Plocosperma buxifolium

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Plocosperma buxifolium

Plocosperma buxifolium
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlocospermataceae
Hutc., 1973
GenerePlocosperma
SpecieP. buxifolium
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineGentianales
FamigliaApocynaceae
GenerePlocosperma
Benth., 1876
SpecieP. buxifolium
Nomenclatura binomiale
Plocosperma buxifolium
Benth., 1876

Plocosperma buxifolium Benth., 1876 è una specie di piante spermatofite dicotiledoni endemica dell'America centrale. È anche l'unica specie del genere Plocosperma Benth., 1876 che a sua volta è l'unico genere della famiglia Plocospermataceae Hutc., 1973 dell'ordine delle Lamiales.[1][2][3]

Il nome del genere deriva presumibilmente dalla parola greca "plokos" (= ciuffo di capelli, riccioli) insieme alla parola "sperma" (= seme).[4] L'epiteto specifico "buxifolium" significa "con foglie come quelle del bosco".[5]

Il nome scientifico della specie (come quello del genere) è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Hooker's Icones Plantarum; or Figures, with brief Descriptive Characters and Remarks of New or Rare Plants - 12: t. 1195" del 1876.[6] Il nome della famiglia è stato definito dal botanico e tassonomista inglese John Hutchinson (1884 - 1972) nella pubblicazione "Families of Flowering Plants - ed. 3 469" del 1973.[7]

Il portamento delle piante di questa specie è composto da arbusti dioici o piccoli alberi, molto ramosi e dalla superficie pubescente.[2][8][9]

Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo (sub)opposto; sono brevemente picciolate e prive di stipole. La lamina è semplice con forme ovato-oblunghe e apici ottusi. Le foglie sono del tipo sempreverde.

Infiorescxenza

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Le infiorescenze di tipo racemoso-dicasiale sono sottese da due foglie ascellari e sono composte da 1 a 7 fiori (spesso ridotti a 2).

I fiori sono ermafroditi ma funzionalmente unisessuali; sono più o meno actinomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e più o meno pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi - raramente 6). I fiori sono inoltre ipogini.

* K (5), [C (5), A (5)], G (2), capsula
*L'androceo è formato da 5 (6) stami adnati in mezzo al tubo della corolla e disposti in modo alterno ai petali. I filamenti sono liberi, così pure le antere che sono basifisse a deiscenza longitudinale e orientamento da introrso a estrorso. Le teche sono 2 o 4. I fiori funzionalmente femminili sono provvisti degli stami ma il polline non è efficace. Il polline è colporato a 3 aperture.
  • Il gineceo ha un ovario formato da due carpelli, con un loculi stipitati. Le placente sono due di tipo parietale (o basale). Gli ovuli sono da 2 a 4. Lo stilo è allungato, deciduo e diviso in 4 snelli rami; lo stigma è apicale. Nei fiori femminili attorno alla base dell'ovulo è presente un disco nettarifero, mentre nei fiori maschili l'ovario è minuto e privo del disco del nettare, dello stilo e dello stigma.

I frutti sono della capsule bivalve con 1 - 4 semi. I semi sono provvisti di un ciuffo di peli.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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La distribuzione della specie è Centro-Americana (Costa Rica, Guatemala e Messico); abitano le foreste non troppo umide.[8]

Il genere monotipo di questa specie è descritto all'interno dell'ordine delle Lamiales e appartiene alla famiglia Plocospermataceae (di cui è l'unico genere).[3]

La posizione tassonomica di questa specie è sempre stata critica fin dalla sua scoperta. Inizialmente è stata descritta dal botanico George Bentham all'interno della tribù Gelsemieae (famiglia Loganiaceae) in base alla corolla embricata e alla doppia dicotomia della divisione dello stigma. Successivamente in base al ciuffo di peli dei semi è stata inserita nella famiglia delle Apocynaceae (nonostante la mancanza di iridoidi). Da alti Autori sono state anche inserite nell'ordine delle Gentianales. Recenti studi di tipo filogenetico sulle sequenze molecolari del gene del cloroplasto e dei ribosomi hanno dimostrato delle affinità con le famiglie del clade Euasteridi I e in particolare con le famiglia Carlemanniaceae e Oleaceae (formano probabilmente un "gruppo fratello") dell'ordine Lamiales nel quale occupa una posizione basale.[2]

L'età di formazione di questa specie in base alle varie ricerche oscilla attorno a 100 milioni di anni (altri Autori propongono date più recenti).[2]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[10]

  • Lithophytum violaceum Brandegee
  • Plocosperma anomalum S.F.Blake
  • Plocosperma microphyllum Baill.
  • Plocosperma microphyllum Baill. ex Soler.
  1. ^ (EN) Plocosperma buxifolium Benth., su Plants of the World Online, Kew Science. URL consultato l'11 ottobre 2024.
  2. ^ a b c d Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 26 luglio 2017.
  3. ^ a b Olmstead 2012.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 luglio 2017.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 luglio 2017.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 luglio 2017.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 luglio 2017.
  8. ^ a b c Kadereit 2004, pag. 330.
  9. ^ The families of flowering plants, su delta-intkey.com, p. Plocospermataceae Hutch.. URL consultato il 27 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2007).
  10. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2537486/. URL consultato il 27 luglio 2017.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.

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