Monteverdi Marittimo

Monteverdi Marittimo
comune
Monteverdi Marittimo – Stemma
Monteverdi Marittimo – Bandiera
Monteverdi Marittimo – Veduta
Monteverdi Marittimo – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Toscana
Provincia Pisa
Amministrazione
SindacoFrancesco Govi (lista civica Crescere insieme) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate43°11′N 10°43′E
Altitudine364 m s.l.m.
Superficie98,09 km²
Abitanti762[3] (31-8-2022)
Densità7,77 ab./km²
FrazioniCanneto[1]
Comuni confinantiBibbona (LI), Castagneto Carducci (LI), Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo (GR), Pomarance, Sassetta (LI), Suvereto (LI)
Altre informazioni
Cod. postale56040
Prefisso0565
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT050021
Cod. catastaleF661
TargaPI
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona D, 2 039 GG[5]
Nome abitantimonteverdino, monteverdini[2]
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Monteverdi Marittimo
Monteverdi Marittimo
Monteverdi Marittimo – Mappa
Monteverdi Marittimo – Mappa
Posizione del comune di Monteverdi Marittimo all'interno della provincia di Pisa
Sito istituzionale

Monteverdi Marittimo è un comune italiano di 762 abitanti della provincia di Pisa in Toscana, nell'entroterra della Maremma Pisana.

Geografia fisica

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Il paese, facente parte del circondario della val di Cornia, sorge a ridosso delle Colline Metallifere, ad un'altitudine di 364 metri s.l.m.

È il comune più meridionale della provincia di Pisa. Confina a ovest con la provincia di Livorno e a sud con quella di Grosseto.

Dista 90 km da Pisa, 85 da Livorno, 70 da Grosseto e circa 40 da Piombino, che sono le principali città di riferimento. In linea d'aria, a circa 15 km più a ovest si trova la costa tirrenica.

I maggiori corsi d'acqua che passano per il territorio comunale sono il fiume Cornia, i torrenti Sterza e Sterzuola, il Massera e il Ritasso.

Colonna in granito scavata nel sito dell'abbazia altomedievale di San Pietro

Il comune di Monteverdi Marittimo, conserva antiche testimonianze, infatti sono stati ritrovati in prossimità dell'abitato resti di una strada romana e altre rovine, ma le origini del borgo sono da imputare alla fondazione dell'abbazia del monastero di San Pietro in Palazzuolo avvenuta nell'alto medioevo anno 754 d.C. per opera dal nobile longobardo figlio del gastaldo Ratchausi di Pisa, Wilfrido (san Walfredo) è indicato come il capostipite della famiglia pisana che verrà successivamente conosciuta come Della Gherardesca. Il castello di Monteverdi sorse prima del Mille ma sicuramente successivamente all'abbazia; la storia del monastero e del castello non è sempre andata di pari passo, infatti mentre gli abitanti del borgo si sottomisero a Volterra, i monaci benedettini di San Pietro si misero sotto la protezione di Massa Marittima. Il castello era di proprietà dei Bonsignore (o Bonsignori) nell'XII e nel XIII secolo.[6] In seguito Volterra prese il controllo di tutto il territorio. Nel 1360 il monastero venne assalito e danneggiato da Pisa durante gli scontri con i Fiorentini; in questo periodo il monastero era aggregato alla Congregazione dei Vallombrosani.

Monteverdi a fasi alterne venne assoggettato da Firenze e dalla Signoria di Piombino; infine i Fiorentini sottomisero Monteverdi nel 1472 in occasione della conquista di Volterra. Il Monastero perse gradualmente importanza fino al suo abbandono nel 1561, con richiesta di trasferimento dei monaci dentro il castello di Monteverdi, a condizione però che essa ritenesse il titolo di San Pietro; questo nuovo convento si limitò ad un ospizio con due o tre monaci dell'abbazia di Vallombrosa di cui si hanno notizie fino al 1700. Nel 1665 il granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici eresse il territorio Monteverdi in feudo granducale compresi quello di Canneto, e i casali di Gualda e di Caselli, consegnandoli alla nobile famiglia volterrana degli Incontri, a favore del cavaliere poi senatore Ferdinando Incontri.

