Basilica santuario di Maria Santissima Annunziata

Basilica santuario della Madonna di Trapani
L'ingresso principale
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneSicilia
LocalitàTrapani
Coordinate38°01′08.72″N 12°32′30.16″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareAnnunciazione di Maria
Diocesi Trapani
ArchitettoNicola Pisano
Giovanni Biagio Amico
Stile architettonicobarocco-rinascimentale
Inizio costruzioneXIII secolo
Completamento1742
Sito webSito ufficiale

La basilica santuario di Maria Santissima Annunziata è un luogo di culto cattolico di Trapani. La basilica è dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.[1][2][3] Il santuario comprende la Cappella della Madonna di Trapani.

Il campanile, successivo, ultimato nel XVII secolo.
Cappella della Madonna di Trapani.
La statua con le reliquie di Sant'Alberto degli Abati.
L'altare con la statua della Madonna di Trapani.

Epoca svevo - aragonese

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I Carmelitani scacciati da Gerusalemme e condotti in Sicilia nel 1194 si insediano a Trapani nell'area dell'attuale recinto conventuale, primo abate fu Palmerio.[4]

La prima chiesetta, quella di Santa Maria del parto, è assegnata ai carmelitani, data il 1240.

Il 20 novembre 1270 la chiesa ospitò per alcuni giorni le spoglie mortali di Luigi IX di Francia morto a Tunisi durante l'ottava crociata[5][6] assieme al cardinale Rodolfo (Raoul Grosparmi) vescovo di Albano, fervente sostenitore della campagna contro gli infedeli. Filippo III di Francia dispose il temporaneo trasferimento dei resti del padre presso la Cappella di San Luigi dei Francesi della cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale, infine nella basilica cattedrale di Saint Denis.

Il completamento del primitivo tempio e attestato da una lapide recante la data 1332.[1]

Epoca spagnola

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Risale al 1537 il completamento della Cappella della Madonna di Trapani per opera dei Gagini.[5] Essa custodisce la preziosa statua in marmo pario della Madonna di Trapani, raffigurante la Vergine con bambino, opera attribuita a Nino Pisano, sbarcata a Trapani dopo il 1300, e venerata in tutto il Mediterraneo.[7]

Ampliata nel Settecento nelle forme attuali su progetto dell'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico.[1][8]

Epoca contemporanea

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Papa Pio XII il 25 marzo 1950, elevò il santuario al titolo e dignità di Basilica pontificia minore [9][10].

È il santuario mariano più famoso della Sicilia occidentale.[11] Affidata all'ordine carmelitano, la basilica appartiene al Fondo Edifici di Culto.

Rosone e portale gotico.[8]

Campanile[1][8] sul lato meridionale del prospetto, opera di Simone Pisano.

La navata, con sedici colonne e con stucchi argentati, fu trasformata nel 1742, su progetto dell'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, in stile barocco-rinascimentale.[12] Un rosone a raggiera sovrasta il portale principale.[13]

Opere documentate

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Nella navata le tele raffiguranti la Nascita di Maria, Presentazione di Maria al Tempio, Visitazione, Presentazione di Gesù al Tempio, Transito di Maria, Assunzione di Maria opere del gesuita Giuseppe Felici.

  • 1735c., Vergine tra i Santi con la raffigurazione della Città di Trapani ai suoi piedi, olio su tela, opera di Domenico La Bruna.
  • 1582, Leggìo, manufatto bronzeo documentato nel coro, opera di Annibale Scudaniglio.[20][22]
  • XVI secolo, Precursore ovvero San Giovanni Battista nell'atto di battezzare Gesù, dipinto sullo stile della scuola del Giorgione in cornu evangelii dell'altare maggiore.[21]
  • ?, Volti di Musulmani, dipinto, opera in cornu evangelii dell'altare maggiore.[21]
  • 1486, Pila, manufatto marmoreo di stile rinascimentale d'autore ignoto.[23]
  • 1539, Pitture e indorature, attività documentate di Francesco Martorana e Orazio d'Alfano il Perugino.[24]

Annesso alla chiesa vi è il convento generalizio[3][25] dei padri carmelitani, che era il più grande dell'Ordine in Italia, con il chiostro.

  • Chiostro grande, con portici e loggiati, costituito da 80 colonne.[21]
  • Chiostro settentrionale con cella - chiesetta di Sant'Alberto. Sull'architrave un'iscrizione recita:[26]

"HÆC FVIT ALBERTI DREPANENSI CÆLVLA SANCTI SISTE GRADVM - ATQVE PIAS PECTORE FVNDITE PRECES".

Gran parte dei locali del convento ospitano il Museo regionale Agostino Pepoli che custodisce anche il "tesoro della Madonna". Davanti alla basilica vi è il giardino della villa Pepoli, ora villa comunale.

