Luigi Sapelli

Luigi Sapelli ritratto da Carlo De Marchi

Luigi Sapelli, noto anche con lo pseudonimo di Caramba (Pinerolo, 25 febbraio 1865Milano, 10 novembre 1936), è stato uno scenografo, costumista e illustratore italiano.

Fu il maggiore costumista teatrale della propria generazione; con lui il costume venne riletto in una chiave moderna e innovativa, che ne cambiò per sempre la concezione. Amico e collaboratore di Mariano Fortuny, Caramba utilizzò nuove formule di tessuti e s’ingegnò a creare effetti di luce al fine di valorizzare la veste di scena. Curò i particolari di un bottone o di un’asola come fossero elementi decisivi dello spettacolo, avvantaggiandosi di un artigianato specializzato nei ricami e nelle specifiche rifiniture.[1][2]

Appartenente a una nobile famiglia monferrina, assunse il nome d'arte di "Caramba" per aggirare l'intransigente atteggiamento di suo padre Filippo Sapelli, ufficiale medaglia d'argento a Montebello, contrario ad attività artistiche tra i membri della sua famiglia.

Inizio di carriera

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Luigi Sapelli inizia la sua carriera come caricaturista e illustratore per il Buontempone, un giornalino "scritto, disegnato e forse anche stampato e venduto dallo stesso Caramba", ed è in questo periodo che inizia a firmarsi con lo pseudonimo di Caramba[3]. Chiuso il "giornalino per ridere", collabora al Re Pipino. Sposato con una figlia, tre fratelli a carico, morto il padre, deve assumersi il mantenimento della famiglia: di giorno studia e lavora. Insegnante privato, rappresentante di commercio, impiegato presso un commerciante di grano e presso uno studio legale di giorno, la notte la dedica al teatro, alla bella vita, all'arte. Alla fine del 1890, entra alla Gazzetta del popolo, quotidiano torinese. Disegna per Il Fischietto e per La Luna, dove ha una rubrica teatrale, in cui illustra gli spettacoli in cartellone con le sue vignette. In seguito al successo della trovata, la critica raccontata a disegni, Casimiro Teja lo designa come suo successore al Pasquino.

Nel 1897 a Torino Caramba incontrò due figure che segnarono la sua traiettoria teatrale. Arturo Toscanini, chiamato a dirigere al Regio Forza d’amore musicato da Arturo Buzzi-Peccia e per il quale Caramba disegnò i costumi, e Ciro Scognamiglio, produttore napoletano le cui opere erano in cartellone al Balbo. Quest'ultimo gli affidò la messinscena di D'Artagnan e La cicala e la formica, dando inizio così alla sua carriera di scenografo e anche di costumista con l'apertura della casa d'arte Caramba (da lui stesso fondata) dove venivano realizzati costumi per molti dei più importanti teatri italiani e stranieri (La Scala, La Fenice, Il Regio di Torino, L'Opera di Roma, Il Metropolitan di New York). Disegnò moltissimi costumi, che illustrava con campionature di tessuti e schizzi dei dettagli; applicò nell'esecuzione dei figurini nozioni di storia del costume. Al mondo dell’operetta Caramba restò legato fino agli inizi degli anni Venti: i suoi allestimenti ricchi di trovate, così come i suoi bozzetti capaci di immortalare il carattere dei personaggi, fecero scuola persino laddove il genere era nato.[2]

Inoltre dal 1921 fino alla sua morte ricoprì il ruolo di direttore degli allestimenti scenici alla Scala, realizzando i costumi per le opere in cartellone. Quelli trascorsi alla Scala furono per Caramba gli anni della maturità artistica: seppe allora far convergere il suo straordinario estro e la poliedricità della sua vena creativa verso il rigoroso progetto di rinascita che Toscanini aveva in mente per quel teatro. Fu un’impresa coronata da successi e riconoscimenti, per esempio quando, nell’aprile del 1926, con la direzione di Toscanini e il suo allestimento scenico, fu rappresentata postuma la prima della Turandot di Giacomo Puccini.[4]

Ha realizzato, infine, i primi costumi della Giostra del Saracino di Arezzo.

È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

  • La reginetta delle rose (1914)
  • Volo al nido (1917)
  • Le mogli e le arance (1917)
  • Le figlie del mare (1918)
  • I Borgia (1920)
  • La mirabile visione (1921)
  1. ^ Ricordo di un artista scomparso - Caramba a Torino, "re dell'operetta", in Stampa Sera, 11 novembre 1936, p. 2.
  2. ^ a b Vittoria Crespi Morbio, Caramba. Mago del costume, collana Collana «Sette Dicembre», Edizione italiana – inglese, pp. 224, Amici della Scala, Milano 2008.
  3. ^ Alessandro Pestalozza, Il figurinaio - Cataloghi Marsilio, giugno 1987 ISBN 88-7693-032-9 pag. 17-18
  4. ^ DBI.

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