Philippe Séguin

Philippe Séguin
Philippe Séguin nel 2005

Primo presidente della Corte dei Conti
Durata mandato21 luglio 2004 –
7 gennaio 2010
PredecessoreFrançois Logerot
SuccessoreDidier Migaud

Presidente del Raggruppamento per la Repubblica
Durata mandato6 luglio 1997 –
16 aprile 1999
PredecessoreAlain Juppé
SuccessoreNicolas Sarkozy
(ad interim)

Presidente dell'Assemblea nazionale
Durata mandato2 aprile 1993 –
12 giugno 1997
PredecessoreHenri Emmanuelli
SuccessoreLaurent Fabius

Ministro degli affari sociali e dell'occupazione
Durata mandato20 marzo 1986 –
12 maggio 1988
PresidenteFrançois Mitterrand
Capo del governoJacques Chirac
PredecessoreGeorgina Dufoix
SuccessoreMichel Delebarre

Sindaco di Épinal
Durata mandato18 marzo 1983 –
9 novembre 1997
PredecessorePierre Blanck
SuccessoreMichel Heinrich

Dati generali
Partito politicoRPR (1976-1999)
In precedenza:
UNR (1958-1968)
UDR (1968-1976)
Università
ProfessioneConsigliere principale della Corte dei conti
Philippe Séguin

Philippe Séguin (Tunisi, 21 aprile 1943Parigi, 7 gennaio 2010) è stato un magistrato e politico francese. Esponente del Raggruppamento per la Repubblica, è stato presidente dell'Assemblea nazionale e della Corte dei conti francese.

Rimasto orfano all'età di appena un anno, grazie ai sacrifici della madre, vedova di guerra, studia al liceo Carnot di Tunisi e poi all'École normale d'instituteurs del Var, a quella di Nîmes e infine a quella di Aix-en-Provence. Si laurea a pieni voti in lettere all'università di Aix-en-Provence, dove si specializza in studi superiori di storia, e si diploma presso l'Istituto di studi politici di Aix-en-Provence della stessa città. Dal 1961 al 1963 è redattore del quotidiano Le Provençal, di proprietà di Gaston Defferre.

Alto funzionario

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Ammesso all'École nationale d'administration (ENA) di Parigi, nel 1970 è fra i primi classificati, ottenendo così la possibilità di entrare direttamente alla Corte dei conti. Agli inizi del 1973 è nominato chargé de mission[1] con competenza sul settore agricolo e ambientale presso la Presidenza della Repubblica dal Segretario generale dell'Eliseo Michel Jobert, principale collaboratore dell'allora Capo dello Stato Georges Pompidou. Confermato da Édouard Balladur, succeduto a Jobert nel marzo 1973, Séguin lascia la Presidenza della Repubblica dopo la morte di Pompidou e l'elezione di Giscard d'Estaing nella primavera del 1974.

Nel 1974 è nominato vice direttore generale per l'Educazione fisica e lo sport. Rientrato alla Corte dei conti, nel 1977 diventa direttore di gabinetto di Christian Poncelet, segretario di Stato con l'incarico dei Rapporti con il parlamento.

Carriera politica

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Deputato e ministro

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Nel 1965 aderisce all'Union des jeunes pour le progrès, una formazione gollista. Aderisce al movimento Raggruppamento per la Repubblica (RPR) fondato nel 1976 da Jacques Chirac dalle ceneri del partito gollista. Séguin è un seguace del gollismo sociale, il cui obiettivo è la tutela della democrazia sociale senza tuttavia rimettere in discussione il capitalismo.[2]

Eletto deputato all'Assemblea nazionale nel 1978, 1981, 1986, 1988, 1993 e 1997. Vice presidente della stessa dal 1981 al 1986. Sindaco di Épinal (Vosgi) dal 1983 al 1997, è ministro degli affari sociali e del lavoro nel secondo governo di Jacques Chirac (1986-1988).

Dopo le elezioni legislative del 1988, Philippe Séguin anima insieme a Charles Pasqua una corrente interna al RPR critica nei riguardi della gestione di Jacques Chirac e volta al perseguimento del gollismo sociale. Al congresso del partito tenutosi a Le Bourget l'11 febbraio 1990, la mozione Pasqua-Séguin ottiene il 31,4 per cento ed è quindi battuta da quella maggioritaria quidata da Alain Juppé che ha il 68,6.