Congregazione
  • 1660c., Congregazione del Crocifisso, detta la Figurella.[27] Sodalizio fondato con il compito di lavare i piedi ai pellegrini devoti.
  • San Clemente

Sotto l'altare della basilica giacciono le spoglie (alcune reliquie) di san Clemente, martire romano.

  • Sant'Alberto degli Abbati

Nella chiesa vi è una cappella eretta nel 1586 dove si trova la statua reliquario argenteo del trapanese sant'Alberto degli Abbati, opera dell'argentiere Vincenzo Bonaiuto, e che custodisce ancora le sue reliquie, tra cui il teschio intero del santo[14][28]

  • Beato Rabatà

Al fianco vi è la celletta dove abitava sant'Alberto, e dove sono le reliquie del beato Luigi Rabatà.

La Madonna di Trapani

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Lo stesso argomento in dettaglio: Madonna di Trapani (Nino Pisano).
Madonna di Trapani, particolare.

L'ingresso laterale della basilica conduce alla cappella della Madonna.

La Madonna di Trapani[29] fu coronata nel Capitolo Vaticano nel 1734. Una seconda coronazione fu effettuata per volere di Pio XII nel 1935.[30]

La festa della Madonna di Trapani è, assieme alla processione dei Misteri della settimana santa, l'evento religioso più importante del capoluogo.

La "Madonna di Trapani" è venerata sia in Italia che all'estero. Qui ricordiamo: Messina,[31] Tonnarella, Palagonia,[32] Palermo,[33] Genova, Tunisi.

Feste religiose

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  • 13 - 16 agosto, Festa della Madonna di Trapani, quindicina, cortei processionali, manifestazioni documentate.[34]

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b c d Giuseppe Maria di Ferro, p. 281.
  2. ^ a b Pagina 490, Diego Ciccarelli, Marisa Dora Valenza, "La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni: atti del convegno di studio - Palermo 1 - 4 dicembre 2004" [1], Volume unico, Palermo, Biblioteca Francescana, Officina di Studi Medievali, 2006.
  3. ^ a b Touring Club Italiano, p. 285.
  4. ^ Giuseppe Pitrè, p. 463.
  5. ^ a b c d e f g h Giovanna Power, pag. 191.
  6. ^ Giuseppe Maria di Ferro, pp. 283 e 284.
  7. ^ Giuseppe Pitrè, pp. 463 e 464.
  8. ^ a b c d e f g Touring Club Italiano, p. 286.
  9. ^ Il Santuario elevato al titolo e dignità di Basilica Pontificia Minore, su madonnaditrapani.org. URL consultato il 23 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2015).
  10. ^ (EN) Basilica santuario di Maria Santissima Annunziata, su GCatholic.org. URL consultato il 23 dicembre 2015.
  11. ^ Origini e vicende storiche del luogo di culto, su madonnaditrapani.org. URL consultato il 23 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2015).
  12. ^ Giuseppe Maria di Ferro, p. 282.
  13. ^ Arte della Chiesa, su madonnaditrapani.org. URL consultato il 23 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2014).
  14. ^ a b c d Giuseppe Maria di Ferro, p. 286.
  15. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 399 - 402, 446, 455.
  16. ^ Giuseppe Maria di Ferro, p. 287.
  17. ^ Gioacchino di Marzo, p. 636.
  18. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 40, 46.
  19. ^ Giuseppe Maria di Ferro, pp. 287-290.
  20. ^ a b c Giuseppe Maria di Ferro, p. 283.
  21. ^ a b c d e Giuseppe Maria di Ferro, p. 284.
  22. ^ Gioacchino di Marzo, p. 637.
  23. ^ Gioacchino di Marzo, p. 90.
  24. ^ Gioacchino di Marzo, p. 498.
  25. ^ Giuseppe Maria di Ferro, pp. 281 e 286.
  26. ^ Giuseppe Maria di Ferro, p. 285.
  27. ^ Giuseppe Pitrè, p. 467.
  28. ^ Gioacchino Di Marzo nelle sue opere sulla scultura in Sicilia, lo attribuisce invece a Annibale Gagini, che lo realizzò nel 1585.
  29. ^ Giuseppe Pitrè, pp. 464 e 465.
  30. ^ La via dei Santuari Mariani, su diocesi.trapani.it. URL consultato il 23 dicembre 2015.
  31. ^ La vera storia del Santuario - Santuario Madonna di Trapani a Messina, su santuariomadonnaditrapani-messina.com. URL consultato il 23 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2015).
  32. ^ Parrocchia Madonna di Trapani – Palagonia, su diocesidicaltagirone.it. URL consultato il 23 dicembre 2015.
  33. ^ Antonio Mongitore, Palermo divoto di Maria Vergine, e Maria Vergine protettrice di Palermo, vol. 1, Palermo, Stamperia di Gaspare Bayona, 1719, p. 188. URL consultato il 23 dicembre 2015.
  34. ^ Giuseppe Pitrè, pp. 463 e seguenti.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàGND (DE7700221-0