Arcidiocesi di Vilnius

Arcidiocesi di Vilnius
Archidioecesis Vilnensis
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Kaišiadorys, Panevėžys
 
Arcivescovo metropolitaGintaras Grušas
AusiliariArūnas Poniškaitis[1]
Arcivescovi emeriticardinale Audrys Juozas Bačkis
Presbiteri162, di cui 129 secolari e 33 regolari
4.083 battezzati per presbitero
Religiosi53 uomini, 147 donne
 
Abitanti835.036
Battezzati661.455 (79,2% del totale)
StatoLituania
Superficie9.644 km²
Parrocchie97
 
ErezioneXIV secolo
Ritoromano
IndirizzoŠventaragio g. 4, 01122 Vilnius, Lietuva
Sito webwww.vilnensis.lt
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Lituania
Effigie della Vergine Maria della Porta dell'Aurora (in lituano: Aušros vartai, in polacco: Ostra brama). È venerata in tutta la Lituania e in Polonia.
Il seminario San Giuseppe di Vilnius.

L'arcidiocesi di Vilnius (in latino Archidioecesis Vilnensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Lituania. Nel 2022 contava 661.455 battezzati su 835.036 abitanti. È retta dall'arcivescovo Gintaras Grušas.

L'arcidiocesi si estende nella parte orientale della Lituania e comprende per intero i comuni di Druskininkai, Varėna, Šalčininkai, Vilnius (comune urbano), Vilnius (comune distrettuale), Švenčionys, Ignalina; e in parte i comuni di Širvintos, Trakai, Molėtai e Zarasai.

Sede arcivescovile è la città di Vilnius, dove si trova la cattedrale dei Santi Stanislao e Ladislao. Vilnius è ricca di chiese dalla storia travagliata e interessante. Meta di pellegrinaggi è la Cappella della Porta dell'Aurora, che contiene un'effigie della Vergine Maria Madre della Misericordia venerata in tutta la Lituania e in Polonia. In diocesi sorge anche la basilica della Visitazione della Beata Vergine Maria a Trakai.[2]

Il territorio è suddiviso in 97 parrocchie.

L'erezione della diocesi si deve all'iniziativa del re Ladislao II Jagellone, che inviò missionari per l'evangelizzazione della Lituania nel 1387 e inviò Dobrogost, arcivescovo di Poznań come ambasciatore presso il papa Urbano VI con una petizione per l'erezione di una sede episcopale a Vilnius e per la nomina di Andrzej Wasilko (già vescovo di Siret e confessore della regina Elisabetta d'Ungheria). Per accondiscere alle richieste del re, papa Urbano VI, con la lettera apostolica Romanus Pontifex, incaricò Dobrogost, vescovo di Poznań, di costituire una diocesi a Vilnius, di erigere la cattedrale e di consacrare Andrzej Wasilko come primo vescovo diocesano.[3] Fu autorizzata anche l'istituzione di un capitolo di dieci canonici. Sotto l'episcopato di Wasilko, furono costruite le chiese di san Giovanni, che divenne la parrocchiale della città, di san Martino e sant'Anna (rispettivamente nei castelli superiore e inferiore).

Alla morte di Wasilko nel 1398, gli succedette un francescano, Jakub Plichta (1398-1407), durante il cui episcopato la cattedrale di Vilnius fu distrutta da un incendio. Fra i suoi successori furono: Piotr Krakowczyk di Kustynia (1414-1421), che fu investito da papa Martino V di pieni poteri per convertire gli ortodossi di Lituania alla Chiesa cattolica; Matthias di Trakai (1421-1453), lituano, che inviò propri rappresentanti al Concilio di Basilea e si servì l'Inquisizione per combattere gli Ussiti, fondò molte chiese e difese strenuamente i diritti e i privilegi dei lituani.

