La figlia di Jorio (Pizzetti)
La figlia di Jorio | |
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Locandina della Figlia di Iorio di Alberto Franchetti | |
Lingua originale | italiano |
Genere | tragedia pastorale |
Musica | Ildebrando Pizzetti |
Libretto | Ildebrando Pizzetti |
Fonti letterarie | La figlia di Jorio di Gabriele D'Annunzio |
Atti | tre |
Prima rappr. | 4 dicembre 1954 |
Teatro | Teatro San Carlo di Napoli |
Personaggi | |
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La figlia di Jorio è un'opera di Ildebrando Pizzetti su libretto proprio derivato dall'omonima tragedia di Gabriele D'Annunzio. La prima rappresentazione ebbe luogo il 4 dicembre 1954 al Teatro San Carlo di Napoli.[1][2]
Gli interpreti furono i seguenti:[1]
Personaggio | Interprete |
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Lazaro di Roio | Giangiacomo Guelfi |
Candia della Leonessa | Elena Nicolai |
Aligi | Mirto Picchi |
Splendore | Fernanda Cadoni |
Favetta | Maria Teresa Mandalari |
Ornella | Maria Luisa Malagrida |
Teodula di Cinzio | Anna Maria Canali |
Mila di Codro | Clara Petrella |
Femo di Nerfa | Gerardo Gaudiosi |
Iona di Midia Mietitore | Saturno Meletti |
La vecchia delle erbe | Giuseppina Sani |
Cosma | Plinio Clabassi |
Direttore era Gianandrea Gavazzeni, regista Roberto Rossellini, scenografo Cesare Maria Cristini.
La prima rappresentazione fu accolta con «clamoroso successo» e «applausi scroscianti».[3]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]La trama ricalca fedelmente quella della storia di D'Annunzio, ma i versi vennero rivisti e adattati da Pizzetti.
In Abruzzo, presso le Grotte del Cavallone, la famiglia di Lazaro di Roio del Sangro è in festa per il matrimonio del figlio Aligi. Costui però rifiuta la sposa quando vede arrivarsi, dopo manifestazioni di presagi oscuri, la contadina Mila, inseguita da dei mietitori che vogliono recarle violenza. Aligi la protegge, e presto se ne innamora. Ma rompendo i legami con la sua famiglia, Aligi la getta in disonore e in disgrazia, così si reca a Roma per ottenere aiuto dal papa. Nel frattempo Mila trascorre la vita ne paese di Lama dei Peligni, nascosta nelle grotte, e viene a sapere della tragica esistenza della famiglia di Lazaro. Tutti sostengono che Mila sia una strega e che porti sventura, e così quando Aligi torna da Roma, scopre che la sua amata è stata processata come eretica e bruciata viva.
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Andrea Della Corte giudicò l'opera una delle poche dell'epoca che, schivato il pericolo dell'eccentricità mirata allo scandalo, «abbiano affisato l'ideale dell'arte e diano un nobile piacere».[3] I personaggi declamano intonando nello stile di Pizzetti ma con accresciuta cantabilità, vogliono essere «piuttosto coralmente osservati che distinti», accompagnati dall'orchestra che «mai stride né abbaglia ma è discreta e sommessa».[3]
Dopo la première l'opera fu rappresentata, tra il 1955 e il 1957, a Venezia, Torino, Parma, Milano, Roma e Firenze.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b almanacco di amadeusonline (consultato il 7 agosto 2012)
- ^ Dizionario dell'opera
- ^ a b c Andrea della Corte, La figlia di Jorio di Pizzetti rappresentata al San Carlo, La Stampa, 5 dicembre 1954, pagina 5
- ^ almanacco di amadeusonline Archiviato il 14 marzo 2016 in Internet Archive. (consultato il 7 agosto 2012)
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Raffaele Manica: Figlia di Jorio, La, in Piero Gelli (curatore), Dizionario dell'opera, Milano, Baldini&Castoldi, 1996, ISBN 88-8089-177-4.
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