Classe Bernina
Classe Bernina | |
---|---|
Descrizione generale | |
Tipo | motonavi miste |
Armatore | Adriatica di Navigazione |
Porto di registrazione | Venezia |
Costruttori | Cantiere Ansaldo (Bernina, Brennero) Cantieri Riuniti dell'Adriatico (Stelvio) |
Cantiere | Livorno (Bernina, Brennero) Monfalcone (Stelvio) |
Impostazione | 15 giugno 1957 |
Varo | 1º giugno 1958 (la capoclasse) |
Consegna | 18 febbraio 1959 |
Entrata in servizio | 24 febbraio 1959 (la capoclasse)[1] |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | 4 410 (la capoclasse) tsl |
Portata lorda | 2 354 (la capoclasse)[2] tpl |
Lunghezza | 109,8 m |
Larghezza | 16,2 m |
Pescaggio | 5,9 m |
Propulsione | 2 motori Diesel FIAT - C.R.D.A. 605T 5 cilindri in linea, 5 000 cavalli |
Velocità | 16,5 nodi (30,56 km/h) |
Capacità di carico | 4 stive per il carico, 3 640 metri cubi in totale |
Equipaggio | 70 |
Passeggeri | 81 |
Ogliari Vol. VI, p. 1930[3] Marchi, Cariello, pp. 553-554[4] Stelvio, su mucamonfalcone.it. URL consultato il 27 novembre 2022. | |
voci di navi passeggeri presenti su Wikipedia |
La Classe Bernina era una serie di tre motonavi miste costruite tra il 1958 e il 1959 per l'Adriatica di Navigazione.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Lunghe 110 metri e larghe 16, le tre navi della classe avevano una stazza lorda di circa 4 400 tonnellate e raggiungevano una velocità di servizio di 16,5 nodi grazie a due motori Diesel della potenza complessiva di 4 400 cavalli[5]. Disponevano di sistemazioni per 81 passeggeri e di quattro stive per il carico, con un volume complessivo di 3 640 metri cubi[4]. Le sistemazioni per i passeggeri erano pensate per una clientela prevalentemente turistica, e non erano quindi suddivise in tre classi; poiché l'econonomicità dell'offerta avrebbe dovuto essere una delle maggiori attrattive per i passeggeri, le finiture e gli arredi, pur di buon livello, non raggiungevano il lusso delle unità destinate ai servizi di linea[3][4]. A livello di dotazioni di bordo, le navi si segnalavano per la presenza dell'innovativo sistema di stabilizzatori antirollio con pinne regolabili Denny Brown[3].
Gli spazi destinati ai passeggeri, interamente dotati di aria condizionata, erano disposti su tre ponti: le cabine, doppie o singole e con servizi privati, occupavano i ponti D (Principale) e C (Coperta), mentre gli spazi comuni, che comprendevano un bar con veranda, una galleria con biblioteca e la sala da pranzo, erano sul soprastante ponte B (Imbarcazioni)[3][6]. Gli interni della Bernina e della Brennero furono progettati da Gustavo Pulitzer-Finali, mentre la Stelvio fu assegnata a Nino Zoncada, che curò anche la realizzazione delle cabine su tutte e tre le unità[6]. Sulla Stelvio, complici le dimensioni ridotte della nave, Zoncada scelse di mantenere una certa uniformità nelle finiture dei diversi ambienti, tutti accomunati da una pavimentazione in gomma blu e con pareti nere, in laminato grigio o in frassino decapato[6]. La veranda di prua fu arricchita da una quinta decorata da Emanuele Luzzati, con tema i viaggi di Marco Polo, che serviva a separare la zona soggiorno dal bar; la parete di fondo dello scalone era invece decorata da una composizione di pannelli di legno con incisioni di Tranquillo Marangoni[6].
