosi, fondati in punta, il monte posto a destra più alto e in primo piano, declinante fino al lembo sinistro, essi monti sostenenti le due torri di nero, merlate di quattro alla guelfa, chiuse e finestrate di una, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero: Veruculum Prima Malatestarum Patria. Ornamenti esteriori da Città.[16]»

Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di azzurro.

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Bolla papale di Leone X»
— 21 marzo 1518

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture civili e militari

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Particolare del Torrione della SS. Trinità della Rocca Malatestiana
  • La rocca Malatestiana (o "rocca del Sasso") è una delle più grandi e meglio conservate della Signoria. Costruita intorno al secolo XII, ha visto il sovrapporsi di successive e sempre più complesse opere di fortificazione ed ampliamento; è la parte più antica che desta maggior attenzione. La rocca cadde sotto il dominio dei Malatesta che la conservarono per circa 300 anni. Nel 1450 subì un ulteriore ampliamento grazie a Sigismondo Malatesta.
  • La rocca del Passarello con l'annessa porta costituisce il secondo nucleo fortificato di Verucchio. Su di essa nel 1600 fu costruito il monastero delle monache di Santa Chiara.
  • Rimasti intatti anche la Torre civica e gran parte delle mura con diversi bastioni difensivi.
  • Sulla piazza Malatesta, la principale del paese, si affaccia palazzo Giungi, risalente al XVII-XVIII secolo.

Architetture religiose

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Aree naturali

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[18]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009, la popolazione straniera residente era di 871 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

A partire dagli anni ‘70 Verucchio è sede del Centro internazionale ricerche “Pio Manzù” che ha la sede nella frazione di Ponte Verucchio.

  • Il Museo civico archeologico, realizzato all'interno del monastero di Sant'Agostino, raccoglie ed espone i reperti provenienti dalle necropoli adiacenti all'antico insediamento villanoviano. La sua ricca dotazione comprende monili in ambra, tessuti e mantelli in lana e lino, cesti in vimini, arredi in legno e offerte in cibo.

Maggio vede l'allestimento di mostre, convegni, concorsi dedicati alla rosa.

A luglio prende l'avvio Verucchio Festival, appuntamento di musica etnica e di nuove tendenze musicali giovanili.

Agosto e settembre sono segnati dalle Feste dei Malatesta che trasformano il centro storico in un borgo medievale con parate, banchetti, cene di corte e giostre cavalleresche e d'armi.

Il comune si fregia della Bandiera arancione, riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano, ed è associato al club de I borghi più belli d'Italia.

Infrastrutture e trasporti

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La principale strada di collegamento è la via Marecchiese, che attraversa Villa Verucchio.

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 820.
  5. ^ a b Città di Verucchio – (RN), su araldicacivica.it. URL consultato il 1º maggio 2021.
  6. ^ (IT) Diana Neri, 1.1 Il periodo villanoviano nell'Emilia occidentale, in Gli etruschi tra VIII e VII secolo a.C. nel territorio di Castelfranco Emilia (MO), Firenze, All'Insegna del Giglio, 2012, p. 9, ISBN 9788878145337.
    «Il termine “Villanoviano” è entrato nella letteratura archeologica quando, a metà dell ’800, il conte Gozzadini mise in luce le prime tombe ad incinerazione nella sua proprietà di Villanova di Castenaso, in località Caselle (BO). La cultura villanoviana coincide con il periodo più antico della civiltà etrusca, in particolare durante i secoli IX e VIII a.C. e i termini di Villanoviano I, II e III, utilizzati dagli archeologi per scandire le fasi evolutive, costituiscono partizioni convenzionali della prima età del Ferro»
  7. ^ Valerio Massimo Manfredi, Luigi Malnati, Gli Etruschi in Val Padana, Mondadori Libri, Milano 2024, p.149
  8. ^ L. Bernardi, Verucchio. Guida storico-artistica illustrata, Pazzini, 2004, Villa Verucchio (RN)
  9. ^ È incerto se Verucchio sia stata o meno la “culla” dei Malatesta come vorrebbe la tradizione. Certo è che nel 1239 Malatesta della Penna (Malatesta da Pennabilli) lascerà due figli uno dei quali, il “Mastin Vecchio” - citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia e fondatore della potenza della casata - si firma Malatesta “da Verruculum”, da Verucchio.
  10. ^ E. Angiolini, Statuta castra Veruchuli. Gli statuti quattrocenteschi di Verucchio, Comune di Verucchio, Verucchio, 2011, p. 16
  11. ^ Come si legge in una bolla di Clemente VII del 13 settembre 1525 pubblicata nella Breve Chronica delle Cose più notabili della terra di Verucchio, Bologna, 1618, ora ristampata in Verucchio e i Malatesti, Verucchio, Luisè e Pazzini, 1983. Il feudo comprendeva anche il borgo di Scorticata (ora Torriana).
  12. ^ La corrispondenza inviata alla Comunità di Verucchio è conservata presso l'archivio storico comunale (cfr. serie “Lettere”, sottoserie “Lettere dei feudatari e loro agenti (Medici-Comneno, Pio da Carpi)”.
  13. ^ Sulle vicende qui brevemente ricordate si veda Verucchio nel cinquecento, Pazzini, Verucchio 1985. Per una visione più ampia, ma anche con puntuali riferimenti alla realtà specifica di Verucchio cfr. anche: C. Casanova, Comunità e governo pontificio in Romagna in età moderna, Bologna, 1981, che riguardo alla revisione dei titoli di concessione dei feudi, ricorda come “i pontefici mirarono soprattutto al recupero di grosse giurisdizioni della zona pedemontana. Furono, infatti, devoluti alla Camera apostolica S. Arcangelo…, Verucchio e Scorticata, buoni, et massime Verucchio, abbondantissimi di buoni vini et olii. … A Verucchio la ricca produzione agricola compensava la limitatezza del territorio” (p. 23).
  14. ^ Cfr. Elio Lodolini, L'archivio della S. Congregazione di Buon Governo (1592 - 1847), cit., p. LXXXIX e segg. Furono anni di rapidi rivolgimenti politici: dai documenti conservati presso l'archivio storico del Comune, si evince che la Reggenza austriaca data almeno dal luglio 1799 fino al luglio 1800, poi vi fu - a seguito della vittoria di Napoleone a Marengo - un ritorno dell'amministrazione della Repubblica Cisalpina, tra l'agosto e il novembre 1800 ed un successivo periodo di dominazione austriaca nel dicembre dello stesso anno.
  15. ^ Verucchio, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 6 settembre 2024.
  16. ^ Comune di Verucchio, Statuto comunale (PDF), p. 7, art. 2. URL consultato il 1º maggio 2021.
  17. ^ Grassi 2015.
  18. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  • Piergiorgio Grassi (a cura di), Storia della Chiesa Riminese: Dalla Restaurazione ai nostri giorni, vol. 4, Rimini, Pazzini-Guaraldi, 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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