Con Jan Łosowicz (1467-1481) molti ruteni furono convertiti al cattolicesimo e i francescani bernardini si stabilirono a Vilnius. Albert Tabor, lituano, invitò i domenicani a Vilnius e affidò loro la chiesa dello Spirito Santo; Albert Radziwiłł (1508-1519) morì in odore di santità; a Giovanni di Lituania (1519-1537) succedette il principe Paweł Holszański (1534-1555) restaurò la cattedrale in stile gotico; Walerian Protasewicz Suszkowski (1556-1580) dovette combattere per il celibato ecclesiastico e per l'uso del latino come lingua liturgica; introdusse a Vilnius i gesuiti, fra i quali vi era Piotr Skarga.

I vescovi di Vilnius, presiedendo una vasta diocesi e godendo della carica temporale di senatori di Lituania, non potevano dedicare tutta la loro attenzione alle necessità spirituali del loro gregge; per ovviare al problema, dal XV secolo si avvalsero di vescovi coadiutori o ausiliari. Molti di questi, particolarmente nel XVI e XVII secolo, erano vescovi titolari di Methone (nel Peloponneso). Fra i più celebri si può menzionare Jurgis Kazimieras Ancuta (1723-1737), autore dell'opera "Jus plenum religionis catholicae in regno Poloniae", che mostrava che protestanti e ortodossi non avevano gli stessi diritti dei cattolici. A partire dal XVII secolo erano anche ausiliari per la Bielorussia

L'epoca della Riforma

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Il principe vescovo Jerzy Radziwiłł (1579-1591) diede impulso all'Università di Vilnius, fondò il seminario diocesano, e lo pose sotto la direzione dei gesuiti, introdusse i decreti del Concilio di Trento, e dopo essere stato creato cardinale, fu trasferito alla diocesi di Cracovia nel 1591. Il capitolo di conseguenza incaricò dell'amministrazione della diocesi il vescovo ausiliare, Ciprian. Alla sua morte nel 1594, il clero si divise in fazioni per la scelta del successore, fino a che Sigismondo III nominò Benedykt Wojna (1600-1615), che s'impegnò efficacemente per la canonizzazione del re san Casimiro, ad onore del quale nel 1604 fu posata la prima pietra di una chiesa a Vilnius. Ebbero successo i suoi sforzi per avere san Casimiro come santo patrono della Lituania. Il suo successore, Eustachy Wollowicz (1616-1630), fondò ospedali, invitò i Canonici regolari lateranensi a Vilnius, e combatté energicamente i protestanti e gli ortodossi. Abraham Wojna (1631-1649) introdusse i Fatebenefratelli e si oppose strenuamente al Calvinismo. Jerzy Tyszkiewicz (1650-1656) annesse tutta la Curlandia alla diocesi. Aleksander Sapieha (1666-1671) eresse la chiesa dei santi Pietro e Paolo a Vilnius, prendendo a modello la Basilica di San Pietro. La diocesi comprendeva a quel tempo 25 decanati con 410 chiese. Konstanty Kazimierz Brzostowski (1687-1722) introdusse a Vilnius gli scolopi e incoraggiò lo sviluppo degli ordini religiosi. Durante l'episcopato di Mikołaj Jan Zenkowicz (1730-1762), sorsero conflitti fra i gesuiti e gli scolopi, che risultarono nella chiusura delle scuole degli scolopi. Il principe Ignacy Jakub Massalski (1762-1794) promosse la riforma del clero e devolvette il suo immenso patrimonio alle chiese della diocesi facendo anche ricostruire a sue spese la cattedrale di Vilnius nelle forme attuali. Fu attento anche alla cultura e all'educazione essendo a capo dal 1773 al 1776 della commissione per l'educazione nazionale[4], istituì circa trecento scuole parrocchiali e trasformò l'ex collegio dei gesuiti di Vilnius in una vera università. La sua visione politica conservatrice considerata filorussa provocò l'odio dei seguaci di Tadeusz Kościuszko, che si concretizzò nel 1794, quando una folla ostile assaltò il suo Palazzo e lo fece impiccare.[5]

