Yusef Lateef

Yusef Lateef
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereJazz
World music
New age
Fusion
Periodo di attività musicale1957 – 2013
Strumentosassofono, flauto, oboe, fagotto
Album pubblicaticirca 70
Sito ufficiale

Yusef Abdul Lateef (nato William Emanuel Huddleston[1]; Chattanooga, 9 ottobre 1920[1]Shutesbury, 23 dicembre 2013[1]) è stato un musicista e compositore statunitense jazz. È stato anche attivo come portavoce della Comunità Musulmana Ahmadiyya, dopo la sua conversione all'Islam avvenuta nel 1950. Ha saputo suonare diversi strumenti a fiato (sassofono tenore, flauto, oboe, fagotto) ed ha influenzato lo stile jazz con la world music, grazie soprattutto all'inserimento di strumenti come shofar, koto, sarewa, arghul, flauto bamboo e shanai.

Nato nel Tennessee, si trasferisce con la famiglia nel 1925 a Detroit, nel Michigan. Nei primi anni di attività musicale entra in contatto con musicisti di rilievo della città di Detroit e non solo (adottando il nome Bill Evans): tra questi il vibrafonista Milt Jackson, il bassista Paul Chambers, il batterista Elvin Jones ed il chitarrista Kenny Burrell. Dall'età di 18 anni inizia a comporre musica in diversi gruppi jazz locali. Nel 1949 entra nell'orchestra di Dizzy Gillespie, con la quale partecipa a numerosi tour, cominciando a farsi notare nell'ambiente jazz. Nel 1956 avvia a registrare come solista, pubblicando per la Savoy Records dal '57 fino al 1959. Ad accompagnarlo durante questo periodo, durante il quale c'è gia' il desiderio di sperimentare le possibilità delle tecniche strumentali d'oriente, vi sono il trombettista Wilbur Harden e il pianista Hugh Lawson.

Negli anni seguenti continuerà ad usare strumenti di provenienza orientale e africana (trascorrendo molti anni in Nigeria), come shanai, raab, arghul, koto, flauti in legno cinese e campane che, assieme al suo sassofono tenore, all'oboe e al flauto, creano un effetto nuovo e suggestivo. Anche il cammino musicale e spirituale di John Coltrane ha tratto delle influenze da Lateef. Con Don Cherry, Lateef è considerato uno dei primi esponenti della world music, genere di contaminazione tra elementi di diverse estrazioni popolari. Dal 1962 al 1964 è in tour ed incide diversi dischi con i fratelli Nat e Cannonball Adderley. Dal '63 al '66 incide per l'etichetta Impulse! Records e suona con talenti emergenti come il trombettista Richard Williams ed il pianista Mike Nock. Di questo periodo è l'album Live at Pep's 1 & 2. Inoltre conia, per descrivere la propria musica, il termine "autophysiopsychic", in modo tale da rivolgersi al lato più autentico e profondo della persona, sia fisico che spirituale. Questo tema è incluso nel libro scritto al riguardo ed intitolato Metodo per eseguire musica autophysiopsychic.[2]

Negli anni a seguire continua ad incidere e suonare nel mondo. Numerose le collaborazioni con il percussionista Adam Rudolph e l'Organic Orchestra in giro per l'Europa, soprattutto in Francia col gruppo dei fratelli Lionel e Stéphane Belmondo.

Negli anni ottanta si è avvicinato alla new Age: un esempio è dato all'album Yusef Lateef's Little Symphony, vincitore del Grammy nella categoria "miglior album new age". Nel 1992 ha fondato l'etichetta YAL Records, con cui ha registrato lavori fino alla fine della sua vita.

Nel 2010 ha ricevuto il riconoscimento quale "Jazz Master" dalla National Endowment for the Arts, il più alto riconoscimento nel jazz.

È morto nel dicembre 2013 all'età di 93 anni nella città di Shutesbury per un tumore alla prostata.[3]

Riconoscimenti

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Come artista principale

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Altri progetti

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Con Cannonball Adderley

Con Donald Byrd

  • Byrd Jazz (Transition, 1955) – also released as First Flight (Delmark)

Con Art Farmer

Con Curtis Fuller

Con Grant Green

Con Sonny Red

Con Leon Redbone

Con Doug Watkins

Con Randy Weston

  1. ^ a b c (EN) About Yusef Lateef, su yuseflateef.com. URL consultato l'8 dicembre 2024.
  2. ^ Yusef Lateef, su MusicClub.
  3. ^ √ USA, Shutesbury: addio a Yusef Lateef, su Rockol, 24 dicembre 2013.
  • (EN) Yusef Lateef e Herb Boyd, The Gentle Giant, Autobiography of Yusef Lateef, Morton Books, 2006, ISBN 1929188129.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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