Barngarla
Barngarla | |
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Luogo d'origine | Australia Meridionale |
Lingua | lingua Barngarla |
Gruppi correlati | Aborigeni australiani |
I Barngarla (compitazione alternativa Parnkalla/Pangkala) sono un gruppo di aborigeni australiani originari della porzione costiera orientale della penisola di Eyre, in Australia Meridionale.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]L'areale tradizionale dei Barngarla aveva un'estensione stimata di 17500 chilometri quadrati, dalle coste orientali del lago Torrens[1] a Port Augusta, ad ovest fino alle pendici meridionali dei Gawler Ranges[2] e a sud lungo la costa del golfo di Spencer fino a Cleve e Cowell[3].
Al momento dell'arrivo dei coloni nell'area, i Barngarla erano sotto pressione da parte dei Kokatha che li scacciarono dai territori settentrionali[3], mentre la pressione dei coloni da est spinse questo popolo a mischiarsi coi confinanti Nauo.
Il 22 gennaio 2015 ai Barngarla è stato garantito il titolo nativo su 44481 chilometri quadrati, vale a dire circa i due terzi della penisola di Eyre[4][5][6], compresi i centri regionali di Port Lincoln, Whyalla e dal 24 settembre del 2021 le propaggini occidentali di Port Augusta[7].
I Barngarla erano soliti vivere lungo le aree costiere per gran parte del'anno, salvo spingersi stagionalmente verso l'interno per motivi cerimoniali od occasioni speciali[8].
Usi
[modifica | modifica wikitesto]I Barngarla vestivano perlopiù mantelli in pelle di canguro, specialmente durante i mesi freddi. Essi erano soliti pattugliare le coste alla ricerca di frutti di mare che rappresentavano assieme ai semi di acacia costiera (noti come nondo) e ai frutti di Carpobrotus modestus gran parte della loro dieta[9], integrata inoltre stagionalmente con carne di canguro, emù, serpenti e altri rettili. Per la caccia, i Barngarla si servivano principalmente di giavellotti in legno: particolarmente apprezzato per lo scopo era Eucalyptus multicaulis, al punto che quando i territori tradizionali settentrionali dei Barngarla vennero persi a favore di Kokatha, essi si spinsero in direttrice sud-ovest fino a Tumby Bay per rifornirsi del legno di questo particolare albero[3].
Le popolazioni settentrionali prendono il nome di Wartabanggala, mentre quelle meridionali sono note col nome di Malkaripangala[3]: il reverendo Clamor Wilhelm Schürmann parlava di una divisione di classe fra Mattiri e Karraru, tuttavia tale divisione è stata confutata e si tende a credere che i Barngarla siano piuttosto divisi nelle fratrie dei Kirraroo e dei Matturri[10] o nei sottogruppi dei Wambiri yurarri ("gente della costa") e dei Battara yurarri ("gente dell'eucalipto).
Alcuni Barngarla includono sé stessi nel gruppo tribale moderno degli Adnyamathanha[11].
I Barngarla erano soliti praticare sia la circoncisione che la subincisione del pene[3].
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Il Tempo del Sogno dei Barngarla è incentrato attorno alle Pleiadi (le "sette sorelle").
La figura maschile principale del pantheon Barngarla è Yulanya, al quale sono state intitolate le località di Uley, Yeelanna, Yallunda Flat, Yallunna, Yulina, Palanna Fountain.
Periodicamente i Barngarla si riunivano sulle coste, dove gli uomini cantavano dall'alto di una scarpata mentre le donne danzavano sulla spiaggia, al fine di ingraziarsi gli squali e i delfini della zona e convincerli a spingere i banchi di pesce vicino alla costa garantendo una pesca abbondante.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I Barngarla, assieme ai confinanti Nauo, hanno mostrato un'incrollabile ostilità nai confronti dei coloni europei[12]: fin dalla fondazione di Port Lincoln nel 1839, infatti, bande di appartenenti a questo popolo sono state coinvolte in innumerevoli attacchi (condotti o subiti), ritorsioni, saccheggi[13].
Assieme ad altri gruppi aborigeni della zona (Kokatha, Wirangu e Nauo), anche i Barngarla conservano una tradizione orale relativa agli eventi del cosiddetto massacro di Waterloo Bay del 1849.