La fiorente vita religiosa nella diocesi di Vilnius è attestata dal grande numero di sinodi che vi si tennero. Il primo ebbe luogo nel 1502, convocato dal vescovo Tabor. Fecero seguito i sinodi del 1526; del 1528, per raccogliere fondi per il restauro della cattedrale; del 1555, per opporsi alla diffusione del luteranesimo; del 1582; del 1607, che emanò molti regolamenti per l'amministrazione dei sacramenti e la disciplina del clero; del 1630, per regolare l'amministrazione dei beni ecclesiastici; del 1654, per soccorrere lo stato con nuove imposte; del 1669 con i suoi regolamenti disciplinari; del 1685, con ordinanze relative all'amministrazione dei sacramenti e alla vita del clero; del 1744, con regolamenti riguardo al catechismo, ai matrimoni misti e agli esercizi spirituali. Dopo il sinodo del 1744, non ne furono tenuti altri, ma i vescovi indirizzeranno al clero lettere pastorali, di cui alcune notevoli per importanza.

Sotto il dominio dell'Impero russo

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Dopo l'annessione della Lituania all'Impero russo nel 1795, la diocesi di Vilnius non godé più di libertà di relazioni con la Santa Sede, tuttavia gran parte del clero cattolico accolse favorevolmente il governo russo dopo che il vescovo di Vilnius principe Massalski era stato assassinato dai rivoluzionari di Kościuszko nel 1794.[5] Nel 1795 il capitolo nominò David Pilchowski vicario in spiritualibus. La diocesi di Inflanty, il cui vescovo[6] era stato anch'esso assassinato dai rivoluzionari nel 1794, fu accorpata a Vilnius e Jan Nepomucen Kossakowski (1798-1808) fu nominato vescovo. Fece molto per la prosperità del seminario[7]. Alla sua morte il capitolo fu coinvolto in un conflitto con il metropolita cattolico di Mogilёv (oggi Mahilëŭ), residente a San Pietroburgo, Siestrzencewicz (già vescovo ausiliare a Vilnius), che in base alla legislazione russa e all'interpretazione di un breve pontificio del 1783 impose al di sopra del capitolo, come amministratore della diocesi, Hieronim Strojonowski (1808-1814), poi confermato dal papa, quindi vescovo di Vilnius, dopo la cui morte assunse il governo della diocesi attribuendosi il titolo di primate di Lituania. Nel 1798 la diocesi, fino ad allora suffraganea di Gniezno, era entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Mahileŭ, perdendo contemporaneamente una parte del suo territorio per l'erezione della diocesi di Minsk.

Nel 1827, dopo la morte di Siestrzencewicz, il vicario capitolare, Milucki, amministrò la diocesi per un breve periodo. Nel 1828 Andreas Klagiewicz fu nominato amministratore; fu inviato nell'interno della Russia durante l'Insurrezione del 1831, ritornò nel 1832, fu eletto vescovo di Vilnius nel 1839 e prese possesso della sede il 28 giugno 1841. Morì lo stesso anno, dopo aver assistito alla rovina della Chiesa greco-cattolica nella sua diocesi (nel 1839 il sinodo della provincia ecclesiastica greco-cattolica di Polack aveva annullato l'Unione di Brest chiedendo di far parte della Chiesa ortodossa russa) e alla repressione del Cattolicesimo di rito bizantino. Il capitolo elesse allora Jan Cywiński come vicario, che ebbe il dolore di veder chiusa l'Università di Vilnius, il clero e le chiese della diocesi completamente spogliate delle loro proprietà. Morì il 17 novembre 1846. Nel 1848 gli succedette Wacław Żyliński, che fu trasferito alla sede metropolitana di Mahilëŭ nel 1856, ma continuò a governare la diocesi fino al 1858.

