Orseolo (opera)

Orseolo
Lingua originaleitaliano
Generedramma
MusicaIldebrando Pizzetti
LibrettoIldebrando Pizzetti
Attitre
Epoca di composizione1931-32 (libretto)

1933-1935 (musica)[1]

Prima rappr.5 maggio 1935
TeatroTeatro Comunale di Firenze
Personaggi
  • Marco Orseolo, inquisitore di Stato, capo dei Dieci (basso)
  • Contarina Orseolo (soprano)
  • Marino Orseolo (tenore)
  • Il senatore Michele Soranzo (baritono)
  • Rinieri Fusinèr (tenore)
  • Alvise Fusinèr (baritono)
  • Delfino Fusinèr (tenore)
  • Il doge (basso)
  • Andrea Grimani (baritono o basso)
  • Luca (baritono o basso)
  • Lazaro (tenore)
  • Nicolò (tenore)
  • La balia Levantina (mezzosoprano)
  • Un servo di ca’ Orseolo (tenore o baritono)
  • Voce di un gondoliere (tenore)
  • Un giovane mascherato (tenore)
  • Una ragazza (soprano o mezzosoprano)
  • Due vecchie (mezzosoprano, contralto)
  • Un vecchio (basso)
  • Una voce lontana (tenore)
  • Un gentiluomo (tenore)
  • Una giovane donna (soprano o mezzosoprano)
  • Un vecchio senatore (basso)
  • Una vecchia dama (mezzosoprano)
  • Due servi di casa Grimani (tenore, baritono)
  • La madre superiora (mezzosoprano)
  • Cate, una giovane madre (mezzosoprano)
  • Il Rosso (tenore)
  • Toni (baritono o basso)
  • Un vecchio pescatore (basso)
  • Un vecchietto (baritono o basso)
  • La Levantina (contralto)
  • Maschere, soldati, popolo, signori e dame, ambasciatori del doge e del senato, servi di ca’ Orseolo, gondolieri

Orseolo è un'opera di Ildebrando Pizzetti su libretto proprio. Fu rappresentata per la prima volta al Teatro Comunale di Firenze il 5 maggio 1935, nel corso della seconda edizione del Maggio Musicale Fiorentino.[2] La première ebbe un «successo clamoroso senza neppure il minimo contrasto»[3]

Il personaggio centrale dell'opera è il vecchio Marco Orseolo: «la severità della mente e le debolezze del cuore si concentrano nella musica che gli è stata data. Non v'è vero discorso né scena in cui partecipi ove la tragedia della sua anima non s'affermi».[4] Come nelle precedenti opere pizzettiane si fa uso del declamato e di temi conduttori, la cui apparizione però non è metodica né prestabilita e che risuonano nell'orchestra senza passare alle parti vocali.[4]. Il primo e il terzo atto sono divisi in due quadri da intermezzi che descrivono l'ambiente veneziano (quello del primo atto accompagna gruppi di maschere in attesa di una festa; quello del terzo atto una processione in ringraziamento di una vittoria militare).

Interpreti della prima rappresentazione

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Personaggio Interprete[2]
Marco Orseolo Tancredi Pasero
Contarina Orseolo Franca Somigli
Marino Orseolo Gaspare Rubino
Rinieri Fusinèr Ettore Parmeggiani
Alvise Fusinèr Augusto Beuf
Delfino Fusinèr
Voce di un gondoliere
Lamberto Bergamini
Il doge Romeo Morisani
Andrea Grimani
Toni
Giovanni Azzimonti
Luca
Un giovane mascherato
Un gentiluomo
Luigi Cilla
Lazaro Giuseppe Domar
Nicolò Egidio Bacciga
La balia Levantina
La madre superiora
Natalia Nicolini
Una ragazza Matilde Arbuffo
Una voce lontana Luigi Fort
Una vecchia dama Irma Mion
Primo servo Nicola Rakowsky
Secondo servo Gino Migliorini
Cate Giulietta Simionato
Il Rosso Palmiro Domenichetti

Direttore: Tullio Serafin.
Scenografo: Felice Carena.
Regista: Guido Salvini.

La vicenda ha luogo a Venezia intorno alla metà del XVII secolo ed è incentrata sulla rivalità tra le famiglie di Marco Orseolo e Rinieri Fusinèr, membri del Consiglio dei Dieci.

Marino Orseolo, figlio di Marco, ha organizzato il rapimento di Cecilia Fusinèr, sorella di Rinieri, morta in un tentativo di fuga. Durante una festa Rinieri insulta pubblicamente Marco, ritenendolo il mandante del rapimento. Poco dopo i fratelli di Rinieri, a sua insaputa, rapiscono Contarina, sorella di Marino e figlia di Marco.

Rinieri, che è innamorato di Contarina, vorrebbe che i fratelli la liberassero. Mentre essi discutono giunge Marco, che è riuscito a trovare il luogo dove Contarina è nascosta. Marco minaccia vendette contro i Fusinèr, ma Contarina, che segretamente ricambia i sentimenti di Rinieri, non vuole che continui la spirale d'odio e si dice disposta a proclamare d'aver seguito volontariamente i suoi rapitori. Marco rinuncia ai suoi propositi e fugge maledicendo la figlia.

Marino ha voluto espiare i propri peccati combattendo come semplice soldato su una nave. Un anno dopo muore in combattimento. Una delegazione, di cui fa parte anche Rinieri in procinto a sua volta di partire per una guerra, riporta a Marco Orseolo alcuni oggetti appartenuti a Marino. Tra di essi vi è una spada che inaspettatamente si spezza. Secondo una credenza questo è un segno di pace, e Marco perdona tutti. Nello stesso tempo si svolge anche un incontro tra Rinieri e Contarina: Rinieri rinnova le sue offerte d'amore, ma Contarina dice che ormai è troppo tardi e continuerà a vivere nel convento al quale da tempo s'è ritirata. Contarina, piangente accanto allo stanco padre a cui nulla ormai sembra più importare, osserva Rinieri allontanarsi solitario («il tuo nome sarà solo Rinieri e il mio solo Contarina»).

  1. ^ Muttoni, Dizionario dell'opera
  2. ^ a b Gherardo Casaglia, Première di "Orseolo", su amadeusonline.net, AmadeusOnline.net - Almanacco. URL consultato il 22 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  3. ^ Il successo al Maggio Fiorentino dell'«Orseolo» di Pizzetti, in La Stampa, 6 maggio 1935, p. 6. URL consultato il 29 dicembre 2013.
  4. ^ a b Andrea Della Corte, L'Orseolo di I. Pizzetti, in La Stampa, 7 maggio 1935, p. 4. URL consultato il 29 dicembre 2013.
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