Nel 1850 vennero aperte due missioni in territorio Barngarla, a Port Lincoln e a Poonindie: quest'ultima sopravvisse fino al 1894, quando venne chiusa e i residenti trasferiti ad altre missioni[14].
Nel 2023 i Barngarla hanno vinto il contenzioso volto a impedire la costruzione di un impianto di stoccaggio di scorie nucleari a Kimba[15].
Lingua
[modifica | modifica wikitesto]La lingua originaria dei Barngarla era appunto il Barngarla, di cui gli ultimi parlanti madrelingua sono verosimilmente venuti a mancare durante gli anni '60: la lingua si era conservata in documenti vecchi anche di 170 anni, oltre che nelle canzoni del Tempo del Sogno conosciute dai ragazzi della generazione rubata, a partire dai quali il linguista Ghil'ad Zuckermann ha lanciato nel 2011 la proposta (entusiasticamente accolta dalle comunità locali) di rivitalizzarla[16][17].
I Barngarla sono noti con una serie di altri nomi:
- Arkaba-tura ("gli uomini di Arkaba")
- Bangala / Bungela / Banggala / Bahngala / Bungeha
- Jadliaura
- Kooapidna / Kooapudna (banda della municipalità di Franklin Harbour)
- Kortabina (toponimo)
- Pamkala / Pankalla / Parnkalla / Parn-kal-la / Pankarla / Punkalla / Punkirla
- Wanbirujurari ("uomini delle coste", nome che le tribù settentrionali davano a quelle meridionali)
- Willara / Willeuroo ("occidentali")
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Green, W. M., The Australian race: its origin, languages, customs, place of landing in Australia and the routes by which it spread itself over the continent (PDF), 2 - Eastern Shore of Lake Torrens, Edward Micklethwaite Curr - J. Ferres, 1886, p. 126–127.
- ^ (EN) James Bryant, Folklore, manners, customs and languages of the South Australian aborigines (PDF), Gawler Ranges, George Taplin - E Spiller, Acting Government Printer, 1879, p. 103.
- ^ a b c d e (EN) Tindale, N. B., Aboriginal Tribes of Australia: Their Terrain, Environmental Controls, Distribution, Limits, and Proper Names, Pangkala(SA), Australian National University Press, 1974, ISBN 978-0-708-10741-6.
- ^ (EN) Indigenous Barngarla Australians win land claim, su BBC News, 22 gennaio 2015.
- ^ (EN) Long-running Eyre peninsula native title claim upheld in Australia's federal court, su The Guardian Australia, 22 gennaio 2015.
- ^ (EN) Gage, N. & Whiting N., Barngarla people granted partial native title over large area of SA Eyre Peninsula, su ABC News, 28 gennaio 2015.
- ^ (EN) Roberts, G. & Gooch, D., Barngarla people granted native title over Port Augusta after 25-year fight, su ABC News, 24 settembre 2021.
- ^ (EN) Port Lincoln Council, Port Lincoln History and Heritage, su History and Heritage.
- ^ (EN) Scott Cane, A Cultural Heritage Investigation of the Whalers Way Orbital Launch Complex (PDF), su plan.sa.gov.au, 23 giugno 2020.
- ^ (EN) Mark Clendon, Clamor Schürmann's Barngarla grammar: A commentary on the first section of A vocabulary of the Parnkalla language, University of Adelaide Press, 2015, ISBN 978-1-925-26111-0.
- ^ (EN) Our Story, su Nepabunna.
- ^ (EN) Jane Morrison, Some Known Conflicts in South Australia, su Australian Frontier Conflicts, 5 ottobre 2022.
- ^ (EN) Regina Ganter, Port Lincoln (1843-1852), su Griffith University - German Missionaries in Australia. URL consultato il 10 giugno 2023.
- ^ (EN) Aboriginal missions in South Australia: Poonindie, su State Library of South Australia. URL consultato il 6 ottobre 2023.
- ^ (EN) Barngarla people win legal challenge to halt a nuclear dump on their Country at Kimba, su NITV, 18 luglio 2023-07-18.
- ^ (EN) Ghil'ad Zuckermann, A world-first in language reclamation, su University of Adelaide, 19 dicembre 2018.
- ^ (EN) Anna Goldsworthy, In Port Augusta, an Israeli linguist is helping the Barngarla people reclaim their language, su The Monthly, Settembre 2014.