Adam Stanisław Krasiński fu espulso dalla diocesi in conseguenza dell'Insurrezione del 1863, ciononostante continuò a governare la diocesi fino al 1883, quando si rifugiò a Cracovia. Il suo successore, Karol Hrynieweki, fu esiliato a Jaroslavl' dopo due anni di episcopato, e nel 1890 rinunciò alla cattedra vescovile e si ritirò in Galizia. Durante il suo esilio governò la diocesi come vicario patriarcale Ludwik Feliks Zdanowicz. Nel 1889 fu eletto vescovo Antanas Pranciškus Audzevičius, canonico di San Pietroburgo e dotto teologo. Morì nel 1895; la diocesi allora fu governata da Ludwik Feliks Zdanowicz, vescovo titolare di Dionisiade. Nel 1897 gli successe il canonico Steponas Aleksandras Žvėravičius, e fu trasferito nel 1902 alla sede di Sandomierz. Prese il suo posto il barone Eduard von der Ropp, che si dedicò ad organizzare il movimento cattolico nella diocesi, incorrendo per questo nell'ostilità del governo russo. Esiliato a Pskov il vescovo Ropp, la diocesi fu affidata a Kazimieras Mikalojus Michalkevičius come amministratore apostolico.

L'antica diocesi di Livonia, soppressa nel 1797, era stata incorporata nella diocesi di Vilnius, ma nel 1848 parte di questo territorio (quello dell'ex diocesi di Curlandia) fu annesso alla diocesi di Samogizia (oggi arcidiocesi di Kaunas). Il 16 marzo 1799, in forza della bolla Saepe factum est di papa Pio VI, Vilnius cedette 90 parrocchie a vantaggio dell'erezione della diocesi di Wigry (oggi diocesi di Łomża).

Dopo la prima guerra mondiale, la diocesi si trovò divisa fra due stati: la maggior parte del territorio, con la sede episcopale, era entro i confini della restaurata nazione polacca, mentre una porzione si venne a trovare in Lituania. Negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra furono intavolate trattative per la riorganizzazione delle diocesi in quella parte dell'Europa, in base al principio che i confini diocesani dovevano coincidere con quelli politici.[8]

Il 28 ottobre 1925 con la bolla Vixdum Poloniae unitas di papa Pio XI furono riorganizzate le circoscrizioni ecclesiastiche polacche di rito latino: la diocesi di Vilnius, che era suffraganea dell'arcidiocesi di Mahilëu, fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana ed ebbe come suffraganee le diocesi di Łomża e Pinsk. Contestualmente perse 6 decanati e 67 parrocchie che andarono alla nuova diocesi di Pinsk, ma inglobò le parrocchie di altre diocesi che si trovavano ora in Polonia, ossia 14 parrocchie della diocesi di Samogizia e 4 parrocchie della diocesi di Minsk.[8]

L'anno successivo, il 4 aprile 1926, in forza della bolla Lituanorum gente di papa Pio XI, cedette la parte dell'antico territorio che si trovava in Lituania, costituito di 5 decanati e 62 parrocchie, a vantaggio dell'erezione della diocesi di Kaišiadorys.[8]

Nel 1938 l'arcidiocesi comprendeva 30 decanati e 448 parrocchie per circa un milione e mezzo di fedeli.[8]

Durante gli anni dell'occupazione sovietica i cattolici soffrirono la feroce persecuzione del potere statale. L'arcivescovo coadiutore Mečislovas Reinys fu incarcerato e morì in prigione nel 1953. Molti dei suoi parenti furono incarcerati e durante gli interrogatori gli offrirono la liberazione in cambio della sottomissione a Mosca, senza risultato. La curia arcivescovile fu trasferita nella parte della diocesi in territorio polacco, a Białystok, e la circoscrizione, governata da vicari, fu costretta ad utilizzare il nome di "arcidiocesi di Białystok", poiché era proibito definirla di Vilnius. Il successore dell'arcivescovo Jałbrzykowski (morto nel 1955), Julijonas Steponavičius (amministratore apostolico dal 1957 al 1989 poi arcivescovo) nel 1961 fu deportato fuori dai confini dell'arcidiocesi. Trascorse 28 anni da deportato. Più di venti sacerdoti furono imprigionati. La vita della Chiesa subì pesanti restrizioni: furono proibiti l'insegnamento della Bibbia nelle scuole, il catechismo dei bambini, la pubblicazione di periodici e libri religiosi, il culto pubblico. Tutti i monasteri vennero chiusi, la maggior parte dei beni della Chiesa furono confiscati e ventitré chiese furono chiuse, compresa la cattedrale di Vilnius, trasformata in pinacoteca.