Il borgo è uno di quelli che trasse maggiore vantaggio dalle riforme leopoldine messe in atto nel 1776 da Pietro Leopoldo di Lorena. Con l'abolizione dei feudi a seguito del nuovo assetto territoriale ridisegnato dal Granducato di Toscana, il castello di Monteverdi ottenne infatti la sospirata autonomia comunale. La dominazione dei Lorena continuò sino all'inizio del 1800 infatti come nel resto della toscana il territorio fu invaso dalle truppe francesi al seguito di Napoleone Bonaparte che occuparono il territorio e vi rimasero fino al 1814. Dal 1815 Monteverdi Marittimo rientrò a far parte del Granducato di Toscana, retto ancora dai Lorena, il comune era amministrativamente sotto Pisa, nel 1837 passa sotto l'amministrazione del compartimento granducale di Grosseto, rimanendovi fino alla sua annessione al Regno d'Italia avvenuta ad opera del re Vittorio Emanuele II di Savoia, rientrando amministrativamente nell'ambito pisano nella neonata provincia di Pisa. Testimonianza del periodo lorenese è la cappella oratorio del Santissimo Sacramento del 1751 con la collocazione al suo interno delle spoglie di san Walfredo.

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo della Repubblica Sociale Italiana, la famiglia ebraica livornese degli Archivolti (padre, madre e figlia) si era trasferita a Monteverdi nel podere La Cornazzola in cerca di rifugio, confidando nell'isolamento del luogo. Liliana Archivolti lavorava come insegnante dell'Orfanotrofio israelitico nel limitrofo comune di Sassetta. Il 10 marzo 1944 il Podestà di Monteverdi denunciò la presenza della famiglia ebraica alla Questura di Pisa.[7] Gli arresti furono effettuati il primo aprile.[8] Ne fu risparmiato l'anziano padre, ultrasettantenne. Le due donne, deportate il 16 maggio 1944 ad Auschwitz, vi troveranno la morte.[9]

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 16 febbraio 1937.[10]

«D'oro, al castello di rosso, torricellato di tre pezzi, aperto e finestrato di nero, poggiato su una campagna di verde.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[11]

Tradizioni e folclore

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  • Festa di San Walfredo: la festa è celebrata ogni prima domenica di agosto in onore del nobile longobardo fondatore dell'abbazia di San Pietro in Palazzuolo.

Geografia antropica

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Il territorio comunale di Monteverdi Marittimo comprende al suo interno la frazione di Canneto e il nucleo abitato di Gualda.[1]

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
? 9 giugno 1990 Mario Bisio Cruschelli Democrazia Cristiana Sindaco [12]
9 giugno 1990 20 febbraio 1993 Rino Serradimigni Democrazia Cristiana Sindaco [12]
17 aprile 1993 14 giugno 1999 Carlo Giannoni Partito Socialista Italiano Sindaco [12]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Leo Biondi Centro-sinistra Sindaco [12]
14 giugno 2004 27 maggio 2019 Carlo Giannoni Lista civica di centro-sinistra Sindaco [12]
27 maggio 2019 in carica Francesco Govi Lista civica Sindaco [12]

Fino al 1º marzo 2012 ha fatto parte della Comunità Montana Alta Val di Cecina. Con lo scioglimento di quest'ultima, ha fondato con i comuni di Pomarance e Montecatini Val di Cecina, l'Unione Montana Alta Val di Cecina.

  1. ^ a b Statuto comunale di Monteverdi Marittimo, Art. 2.
  2. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p. 349.
  3. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, 1839, p. 556.
  7. ^ Valeria Galimi, "Arresti nel Pisano", in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI (Roma: Carocci, 2007), pp. 201, 230-231.
  8. ^ Dei diciassette deportati dalla provincia di Pisa: 11 furono arrestati a Chianni, 2 a Monteverdi Marittimo, 2 a Santa Croce sull'Arno, uno a Santa Luce e uno a Pisa. Ad essi si aggiungono le 7 vittime ebree dell'eccidio a casa di Giuseppe Pardo Roques a Pisa il 1 agosto 1944. Cfr. Valeria Galimi, op.cit., pp. 230-231, e CDEC Digital library.
  9. ^ CDEC Digital library.
  10. ^ Monteverdi Marittimo, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 17 luglio 2023.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ a b c d e f Storia amministrativa dell'ente: Monteverdi Marittimo (dal 1985) (CSV), su Ministero dell'interno. URL consultato il 12 settembre 2020.
  • Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti
  • Giuseppe Caciagli, Pisa e la sua provincia, vol. 2, Pisa, Colombo Cursi Editore, 1972, pp. 601-626.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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