Poicephalus rueppellii

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Pappagallo di Rüppell
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdinePsittaciformes
FamigliaPsittacidae
GenerePoicephalus
SpecieP. rueppellii
Nomenclatura binomiale
Poicephalus rueppellii
(G. R. Gray, 1849)

Il pappagallo di Rüppell (Poicephalus rueppellii G. R. Gray, 1849) è un uccello della famiglia degli Psittacidi.

Pappagalletto agile e compatto, di taglia attorno ai 22 cm, si presenta con una colorazione generale bruno diffusa, più scura nelle parti dorsali, più chiara sul collo, sul petto e sul ventre; ha spalle e calzoni (le penne e le piume che coprono la gamba) gialli, becco nero e iride rossa. I due sessi si identificano perché la femmina ha groppone, ventre e addome azzurro-blu. I giovani sono simili alla femmina ma hanno le zone gialle poco evidenti e il colore generale più pallido.

Schivo e poco appariscente, vive in gruppetti che di solito stazionano in cima agli alberi. Ama abbeverarsi nelle zone rocciose dove si formano pozze in cui l'acqua è più ricca di sali minerali; si nutre dei semi di Acacia e Commiphora, del nettare di Tapinanthus, dei fiori e delle foglie di Grewia, dei baccelli piuttosto duri dell'Acacia erioloba.

La stagione riproduttiva inizia tra gennaio e febbraio, con l'arrivo delle piogge; il nido viene allestito nel cavo di un'acacia dove la femmina depone 3-5 uova che cova per circa 30 giorni.

I piccoli si involano a circa 8-11 settimane di età. I nidi di questo pappagallo sono predati con una certa frequenza da varani, serpenti e manguste.

Distribuzione e habitat

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Vive in Angola e nel nord della Namibia dove non è più molto numeroso a causa della distruzione del suo habitat e delle catture.

Si stima che la popolazione namibiana non arrivi a 10.000 individui; poco si sa invece di quella angolana.

Perrin, dell'Università del KwaZulu-Natal, ha incluso questa specie in un progetto di studio e conservazione[1]. Non è comune in cattività, nonostante le catture.

  1. ^ WorldParrotTrust, su issuu.com.

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Collegamenti esterni

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