Max Miller (politico)

Max Miller
Membro della Camera dei rappresentanti - Ohio, distretto n.7
Durata mandato	3 gennaio 2023 – In carica
Predecessore	Bob Gibbs
Dati generali
Partito politico	Repubblicano

Max Leonard Miller (Shaker Heights, 13 novembre 1988) è un politico statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato dell'Ohio dal 2023.

Proveniente da una famiglia di imprenditori, Miller è nipote dell'analista politico Aaron David Miller^[1]. Frequentò l'Università dell'Arizona e la Cleveland State University^[2]. Successivamente entrò a far parte delle riserve dei marines^[2].

Militante del Partito Repubblicano, prese parte alla campagna elettorale di Marco Rubio per le presidenziali del 2016^[2], salvo poi spostarsi sulla campagna di Donald Trump. Quando Trump vinse le elezioni, Miller entrò a far parte della sua amministrazione^[3], inizialmente lavorando al Dipartimento del tesoro e successivamente alla Casa Bianca^[2][4][5], nell'ufficio esecutivo del Presidente. Lavorò anche alla campagna elettorale per le presidenziali del 2020, in veste di "vicedirettore della campagna per le operazioni presidenziali"^[2]. Miller definì Trump "il miglior Presidente che la nazione abbia mai avuto"^[2]. Nel 2020 Trump nominò Miller all'interno del consiglio dello United States Holocaust Memorial Museum^[6][7].

Miller fu uno dei collaboratori di Trump criticati per la loro mancanza di esperienza e qualificazione; nel 2018 il Washington Post scoprì delle inesattezze presenti sul suo profilo LinkedIn, tra cui le false affermazioni che fosse stato un reclutatore dei marines e che avesse terminato il college nel 2011 anziché nel 2013^[3]. In seguito, Miller eliminò le informazioni sostenendo che fossero state inserite da un suo parente^[2].

Tra il 2020 e il 2021, Miller fu uno dei sostenitori della posizione secondo cui le elezioni del 2020 fossero state truccate a danno di Trump^[7]. Rispetto all'assalto al Campidoglio del 2021, sostenne che non si fosse trattato di un'insurrezione^[7].

Nel 2021, Miller si candidò alla Camera dei Rappresentanti, per il seggio fino ad allora detenuto dal compagno di partito Anthony Gonzalez, che aveva votato a favore dell'impeachment contro Trump^[8][9]. Gonzalez annunciò la sua intenzione di abbandonare la competizione elettorale, definendo Trump "un cancro per il Paese"^[10] e citando tra le motivazioni la volontà di evitare delle primarie brutali contro Miller, nonché una serie di minacce ricevute^[11]. Trump sostenne pubblicamente la candidatura di Miller^[12][13], che vinse le primarie con oltre il 71% dei voti^[14] e successivamente sconfisse anche l'avversario democratico con il 55% delle preferenze, venendo eletto deputato^[15].

Nel mese di gennaio 2023, presentò una risoluzione per estromettere la deputata Ilhan Omar dalla Commissione Affari Esteri; la risoluzione venne approvata due giorni dopo^[16].

A novembre dello stesso anno, indirizzò una lettera aperta ai colleghi per sostenere l'espulsione di George Santos^[17]. Miller apostrofò pubblicamente Santos come "truffatore", ottenendo per risposta un attacco dello stesso Santos che lo accusò di ipocrisia e violenza domestica^[18]. Tra il 2019 e il 2020, Miller aveva infatti avuto una relazione con la funzionaria della Casa Bianca Stephanie Grisham^[2], la quale nell'ottobre 2021 lo aveva apertamente accusato di abusi fisici e psicologici^[19]; Miller rispose denunciando la donna per diffamazione, ma ritirò definitivamente l'azione legale nel mese di agosto del 2023^[20].

All'indomani dell'attacco di Hamas a Israele del 2023, Miller criticò pubblicamente la collega deputata Rashida Tlaib per aver esposto una bandiera della Palestina fuori dal suo ufficio^[21]. Miller dichiarò: "Non voglio nemmeno chiamarla bandiera palestinese perché non sono uno stato, sono un territorio, che probabilmente verrà eviscerato e sparirà presto, dato che lo trasformeremo in un parcheggio"^[22].

Nell'agosto del 2022 sposò Emily Moreno^[2], dalla quale ebbe una figlia l'anno seguente. La coppia divorziò nel 2024^[23]: durante la causa per la custodia della bambina, la signora Moreno dichiarò che Miller facesse uso di sostane stupefacenti, accusa che l'uomo contestò^[24][25].

Nel 2007 Miller fu acquiescente rispetto a delle accuse di reati minori, tra cui aggressione, condotta disordinata e resistenza all'arresto; le accuse vennero successivamente dismesse come parte di un programma di diversione^[3].

Nel 2009 venne accusato di aver consumato alcolici sotto l'età consentita; anche questa volta l'accusa fu dismessa in seguito alla partecipazione ad un programma destinato ad autori di reato alla prima trasgressione^[2][3].

Nel 2010 si dichiarò colpevole di condotta disordinata in seguito ad un alterco fisico avvenuto a Cleveland Heights^[2][3].

Nel 2011 ebbe un incidente a bordo della sua Jeep Grand Cherokee e fu accusato di guida in stato di ebbrezza; dichiarò agli agenti di aver consumato "due o tre birre e diversi shot" la sera precedente, nonché di essersi "risvegliato con i pantaloni inzuppati di urina". Si dichiarò colpevole di un reato minore^[2]. Anni dopo, definì tali eventi "errori di gioventù"^[3].

• Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Max Miller (politico)

• Max Miller sul Biographical Directory of the United States Congress

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