La sua bestia nera è la prospettiva della moneta unica, e nel 1992 è promotore insieme a Charles Pasqua del fronte contrario alla ratifica del trattato di Maastricht. Dotato di una dialettica brillante, esce a testa alta dal dibattito televisivo voluto dal presidente della Repubblica François Mitterrand, che nonostante la malattia si spende in prima persona perché il Trattato non sia respinto dai francesi. All'apertura delle urne, i "sì" alla ratifica prevalgono solo per un'incollatura, e questo contribuisce a rafforzare la posizione di Séguin all'interno del movimento neogollista.

Presidente dell'Assemblea nazionale

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È presidente dell'Assemblea nazionale dal 1993 al 1997. Si fa apprezzare anche dalle minoranze per il rigore e per l'imparzialità. Appena insediato, non esita ad attaccare la politica economica del governo Balladur, definendola una vera "Monaco sociale".[3] In occasione della campagna per le elezioni presidenziali del 1995, mette il suo formidabile talento oratorio al servizio di Jacques Chirac nella competizione con Édouard Balladur, anch'egli candidatosi all'Eliseo, ed è l'ispiratore dello slogan della lotta alla fracture sociale. Chirac è eletto, ma la scelta del nuovo Primo ministro cade su Alain Juppé anziché su Séguin.

Presidente del RPR

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Nel 1997 è eletto presidente del RPR, al posto di Alain Juppé che fino a quella data cumulava quel ruolo con la carica di Primo ministro, e che aveva dovuto farsi da parte in conseguenza della disfatta del centrodestra alle elezioni legislative anticipate. La presidenza Séguin dura solo due anni. Si dimette, infatti, nel 1999, alla vigilia delle elezioni europee, a causa di contrasti interni e di dissensi con lo stesso presidente della Repubblica Jacques Chirac.

Candidato a sindaco di Parigi

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Nel 2001 è candidato a sindaco di Parigi, in un momento particolarmente delicato per il RPR visto che il sindaco uscente, Jean Tiberi, è in rotta con il partito ed è risoluto a ripresentarsi con una sua lista personale. I risultati andranno al di là delle aspettative più pessimistiche: Séguin è battuto al secondo turno dal candidato socialista Bertrand Delanoë. A dare man forte al successo dell'attuale primo magistrato di Parigi contribuisce, oltre alla presenza ingombrante della lista Tiberi, lo scarso entusiasmo del presidente della Repubblica Jacques Chirac e del suo entourage nel sostenere Séguin. Le divisioni all'interno del centrodestra hanno fatto il resto.

Dichiaratamente scettico nei confronti della formazione dell'Unione per un Movimento Popolare (UMP), Séguin preferisce ritirarsi dalla vita politica, non partecipando alle elezioni legislative del 2002 e dimettendosi dal consiglio comunale di Parigi.

I legami con Nicolas Sarkozy

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In seguito all'elezione alla presidenza della Repubblica di Nicolas Sarkozy il 6 maggio 2007, François Fillon viene nominato Primo ministro il 17 maggio successivo, mentre Henri Guaino diviene uno dei principali collaboratori del nuovo presidente della Repubblica. Entrambi erano a fianco di Séguin, nel periodo in cui faceva ancora attività politica. Il segretario di Stato ai Rapporti con il parlamento, Roger Karoutchi, è un altro dei suoi collaboratori. La sua stessa nomina a primo presidente della Corte dei conti nel luglio 2004 fu proposta in consiglio dei ministri da Sarkozy, all'epoca ministro di Stato e ministro dell'Economia e delle Finanze.

Nel maggio 2007 Séguin rifiuta di entrare a far parte del governo Fillon come ministro di Stato, preferendo rimanere alla Corte dei Conti. Uno dei primi atti del nuovo governo è offrire a Séguin la presidenza della Commissione sugli ostacoli alla crescita economica della Francia (più nota come "commissione Attali"), incarico che, a seguito della mancata accettazione da parte di Séguin, è poi andato a Jacques Attali.[4] È anche presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto di studi politici di Aix-en-Provence.

Primo presidente della Corte dei Conti

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Reintegrato alla Corte dei conti nel 2002, insegna per un biennio all'Università di Montréal.