Servizio
[modifica | modifica wikitesto]Le tre unità furono varate in rapida successione: la Bernina scese in acqua il 1º giugno 1958, la Stelvio il 6 luglio e la Brennero il 20 luglio dello stesso anno[3]. Entrarono in servizio rispettivamente il 24 febbraio, il 25 marzo e il 22 aprile dell'anno seguente, su un itinerario con scali a Trieste, Venezia, Bari, Alessandria d'Egitto, Porto Said, Beirut, Famagosta, Laodicea, Mersina, Rodi, Smirne, Il Pireo, Napoli, Marsiglia, Genova, Livorno e Catania, alternando partenze dall'Adriatico e dal Tirreno[1][3][7][8]. Le navi, pur dedicate principalmente al servizio merci, effettuavano anche un servizio di tipo turistico, con i biglietti dei passeggeri che comprendevano, oltre al trasporto sulla tratta prescelta, anche delle escursioni a terra[8].
Il 25 luglio 1959, a pochi mesi dall'entrata in servizio, la Stelvio entrò in collisione con la motonave Donatella Parodi ad Alessandria d'Egitto, riportando gravi danni; la nave fu rimorchiata a Monfalcone e dovette rimanere ferma per le riparazioni per sette mesi[7]. Le tre navi rimasero in servizio sulla stessa linea senza ulteriori eventi fino al 1967, quando, in seguito alle tensioni causate dai conflitti arabo israeliani e dalla chiusura del canale di Suez, gli itinerari iniziarono a subire modifiche temporanee omettendo occasionalmente gli scali di Haifa, Alessandria d'Egitto o Porto Said per motivi di sicurezza[9]. Nel maggio 1973 la Stelvio partecipò al soccorso dei passeggeri del traghetto greco Knossos, incendiatosi in acque cipriote[5][9].
Negli anni '70, l'affermazione del trasporto aereo e la complessa situazione geopolitica del Mediterraneo Orientale causarono una forte diminuzione nel numero di passeggeri trasportati dalle navi dell'Adriatica[10]. Di conseguenza, la flotta e i servizi effettuati dalla compagnia statale furono rivoluzionati; nel corso del 1975 Brennero e Bernina furono spostate sulla linea per Istanbul, per poi essere poste in disarmo a Venezia insieme alla gemella Stelvio tra il dicembre 1975 e il gennaio 1976[11]. Bernina e Brennero rimasero in disarmo fino al luglio 1978, quando furono vendute alla Arab Navigation Co. di Alessandria d'Egitto, prendendo i nomi di El Hassen e Abu El Kassem; nello stesso anno la Stelvio, non concretizzatosi un progetto di convertirla in nave scuola per la Marina Militare[5], fu venduta a una compagnia greca, prendendo bandiera panamense[11].
La Stelvio non riprese mai servizio, passando più volte di mano fino alla demolizione nel 1986[12]; le altre due unità furono impiegate per il trasporto di pellegrini verso la Mecca, venendo in seguito demolite.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Da Genova una nuova motonave salpa sulle rotte del Levante, in Corriere della Sera, 22-23 aprile 1959.
- ^ Trizio, p. 105.
- ^ a b c d e f Ogliari Vol. VI, p. 1930
- ^ a b c Marchi, Cariello, pp. 553-554.
- ^ a b c Stelvio, su mucamonfalcone.it. URL consultato il 27 novembre 2022.
- ^ a b c d Piccione, p. 139
- ^ a b Trizio, pp. 46-47.
- ^ a b Tre nuove motonavi sulla rotta del Levante, in Corriere della Sera, 26-27 febbraio 1959.
- ^ a b Ogliari Vol. VI, pp. 2044-2045
- ^ Ogliari Vol. VI, pp. 2052-2054.
- ^ a b Ogliari Vol. VI, p. 2059.
- ^ Trizio, p. 125.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Ogliari, Trasporti marittimi di linea, volume sesto - Gli anni della Fenice, il Gruppo Finmare, le compagnie sovvenzionate dal 1945 al 1985, Milano, Cavallotti Editori, 1985.
- Pasquale Trizio, Adriatica Venezia (1932-2004), Bari, Gelsorosso, 2008, ISBN 978-88-89735-28-2.
- Paolo Piccione, Nino Zoncada. Interni navali 1931-1971, Genova, GMT Edizioni, 2007, ISBN 978-88-95171-08-1.
- Vittorio Marchi e Michele Cariello, Cantiere Fratelli Orlando - 130 anni di storia dello stabilimento e delle sue costruzioni navali, Livorno, Belforte Editore Libraio, 1997, ISBN 88-7997-026-7.