Arnoseris minima
Radicchio dei montoni | |
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Arnoseris minima | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Sottotribù | Cichoriinae |
Genere | Arnoseris Gaertn., 1791 |
Specie | A minima |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Sottotribù | Cichoriinae |
Genere | Arnoseris |
Specie | A. minima |
Nomenclatura binomiale | |
Arnoseris minima (L.) Schweigg. & Körte, 1811 |
La Arnoseris minima (L.) Schweigg. & Körte, 1811 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Arnoseris minima è anche l'unica specie appartenente al genere Arnoseris Gaertn., 1791.[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del genere ( Arnoseris ) deriva da due parole greche arnos ( = agnello o pecora) e seris ( = cicoria).[3] L'epiteto specifico (minima) si riferisce probabilmente alle dimensioni dell'infiorescenza e del fiore in generale.
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum" del 1753, perfezionato successivamente dai botanici tedeschi August Friedrich Schweigger (1783 – 1821) e Heinrich Friedrich Franz Körte (1782-1845) nella pubblicazione Florae Erlangensis 2 del 1811.[4] Il nome del genere è stato proposto dal botanico Joseph Gaertner (1732–1791) nella pubblicazione De Fructibus et Seminibus Plantarum ii. 355. t. 157 del 1791.[5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Habitus. In queste specie sono presenti dei canali laticiferi. L'altezza varia da 5 a 20 cm (massimo 30 cm). La forma biologica della specie è terofita rosulata (T ros), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme con le foglie disposte a formare una rosetta basale.[6][7][8][9][10][11][12]
Radici. Le radici sono di tipo fittonante.
Fusto. La parte aerea del fusto è eretta, semplice e glabra; possono essere presenti una o due ramificazioni dalla metà superiore in poi; il peduncolo sotto il capolino è ingrossato e clavato (alla fruttificazione). Da una rosetta basale possono presentarsi fino a 10 steli.
Foglie. Le foglie sono tutte basali, picciolate a disposizione alterna e formano una rosetta alla base della pianta. La lamina è a forma oblanceolato-spatolata; l'apice è acuto; i bordi sono dentellati e cigliati. Dimensione delle foglie: larghezza 0,5 – 1 cm; lunghezza 3 – 4 cm.
Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da singoli capolini isolati all'apice di peduncoli afilli. I capolini sono formati da un involucro con una forma da campanulata a urceolata composto da diverse brattee (o squame) disposte su una serie (raramente due) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame sono 16 - 20 lunghe 8 – 9 mm a forma lanceolato-lineare con margini scariosi e connate alla base; alla fruttificazione sono indurite e avvolgono gli acheni più periferici (possono essere presenti alcune brattee esterne all'involucro). Il ricettacolo è glabro e "nudo", ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori.[13] Diametro del capolino: 10 – 20 mm. Diametro dell'involucro: 4 – 8 mm. Lunghezza del peduncolo: 3 – 5 cm.
Fiori. I fiori (da 20 a 50 per capolino), tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; sono lunghe 12 – 14 mm e sono colorata di giallo.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[15] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[16]
- Gineceo: lo stilo è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[17] Gli stigmi possono essere pelosi sul lato inferiore, oppure corti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
- Antesi: da maggio a settembre.
Frutti. I frutti sono degli acheni marrone scuro, glabri, rugosi a 8 - 10 coste con 3 - 5 angoli più evidenti, senza becco e con pappo subnullo. Lunghezza dell'achenio: 1,5 mm.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest Europeo (Subatlantico).
Distribuzione: la specie di questa voce è di origine europea (fuori dall'Europa si trova in Anatolia, coste asiatiche del Mediterraneo e Marocco); in Italia è una specie rara e si trova in Piemonte, Lombardia e alcune regioni del Tirreno. All'estero (sempre nelle Alpi) è presente in Francia (dipartimento di Isère). Sugli altri rilievi europei si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi.[19] Negli Stati Uniti orientali è presente ma è considerata specie naturalizzata.[20]
Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono le culture di cereali (è una pianta infestante). Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[19]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico alpino questa specie appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]
- Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile
- Classe: Stellarietea mediae
- Ordine: Centaureetalia cyani
- Alleanza: Scleranthion annui
- Associazione: Arnoseridenion
- Alleanza: Scleranthion annui
- Ordine: Centaureetalia cyani
- Classe: Stellarietea mediae
- Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[21], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[22] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[23]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]
Il basionimo per questa specie è: Hyoseris minima L., 1753.[19]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottotribù Cichoriinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Cichoriinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade insieme alla sottotribù Microseridinae forma un "gruppo fratello".[10]
I seguenti caratteri sono distintivi per la sottotribù:[9]
- sono presenti dei canali laticiferi (non resinosi);
- i fiori sono in genere bluastri;
- il pappo è minuto (quasi assente) con forme irregolari e circondato da scaglie acute.
La sottotribù, da un punto di vista filogenetico, è suddivisa in due subcadi principali. Nel primo subclade Erythroseris e Cichorium formano un "gruppo fratello", mentre Phalacroseris occupa una posizione basale ad entrambi. Nel second subclade Arnoseris e Tolpis formano un "gruppo fratello", mentre Rothmaleria occupa una posizione basale ad entrambi. In precedenti trattazioni il genere di questa voce era descritto all'interno della sottotribù Hypochaeridinae.[10]
I caratteri distintivi per questa specie sono:[9][12]
- il ciclo biologico della specie è annuale;
- il portamento è rosulato con foglie a forma spatolata.
- le brattee dell'involucro sono disposte su una sola serie;
- il pappo è assente.
Il numero cromosomico di A. minima è: 2n = 18 (specie diploide).[9][12]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]La specie di questa voce, in altri testi, può essere chiamato con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
- Arnoseris clavata Bubani
- Arnoseris pusilla Gaertner
- Cichorium arnoseris E.H.L.Krause
- Hyoseris exigua Salisb.
- Hyoseris sprengelii Steud.
- Lapsana gracilis Lam.
- Lapsana minima (L.) All.
- Lapsana pusilla Willd.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 29 agosto 2022.
- ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 13 ottobre 2012.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 14 ottobre 2012.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 14 ottobre 2012.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, pag.196.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 355.
- ^ Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 27 agosto 2022.
- ^ a b c Pignatti 2018, vol.3 pag.1044.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 222.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
- ^ Judd 2007, pag. 523.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 56.
- ^ a b c d e Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 622.
- ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 13 ottobre 2012.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arnoseris minima
- Wikispecies contiene informazioni su Arnoseris minima
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Arnoseris minima Royal Botanic Gardens KEW - Database
- Arnoseris Royal Botanic Gardens KEW - Database
- genere Arnoseris eFloras Database
- http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx?Page=NameDetails&TabNum=0&NameId=14745169-46ed-46d5-8021-09a4a9eb8565[collegamento interrotto] Global Compositae Checklist Database
- genere Arnoseris IPNI Database
- genere Arnoseris EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Arnoseris minima eFloras Database
- http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx?Page=NameDetails&TabNum=0&NameId=db8f1598-c38b-4d1b-8a8d-d8a426c74499[collegamento interrotto] Global Compositae Checklist Database
- Arnoseris minima IPNI Database
- Arnoseris minima EURO MED - PlantBase Checklist Database