Nel luglio 2004 è nominato dal consiglio dei ministri primo presidente della Corte dei conti, prendendo possesso di tali funzioni il successivo 6 settembre.[5]

La riforma della Corte dei Conti

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In occasione dell'apertura dell'anno giudiziario 2009, Philippe Séguin annuncia i principi su cui si basa il disegno di legge di riforma della Corte, in seguito approvato dal Consiglio dei ministri il 28 ottobre 2009. La Corte e le 22 sezioni regionali sono raggruppate in una giurisdizione unica centralizzata e modernizzata, le attuali 22 sezioni regionali ripartite in 4 o 5 sezioni interregionali, è attribuito alla sede centrale di Parigi la fissazione del calendario dei lavori e istituito un ruolo statutario unico per i magistrati contabili. Ma dopo la scomparsa di Séguin la riforma è abbandonata.

Incarichi nel settore calcistico

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Ha presieduto la commissione nazionale tripartita presso la Fédération française de football. Dal gennaio 2008 presiede la commissione "Grands stades Euro 2016", istituita dal Segretariato di Stato allo Sport allo scopo di valutare l'idoneità degli stadi esistenti in vista della candidatura della Francia agli Europei 2016 di calcio. Dal febbraio 2008 è presidente della Fondazione Football.

Morte improvvisa

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Philippe Séguin muore alle prime ore del 7 gennaio 2010 nella sua abitazione parigina, a causa di una crisi cardiaca. La notizia è confermata dal Primo ministro François Fillon, visibilmente sconvolto, nel corso di una conferenza stampa.[6] L'omaggio della classe politica francese è unanime, e l'11 gennaio ai suoi solenni funerali nella chiesa degli Invalides, partecipano, oltre al presidente della Repubblica Sarkozy e ai suoi predecessori Giscard d'Estaing e Chirac, le più alte personalità dello Stato, lo stato maggiore dell'UMP e numerosi esponenti dell'opposizione.

Philippe Sèguin è autore di numerosi saggi, fra cui Louis Napoléon le Grand, una biografia di Napoleone III (Grasset 1990), e un libro di memorie, Itinéraire dans la France d'en bas, d'en haut et d'ailleurs (Seuil 2003).

  • Oltre agli studi storici e la gusto per la battuta tagliente e per le dichiarazioni fuori dai denti, Philippe Séguin condivideva con l'ex presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga una passione sviscerata per il web e per le play-station.
  • Nel 2002 chiese che si soprassedesse dal concedergli la Legion d'onore, perché tale decorazione non fu assegnata a titolo postumo a suo padre, ufficiale francese caduto nel 1944 in un'operazione militare contro i nazisti.

Onorificenze francesi

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Onorificenze straniere

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  1. ^ È una figura che assomiglia a quella del consulente in Italia, ma con maggiori poteri.
  2. ^ Questa forma di gollismo, legata alla difesa dell'indipendenza nazionale e al ruolo della Francia nel mondo, è la più vicina al gollismo tradizionale.
  3. ^ Si riferisce all'arrendevolezza dell'accordo siglato nel settembre 1938 nella città bavarese, che servì solo a ritardare di un anno l'aggressione della Polonia da parte dell'esercito nazista).
  4. ^ Probabilmente su indicazione dello stesso Séguin che è stato suo condiscepolo all'Ena.
  5. ^ Non è il primo caso in Francia di una personalità impegnata in politica issata ai vertici della magistratura contabile. È successo con André Chandernagor (1983-1990), Pierre Arpaillange (1990-1993) e Pierre Joxe (1993-2001). In tutti e tre i casi, trattasi di ex magistrati che hanno lasciato il governo in cui erano ministri perché nominati alla presidenza della Corte dei Conti. Uno di questi, Pierre Arpaillange, non apparteneva alla magistratura contabile ma a quella ordinaria. In ogni caso, sono stati degli ottimi presidenti e hanno dato prova di assoluta indipendenza. Infine l'attuale primo presidente è l'ex deputato del Partito Socialista Didier Migaud, nominato il 23 febbraio 2010.
  6. ^ Si può consultare al riguardo la rassegna stampa presentata nella voce del progetto Wikinews, in lingua francese.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Presidente dell'Assemblea nazionale Successore
Henri Emmanuelli 2 aprile 1993 – 21 aprile 1997 Laurent Fabius

Predecessore Ministro degli affari sociali e dell'occupazione Successore
Georgina Dufoix 20 marzo 1986 – 12 maggio 1988 Michel Delebarre

Predecessore Sindaco di Épinal Successore
Pierre Blanck 18 marzo 1983 – 9 novembre 1997 Michel Heinrich

Predecessore Presidente del Raggruppamento per la Repubblica Successore
Alain Juppé 6 luglio 1997 – 16 aprile 1999 Nicolas Sarkozy
(ad interim)
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