Priveae

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Priveae

Priva cordifolia
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaVerbenaceae
TribùPriveae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineLamiales
FamigliaVerbenaceae
TribùPriveae
Briq., 1895
Generi

Priveae Briq., 1895 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia Verbenaceae.[1][2][3]

Il nome scientifico della tribù deriva dal suo genere tipo Priva Adans., 1763 ed è stato definito dal botanico svizzero, e direttore del "Conservatoire Botanique" a Ginevra, John Isaac Briquet (Ginevra, 13 marzo 1870 – Ginevra, 26 ottobre 1931) nella pubblicazione "Naturlichen Pflanzenfamilien - IV, 3a: 144, 155" del 1895.[4][5]

Il portamento
Priva cordifolia
Le foglie
Priva cordifolia
Infiorescenza
Priva cordifolia
I fiori
Priva cordifolia
  • Il portamento delle specie di questa tribù è formato da erbe talvolta legnose alla base. I fusti sono eretti o decombenti. Non sono piante aromatiche. In Pitraea le radici sono lunghe e profonde (radici tuberose). A volte l'indumento è formato da peli uncinati.[3][6][7][8]
  • Le foglie lungo il caule hanno normalmente una disposizione opposta (o in alcuni casi subopposta) a 2 a 2, e ogni verticillo fogliare è ruotato di 90° rispetto a quello sottostante. La lamina, lungamente picciolata, ha delle forme ovate con bordi dentati.
  • Le infiorescenze, di tipo spicato, lasse ed allungate, sono ascellari o terminali. Sono presenti delle piccole brattee. I fiori sono sessili, subsessili o brevemente pedicellati.
  • I fiori, ermafroditi, sono tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 5 elementi ognuno).
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2 o 2] G (2), (supero), drupa/2 nucule[7][9]
  • Il calice è gamosepalo e più o meno attinomorfo con delle forme da tubolari a campanulate e terminante con 5 lobi. Talvolta è urceolato o ha un indumento formato da peli uncinati. Può essere persistente e a maturità avvolge il frutto.
  • Priva: i granuli pollinici sono generalmente 3-4-colpoporati; la forma è suboblata (l'asse polare è più corto di quello equatoriale[11]). Le fessure sono larghe con apici affusolati e margini irregolari.
  • Pitraea: i granuli pollinici sono generalmente tricolpoporati (raramente 4-colpoporati); la forma varia da suboblata (l'asse polare è più corto di quello equatoriale[11]) a prolata (l'asse polare è più lungo di quello equatoriale[11]).
  • Il gineceo è formato da un ovario supero bicarpellare. I carpelli sono biloculari per la presenza di un falso setto mediano. Gli ovuli, quattro in tutto, a placentazione assile, sono subanatropi, fissati nella parte superiore del loculo (il falso setto) in modo pendente (ovuli penduli); inoltre hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule)[12]. Lo stilo è deciduo o persistente con uno stigma bilobato: il lobo anteriore è grande e stigmatifero, quello posteriore è ridotto. In Pitraea lo stilo è curvo all'apice e lo stigma è laterale e papilloso.
  • I frutti sono degli schizocarpi biloculari secchi o carnosi. A maturità si separano in due mericarpi a due semi. Il mericarpo è reticolato (con verruche o spine).
  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama)[13] ma ai tropici anche tramite uccelli quali colibrì (impollinazione ornitogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Sono possibili anche dispersioni tramite animali (disseminazione zoocora) in quanto alcuni frutti sono appetibili.[3]

Distribuzione e habitat

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La distribuzione delle specie di questo gruppo è cosmopolita (Asia, Africa e America) con climi subtropicali o tropicali.

La famiglia di appartenenza (Verbenaceae), comprendente 34 generi con oltre 1200 specie[3] (secondo altri Autori 36 generi e 1035 specie[7][8]), è suddivisa in 8 tribù.[2] La distribuzione è praticamente cosmopolita con un habitat che varia da quello tropicale a quello temperato. L'appartenenza della famiglia all'ordine delle Lamiales è consolidata a parte alcune differenze morfologiche quali l'infiorescenza non verticillata (comune nelle altre famiglie dell'ordine) e la posizione dello stilo (terminale e non ginobasico).[6]

La tribù Priveae, da un punto di vista filogenetico, occupa una posizione centrale nell'ambito della famiglia. È "gruppo fratello" del nucleo delle Verbenaceae formato dalle tribù Neospartoneae, Lantaneae e Verbeneae. Inoltre Priveae insieme alle tribù Casselieae e Citharexyleae formano un clade ben sostenuto. Rimane invece incerta la relazione tra il gruppo di questa voce è il genere Rhaphuthamnus che per il momento viene considerato "incertae sedis".[14]

Dalle analisi filogenetiche il genere Pitraea risulta nidificato all'interno del genere Priva; quest'ultimo genere quindi potrebbe non essere monofiletico. Questo suggerisce che Pitraea in tempi passati potrebbe essere stato generato all'interno di Priva.[15]

L'abitudine suffrutescente è un tratto sinapomorfico per la tribù Priveae. In seguito, in Pitraea, un successivo passaggio evolutivo ha portato questa specie ad una abitudine erbacea.[16]

Composizione della tribù

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La tribù si compone di 2 generi e 21 specie:[1][3]

Genere Specie Distribuzione
Pitraea
Turcz., 1862
Una specie:
Pitraea cuneato-ovata (Cav.) Caro
Sud America
Priva
Adans., 1763
20 Asia, Africa e America

Note: il genere Castelia Cav., 1801, a volte incluso in questa tribù, risulta sinonimo di Priva.[1][3]

  1. ^ a b c Olmstead 2016.
  2. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 25 dicembre 2017.
  3. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 464.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 25 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 dicembre 2017.
  6. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 920.
  7. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 502.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  9. ^ Tavole di Botanica Sistematica, su dipbot.unict.it, p. Verbenaceae. URL consultato il 27 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2009).
  10. ^ Kadereit 2004, pag. 454.
  11. ^ a b c Zobaa, Pag. 34.
  12. ^ Musmarra 1996.
  13. ^ The families of flowering plants, su delta-intkey.com, p. Verbenaceae Jaume St-Hil.. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2017).
  14. ^ Marx 2010, pag. 1650.
  15. ^ Marx 2010, pag. 1653.
  16. ^ Leary 2012, pag. 1787.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales (PDF), 2016.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, p. 432, ISBN 88-506-2449-2.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 920.
  • Hannah E. Marx, Nataly O ’ Leary, Yao-Wu Yuan, Patricia Lu-Irving, David C. Tank, María E. Múlgura, and Richard G. Olmstead, A MOLECULAR PHYLOGENY AND CLASSIFICATION OF VERBENACEAE, in American Journal of Botany, vol. 97, n. 10, 2010, pp. 1647-1663 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2015).
  • Nataly O ’ Leary, Caroina Isabel Calvino, Susanna Martinez, Patricia Lu-Irving, Richard G. Olmstead e Maria Ema Mulgura, E VOLUTION OF MORPHOLOGICAL TRAITS IN VERBENACEAE, in American Journal of Botany, vol. 99, n. 11, 2012, pp. 1778-1792 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2017).
  • Mohamed K Zobaa,, Palynology (Spore-Pollen Morphology) (PDF), in Department of Geology - Faculty of Science, Benha University, EGYPT.

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