Wynonie Harris
Wynonie Harris | |
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Nazionalità | Stati Uniti |
Genere | Blues Rhythm and blues |
Periodo di attività musicale | anni 1940 – anni 1960 |
Etichetta | Aladdin, Apollo, Atco, Bullet, King Records |
Wynonie Harris (Omaha, 24 agosto 1915 – Los Angeles, 14 giugno 1969) è stato un cantante statunitense.
Considerato uno dei precursori del rock 'n' roll e fra i maggiori ispiratori di Elvis Presley,[1] Harris fu autore di molti successi scritti durante gli anni quaranta, tra cui Wynonie's Blues (1946), una cover di Good Rockin' Tonight (1948), e All She Wants to Do Is Rock (1949).
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gioventù
[modifica | modifica wikitesto]Wynonie Harris nacque da una ragazza afroamericana di 15 anni e un padre amerindio. Quando essa sposò Luther Harris, questi prese in custodia il bambino.[1][2][3] Dopo il liceo, Harris entrò all'Università di Creighton per studiare medicina, ma interruppe gli studi nel 1934 per diventare un ballerino di tip tap, e formò un gruppo di danza con Velda Shannon, assieme alla quale iniziò a esibirsi nei locali di Omaha.[2][4] Nel 1940 Harris si unì all'orchestra di Baron Moorehead di Los Angeles dove veniva soprannominato "Mister Blues".[4] Nel 1944 fece una breve comparsa nel film Hit Parade interpretando un ballerino[5] e ritornò nella East Coast. Nello stesso anno fu reclutato dal bandleader Lucky Millinder e divenne il cantante del suo complesso insieme a Trevor Bacon.[1][5] Insieme all'entourage di Millinder, Harris registrò i singoli Hurry, Hurry e Who Threw the Whiskey in the Well per la Decca, e venne dimesso dall'orchestra poco tempo dopo.[2]
Il successo
[modifica | modifica wikitesto]Harris iniziò la sua carriera solista nei primi anni quaranta dopo aver firmato con l'etichetta Philo (che verrà ribattezzata Aladdin Records).[4] Nel 1946 registrò due dischi per la Bullet Records di Nashville e altri due singoli per la Hamp-Tone del jazzista Lionel Hampton.[6] I primi successi da solista furono però Playful Baby e Wynonie's Blues, usciti per la Apollo nel 1946.[4]
Tra il 1948 e il 1954 Harris incise per la King Records di Cincinnati, e divenne un affermato esponente del rhythm and blues[7] nonché uno degli artisti preferiti dal pubblico afroamericano.[1] La sua cover di Good Rockin' Tonight di Roy Brown, pubblicata nel 1948, riuscì a raggiungere la posizione numero uno della casistica dei race record più venduti stilata da Billboard.[7] Si piazzarono in classifica anche la sua versione di Drinkin' Wine Spo-Dee-O-Dee di Stick McGhee e All She Wants to Do Is Rock.[2][4]
Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Gli ultimi successi di Harris furono Bloodshot Eyes, una cover di Hank Penny, e Loving Machine.[8] Durante gli anni cinquanta, la notorietà del cantante diminuì considerevolmente anche a causa del boom del rock 'n' roll, che aveva adombrato l'R&B.[1][2][9] Pubblicò i suoi ultimi singoli per la Atco e la Roulette e, durante gli anni sessanta, divenne il proprietario di un bar di Brooklyn.[10]
Fra gli artisti che collaborarono insieme a Harris nel corso della sua vita si possono citare numerosi jazzisti come il sassofonista Teddy Edwards, il contrabbassista Oscar Pettiford, il trombettista Howard McGhee e il pianista Herman Blount, meglio conosciuto come Sun Ra.[2]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Harris morì nel 1969 all'età di cinquantatré anni.[8][11]
Nel 1994, Wynonie Harris fu introdotto nella Blues Hall of Fame.[12] Durante lo stesso anno, la Rhino Records pubblicò Bloodshot Eyes: The Best of Wynonie Harris, prima di una serie di compilation dedicate al cantante di Omaha.
