Pico (famiglia)

Pico
Inquartato: nel primo e nel quarto d'oro, all'aquila di nero, coronata del campo; nel secondo e nel terzo fasciato di azzurro e d'argento, al leone di rosso attraversante. Sul tutto uno scudetto scaccato d'argento e d'azzurro. Il capo dello scudo d'oro, all'aquila dell'Impero
Stato
Casata di derivazioneFigli di Manfredo[1]
Titoli
FondatoreFrancesco I Pico[1]
Ultimo sovranoFrancesco Maria Pico
Data di fondazione1311[1]
Data di estinzione1747[1] (linea maschile legittima del ramo principale)
Data di deposizione1708[1]
Etniaitaliana
Rami cadetti
Stemma di Casa Pico della Mirandola

La famiglia Pico deriva da un consorzio parentale detto dei "Figli di Manfredo", dal nome di Manfredo da Limidi, vassallo di Matilde di Canossa, deceduto nel 1096 circa.[1][2]

Nobile famiglia italiana che dal XIV secolo ebbe la sovranità sulla Mirandola e su altri territori vicini, come Concordia, finché i propri domini non vennero acquisiti dagli Estensi di Modena nel XVIII secolo. Proprio dal loro feudo più importante deriva il nome con il quale è meglio nota la famiglia: Pico della Mirandola.

Il più celebre esponente della casata è certamente l'umanista e filosofo Giovanni Pico della Mirandola.

Linea dinastica

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Signori di Mirandola

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Signori di Mirandola e Concordia

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Signori di Mirandola e conti di Concordia

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GianFrancesco II

Conti di Mirandola e Concordia

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Principi di Mirandola e Marchesi di Concordia

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Federico II

Duchi della Mirandola e Marchesi di Concordia e San Possidonio

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Alessandro I e Laura d'Este

Altri membri illustri della famiglia

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Castello di Scaldasole

Pico di Monferrato

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I Pico di Monferrato furono il ramo primogenito dei Pico della Mirandola (eredi di Giovanni Francesco II Pico della Mirandola) che, scacciati dai cugini dalla terra natìa, si ricoverarono nel Monferrato. Ottennero i titoli di Conti di Uviglie, di Casorzo e sul nome; Signori di Borgo Vecchio di Trino; Consignori di Terruggia, Rosignano, Cellamonte, Borgomale, Ottiglio; Patrizi e Nobili di Baldacchino della città di Casale Monferrato. Bonifacio con decreto 20 Marzo 1497 venne adottato ed aggregato ai Gonzaga di Mantova da parte del Marchese Francesco II, con il godimento alla corte gonzaghesca di tutte le prerogative di membri della casa marchionale (poi ducale).

Pico di Blais (Pic de Blais)

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I Pic de Blays sono un ramo venuto da Scipione Pico (Scipion Pic), figlio di Francesco III Pico primo conte della Concordia, ferito nel 1451 nell'assedio di Blais (Francia) e stabilito in questa città.[3] Questo ramo si divide in numerose famiglie: Pic, Blays, Pic de Boulaire, Pic de Père, Pic de la Mirandole.[4]

Pico di Gazzuolo e di Belforte

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Nel XV secolo il condottiero Brausio Pico, figlio naturale di Giovanni I Pico, originò una nuova linea secondaria. Nel 1520 il nipote Giovan Francesco si trasferì da Mirandola a Mantova, dopodiché il figlio Lodovico divenne vicario di Gazzuolo, dando quindi vita al ramo dei Pico di Gazzuolo, che nel 1639 si suddivise ulteriormente: mentre la linea di Gazzuolo si estinse nel 1814, i Pico di Belforte si trasferirono a Mantova nella prima metà del XIX secolo. Il Regio Tribunale Civile di Modena emise la sentenza del 23-25 giugno 1898 che riconobbe l'agnazione di Luigi Pico quale erede del ramo ducale; i suoi discendenti si stabilirono poi tra Lombardia e Canton Ticino.

  1. ^ a b c d e f g h i j k Bruno Andreolli, PICO, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 luglio 2020.
  2. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino, 1835.
  3. ^ Bruno Andreolli,, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 83 (2015), 2015.
  4. ^ Henri-Stanislas Pic, Histoire de la seigneurie de La Mirandole, Paris, 1865.
  • Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti di Giovanni B. Crollalanza, Editore Dir. del Giornale Araldico, 1886
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino, 1835.
  • Marco Folin (a cura di), Corti italiane del Rinascimento. Arti, cultura e politica, 1395-1530, Milano, 2010, ISBN 978-88-89854-55-6.

Voci correlate

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Altri progetti

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