Bagno comunale di Firenze
Bagno comunale di Firenze | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | via Sant'Agostino, 8 |
Coordinate | 43°46′00.48″N 11°14′47.4″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1909-1911 |
Realizzazione | |
Costo | 31 585,87 lire |
Costruttore | Cooperativa popolare muratori, manovali e sterratori |
Committente | Comune di Firenze |
Il Bagno comunale è un edificio situato in via Sant'Agostino 8 a Firenze, nel tratto compreso tra piazza Santo Spirito e via Maffia. Realizzato ai primi del Novecento come complesso di bagni e docce pubblici, oggi è gestito dalla Fratellanza Militare di Firenze, che tuttora destina una parte dell'edificio all'antica funzione.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione di un "Bagno Comunale nel Quartiere di Oltrarno", inteso come 'Bagno popolare d'aspersione' (cioè con docce), fu approvata con deliberazioni consiliari del 4 giugno e dell'8 settembre 1908. A un primo progetto - a un solo piano rialzato, perfettamente simmetrico nella composizione con un ampio corpo centrale leggermente più avanzato e due ali - fece seguito una seconda soluzione progettuale che prevedeva un ulteriore corpo di fabbrica esteso sul retro dell'ala destra destinato all'alloggiamento della caldaia, e un più compatto trattamento del fronte, con meno partizioni e aperture e con una maggiore enfasi nel disegno dell'entrata. A tale secondo progetto seguì una terza e ultima redazione che manteneva la simmetria della facciata mentre l'impianto si ampliava sul retro dell'ala destra destinata ai bagni per le donne[1].
La realizzazione, prevista lungo la via Sant'Agostino, rendeva necessari gli espropri di alcuni stabili confinanti con una proprietà comunale preesistente, posta in diretta comunicazione con le scuole comunali di via Maffia; la demolizione di tali stabili, di proprietà Cappuccini, Marinai, Orlandi e Fagnoni[2] fu deliberata il 12 settembre 1909 e affidata, al pari dei lavori di costruzione del nuovo bagno, alla Cooperativa popolare muratori, manovali e sterratori. Le demolizioni vennero concluse nel dicembre del 1909 e il 30 giugno 1911 risulta terminato il nuovo edificio, collaudato dall'ingegnere Giovanni Bellincioni nel settembre dello stesso anno.
La spesa totale della costruzione, prevista di lire 29 499,42, ascese a lire 31 585,87 di cui 1 374,75 alla Cooperativa Popolare, 816,77 alla ditta Bernieri Gino, 270,06 alla ditta Fratelli Ridi, 179,90 alla Società per impianti e forniture elettriche, 123,97 alla ditta Cardini Giuseppe e 28 820,42 alla ditta Koerting che realizzò l'impianto di riscaldamento e ventilazione.
Tra il 1982 e il 1983, data la notevole altezza dei locali, è stata effettuata una completa ristrutturazione interna dell'edificio che ha portato alla creazione ex novo di un piano primo e alla separazione definitiva dell'ala destra, anch'essa totalmente rimaneggiata per uso di un'associazione di pubblica assistenza.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio sorge nel popoloso quartiere di Santo Spirito; la costruzione venne quindi inserita senza soluzioni di continuità nel fitto tessuto dell'edilizia storica del quartiere, contigua a edifici religiosi e residenziali e intimamente collegata alla vita del quartiere stesso: oltre ai normali orari di apertura quotidiani, il bagno pubblico rimane infatti aperto anche in occasione di manifestazioni serali in piazza Santo Spirito per consentire l'uso dei servizi igienici.
A un solo piano rialzato, il bagno pubblico comunale prospetta sulla via Sant'Agostino con una facciata piuttosto sviluppata in lunghezza, segnata al centro da un ampio fornice d'ingresso rettangolare e perfettamente simmetrica nelle dimensioni e nel trattamento delle due ali.
Nella lunga compagine degli affacci sulla strada, la qualificazione e il decoro dell'edificio sono affidati a numerosi e massicci inserti in pietra che costituiscono l'alta zoccolatura di base, le pesanti incorniciature delle finestre, la trabeazione e l'attico di coronamento del fornice d'ingresso. Bugne rustiche poste in verticale rafforzano inoltre gli spigoli dell'ingresso, segnano i confini della costruzione e spartiscono ciascuna delle due ali in due distinti settori inquadrando le specchiature di mattoni faccia a vista.
Nel complesso, la facciata rivela una tarda derivazione secessionista, particolarmente amplificata nel disegno del fornice centrale che appare affiancato da due corpose mensole a riccio nella parte superiore delle lesene di sostegno del tratto di trabeazione aggettante, nel cui fregio un cartiglio reca la scritta Bagno Comunale (oggi coperta, ma visibile fino al 2020), e coronato infine da un attico, ai lati del quale si prolungano le metope poste a mo' di capitelli sopra i mensoloni stessi.
Chiuso da una cancellata in ferro battuto, il fornice immette in un piccolo atrio rettangolare, sorta di spazio-diaframma tra esterno e interno, sulle cui pareti si prolungano le fasce in pietra a inquadramento delle specchiature a intonaco e che sulla parete di fondo si modellano in una robusta incorniciatura della porta d'ingresso, preceduta da una breve scalinata rettilinea in marmo e sovrastata del giglio fiorentino.
A esclusione dell'infisso in legno e vetri della porta d'ingresso, all'interno più nulla rimane della costruzione originaria: il rifacimento operato negli anni tra il 1982 e il 1983 ha portato alla completa ridistribuzione dei locali, alla scomparsa di tutte le finiture originali e all'accecamento interno delle finestre di facciata.
La notevole altezza dei locali (5,23 metri), ha consentito infatti la creazione di un primo piano, collegato tramite una scala interna a tre rampe addossata sulla parete di fondo del vestibolo.
Al piano terreno il settore di sinistra, in origine destinato a bagni per gli uomini, è stato nella prima parte adattato a gabinetti mentre la sala sul fondo è destinata al personale di servizio e affaccia con una porta finestra sul non vasto cortile posteriore. Al primo piano, il pianerottolo di arrivo della scala in marmo disimpegna le due ali, quella destra per gli uomini e quella sinistra per le donne, ciascuna delle quali divisa in cabine doccia e bagni posti ai lati del corridoio centrale.
L'ala destra, in origine destinata ai bagni per le donne ed accessibile anche dal vestibolo, è stata definitivamente separata e ha subito anch'essa un completo rifacimento interno; è occupata dalla Fratellanza Militare che si avvaleva come entrata della porticina già di servizio aperta sulla stessa via Sant'Agostino.
Sul cortile retrostante, destinato a parcheggio riservato carrabile tramite un accesso su via Maffia, sorge inoltre un piccolo annesso a un solo piano, anch'esso in uso alla associazione di pubblica assistenza.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Si vedano i molti materiali conservati presso l'Archivio disegni dell'Archivio storico del Comune di Firenze che tuttavia tacciono sull'architetto progettista.
- ^ individuati sulle carte catastali alla sezione G, particelle n¡ 156, 157, 158, 159, 160.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Stefano Bertocci, I disegni dell'Archivio Storico Comunale di Firenze, Firenze, Edizioni Polistampa, 1998, pp. 231-232, nn. 265-266.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bagno comunale di Firenze
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL)
- Scheda su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.