Nel 1991 i territori dell'arcidiocesi che si trovavano all'estero furono ceduti a nuove diocesi: il 13 aprile i territori bielorussi furono ceduti alla nuova diocesi di Hrodna e il 5 giugno i territori polacchi alla nuova diocesi di Białystok, che l'anno successivo è stata elevata ad arcidiocesi metropolitana.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Eustachy Wołłowicz su una medaglia del 1626
  • Eustachy Wołłowicz † (18 maggio 1616 - 19 gennaio 1630 deceduto)
  • Abraham Wojna † (24 marzo 1631 - 14 aprile 1649 deceduto)
  • Jerzy Tyszkiewicz † (9 dicembre 1649 - 17 gennaio 1656 deceduto)
  • Jan Karol Dowgiałło Zawisza † (16 ottobre 1656 - 9 marzo 1661 deceduto)
  • Jerzy Baiłłozor † (21 novembre 1661 - 17 maggio 1665 deceduto)
  • Aleksander Kazimierz Sapieha † (18 luglio 1667 - 22 maggio 1671 deceduto)
    • Sede vacante (1671-1682)
  • Mikołaj Stefan Pac † (25 maggio 1682[9] - 8 maggio 1684 deceduto)
  • Aleksander Kotowicz † (9 aprile 1685 - 30 novembre 1686 deceduto)
  • Konstanty Kazimierz Brzostowski † (24 novembre 1687 - 24 ottobre 1722 deceduto)
  • Maciej Józef Ancuta † (24 ottobre 1722 succeduto - 18 gennaio 1723 deceduto)
  • Karol Piotr Pancerzyński † (11 settembre 1724 - 19 febbraio 1729 deceduto)
  • Michał Jan Zienkowicz † (2 ottobre 1730 - 23 gennaio 1762 deceduto)
  • Ignacy Jakub Massalski † (29 marzo 1762 - 28 giugno 1794 deceduto)
    • Sede vacante (1794-1798)
  • Jan Nepomucen Kossakowski † (17 novembre 1798 - 26 agosto 1808 deceduto)
    • Sede vacante (1808-1814)
  • Hieronim Stojnowski † (26 settembre 1814 - 17 agosto 1815 deceduto)[10]
    • Sede vacante (1815-1840)[11]
  • Andrzej Benedykt Kłągiewicz † (14 dicembre 1840 - 27 dicembre 1841 deceduto)
    • Sede vacante (1841-1848)
  • Wacław Żyliński † (3 luglio 1848 - 18 settembre 1856 nominato arcivescovo di Mahilëŭ)
  • Adam Stanisław Krasiński, Sch.P. † (27 settembre 1858 - 15 marzo 1883 dimesso)
  • Karol Hryniewicki † (15 marzo 1883 - prima del 28 dicembre 1889 dimesso[12])
  • Antanas Pranciškus Audzevičius † (30 dicembre 1889 - 10 giugno 1895 deceduto)
  • Steponas Aleksandras Žvėravičius † (2 agosto 1897 - 17 settembre 1902 nominato vescovo di Sandomierz)
  • Eduard Baron von der Ropp † (9 novembre 1903 - 25 luglio 1917 nominato arcivescovo di Mahilëŭ)
  • Beato Jurgis Matulaitis-Matulevičius, M.I.C. † (23 ottobre 1918 - 1º settembre 1925 dimesso[13])
  • Jan Feliks Cieplak † (14 dicembre 1925 - 17 febbraio 1926 deceduto)
  • Romuald Jałbrzykowski † (24 giugno 1926 - 19 giugno 1955 deceduto)
    • Sede vacante (1955-1989)
  • Julijonas Steponavičius † (10 marzo 1989 - 18 giugno 1991 deceduto)[14]
  • Audrys Juozas Bačkis (24 dicembre 1991 - 5 aprile 2013 ritirato)
  • Gintaras Grušas, dal 5 aprile 2013

