Via Hadriana
Via Hadriana | |
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Informazioni generali | |
Tipo | strada romana |
Inizio costruzione | 130 |
Lunghezza | 800 km |
Inizio | Antinopoli |
Fine | porto di Berenice (Egitto) |
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La via Hadriana fu una strada di epoca romana costruita sotto l'imperatore Adriano durante il suo viaggio in Egitto (attorno al 130), dopo la morte del suo amante Antinoo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Questa strada serviva, insieme ad altre vie militari del limes Aegypti, le importanti cave di granito bianco Mons Claudianus (da dove uscivano colonne alte fino a 20 metri[1] impiegate a Roma anche nel foro di Traiano e nel Pantheon[2]) e di porfido,[3] in particolare quello rosso del Mons Porphyrities (Wadi Umm Sidri), da dove furono prodotte colonne alte fino a 6-8 metri (ad es. quelle utilizzate nella basilica di San Crisogono o nel battistero di San Giovanni in Fonte).[4]
Questa via iniziava sul Nilo presso Antinopoli (l'odierna "Sheikh Ibada") e poi proseguendo verso nord-est, piegava a sud lungo la costa del Mar Rosso presso Abu Sha'ar, dopo aver attraversato lo Wadi Tarfah, lo Wadi Ragalah, lo Wadi Hawashiya e lo Gebel Abu Had, per infine condurre al porto di Berenice dopo circa 800 km di percorso.[5] La via continuò ad essere utilizzata anche durante il Tardo impero romano (V e VI secolo).[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ R.B. Jackson, At Empire's Edge. Exploring Rome's Egyptian Frontier, Yale University Press, New Haven & Londra, 2002, p. 30.
- ^ R. B. Jackson, At Empire's Edge. Exploring Rome's Egyptian Frontier, p. 35.
- ^ C. Daniels, Africa, in Il mondo di Roma imperiale: la formazione, Bari, 1989, pp. 248-249.
- ^ R.B. Jackson, At Empire's Edge. Exploring Rome's Egyptian Frontier, Yale University Press, New Haven & Londra, 2002, pp. 3-33.
- ^ R.B. Jackson, At Empire's Edge. Exploring Rome's Egyptian Frontier, Yale University Press, New Haven & Londra, 2002, p. 96.
- ^ S.E. Sidebotham, The Roman Empire's Southeastern-most Frontier; Recent Discoveries at Berenike and Environs (Eastern Desert of Egypt) 1998-2000, in 18th International Congress of Roman Frontier Studies, Oxford, 2002, pp. 366-367.