Stile e influenze
[modifica | modifica wikitesto]Wynonie Harris viene considerato da molti uno dei pionieri del rock 'n' roll[1][12][13] e la sua cover di Good Rockin 'Tonight (1948), che è più frenetica del brano originale, viene considerata una delle prime tracce di tale genere. Harris era principalmente ispirato a Big Joe Turner, e dal "blues shouter" Jimmy Rushing[1][5] e i suoi testi parlano di alcool e donne.[7][14] Le liriche allusive delle canzoni di Harris venivano considerate volgari dalla stampa dell'epoca e qualcuno asserì che "(la musica di Harris) fosse buona per i nightclub di Harlem".[15]
Discografia parziale
[modifica | modifica wikitesto]Singoli
[modifica | modifica wikitesto]- 1944 – Hurry Hurry!
- 1945 – Who Threw the Whiskey in the Well
- 1946 – Wynonie's Blues
- 1946 – Playful Baby
- 1948 – Good Rockin' Tonight
- 1948 – Lollipop Mama
- 1949 – Grandma Plays the Numbers
- 1949 – I Feel That Old Age Coming On
- 1949 – Drinkin' Wine, Spo-Dee-O-Dee
- 1949 – All She Wants to Do Is Rock
- 1949 – I Want My Fanny Brown
- 1950 – Sittin' on It All the Time
- 1950 – I Like My Baby's Pudding
- 1950 – Good Morning Judge
- 1950 – Oh Babe!
- 1950 – Bloodshot Eyes
- 1951 – Lovin' Machine
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- 1944 – Hit Parade
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g David J. Wishart; p. 15
- ^ a b c d e f (EN) Rock historian Ed Ward, su npr.org. URL consultato il 24 febbraio 2020.
- ^ Sheldon Harris; p. 215
- ^ a b c d e Nick Talevski; p. 249
- ^ a b c Nick Tosches; p. 66
- ^ Nick Tosches; p. 69
- ^ a b c Nick Tosches; p. 70
- ^ a b Nick Talevski; p. 250
- ^ Jon Hartley Fox; p. 35
- ^ Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '60 (secondo volume), Arcana, 2001, p. 150.
- ^ Nick Tosches; p. 72-73
- ^ a b (EN) Past Hall of Fame Inductees: Wynonie Harris [collegamento interrotto], su blues.org. URL consultato il 24 febbraio 2020.
- ^ (EN) Will the creator of modern music please stand up?, su guardian.co.uk. URL consultato il 24 febbraio 2020.
- ^ Jon Hartley Fox; p. 34
- ^ Nick Tosches; p. 67
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jon Hartley Fox, King of the Queen City : the story of King Records, University of Illinois, 2009.
- (FR) Jean-Marc Mandosio, Héros oubliés du rock'n'roll : les années sauvages du rock avant Elvis, Allia, 2008.
- (EN) Nick Talevski, Knocking on Heaven's Door : Rock Obituaries, Omnibus, 2006.
- (EN) David J. Wishart, Encyclopedia of the Great Plains, University of Nebraska, 2004.
- (EN) Tony Collins, Rock Mr. Blues : The Life & Music of Wynonie Harris, Big Nickel, 1994.
- (EN) Sheldon Harris, Blues who's who : a biographical dictionary of Blues singers, Arlington House, 1979.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Wynonie Harris
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Wynonie Harris, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Wynonie Harris, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Wynonie Harris, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Wynonie Harris, su Genius.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 12149106217668491748 · ISNI (EN) 0000 0000 5939 5079 · Europeana agent/base/61055 · LCCN (EN) n85237359 · GND (DE) 134622235 · BNE (ES) XX1584525 (data) · BNF (FR) cb138950001 (data) |
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