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 835.036 persone contava 661.455 battezzati, corrispondenti al 79,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.031.000 2.300.000 44,8 595 570 25 1.732 53 150 442
1970 287.945 368.813 78,1 244 239 5 1.180 11 147 60
1980 331.589 427.404 77,6 265 258 7 1.251 10 117 71
1987 ? 800.000 ? 103 94 9 ? 9 ? 87
1999 600.000 845.500 71,0 139 104 35 4.316 1 40 221 89
2000 598.000 886.200 67,5 139 106 33 4.302 1 34 220 90
2001 502.400 867.200 57,9 153 114 39 3.283 1 42 215 91
2002 470.000 808.700 58,1 153 115 38 3.071 1 43 222 93
2003 573.000 814.000 70,4 154 116 38 3.720 1 41 226 93
2004 570.000 810.000 70,4 153 111 42 3.725 1 47 220 94
2010 565.620 857.745 65,9 171 126 45 3.307 1 60 198 96
2014 558.847 773.406 72,3 175 131 44 3.193 54 172 95
2017 605.108 827.141 73,2 174 137 37 3.477 50 167 95
2020 655.229 844.585 77,6 168 132 36 3.900 56 159 97
2022 661.455 835.036 79,2 162 129 33 4.083 53 147 97
  1. ^ Vescovo titolare di Sinna.
  2. ^ Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, 15 agosto 2017; Prot. 194/17
  3. ^ Il testo della lettera apostolica in: (PLLA) Kodeks dyplomatyczny katedry i diecezji wileńskiej, wydali Jan Fijałek i Władysław Semkowicz, Krakowie, 1932, T. 1, z. 1, pp. 20-22, nº 10.
  4. ^ La commissione per l'educazione fu inizialmente creata per decidere cosa fare delle scuole dei gesuiti, soppressi nel 1773 da papa Clemente XIV, divenne poi il primo ministero del genere in Europa.
  5. ^ a b Saulius Sužiedėlis, Historical Dictionary of Lithuania, Scarecrow Press 2011, p. 185.
  6. ^ Jozef Kossakowski era dal 1791 anche coadiutore della diocesi di Vilnius. Konrad Eubel, Hierarchia Catholica, VI vol., p. 435. Da non confondere con il cugino Jan Kossakowski, che gli succedette come vescovo di Inflanty e divenne nel 1798 vescovo di Vilnius.
  7. ^ Con un decreto di Alessandro I di Russia del 18 luglio 1803 il seminario di Vilnius fu dichiarato seminario centrale dell'Impero con obbligo per il futuro "alto clero" cattolico russo (vescovi, canonici, giudici ecclesiastici) di studiarvi e prendervi la laurea in teologia o diritto. Per il suo mantenimento veniva stabilita una dotazione annua di 180.000 rubli a carico dell'erario imperiale. Giuseppe Pelczar, Pio IX e il suo pontificato sullo sfondo delle vicende della Chiesa nel secolo XIX, vol. I, Torino, 1909, p. 235. Il seminario di Vilnius rimase il centro principale di studi per il clero cattolico fino all'erezione dell'Accademia teologica cattolica di San Pietroburgo nel 1831, posta sotto la direzione diretta dell'arcivescovo Ignacy Ludwik Pawłowski.
  8. ^ a b c d (PL) Bolesław Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich (966-1939), Archiwa, Biblioteki I Muzea Kościelne, 22, 1971, pp. 325-331.
  9. ^ Dall'11 agosto 1673 amministratore apostolico. Cfr. Eubel, vol. 5, p. 416.
  10. ^ Era già amministratore della diocesi di Vilnius dal 1808.
  11. ^ Dal 1815 al 1826 l'arcivescovo di Mogilёv Siestrzeńcewicz ne fu l'amministratore, dal 1828 al 1840 lo fu Andrej Kłągiewicz, poi nominato vescovo di Vilnius.
  12. ^ Il 19 giugno 1891 fu nominato arcivescovo titolare di Perge.
  13. ^ Nominato arcivescovo titolare di Aduli.
  14. ^ Era amministratore apostolico di Vilnius fin dal 1957.

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