Sandro Angelini

"Firma" di Angelini, Casa Migliavacca dei Rivola, Bergamo

Sandro Angelini (Bergamo, 23 marzo 1915Bergamo, 30 agosto 2001) è stato un architetto, illustratore, incisore e docente italiano.

Chiesa di Lalibela

Sandro Angelini, figlio dell'ingegnere Luigi e di Clotilde Ambiveri si diplomò al Liceo classico Sant'Alessandro di Bergamo, mentre contemporaneamente seguiva i corsi serali alla scuola Fantoni d'Arte applicata, e alla Scuola del nudo dell'Accademia Carrara.

Si laureò in architettura nel 1940 al Politecnico di Milano avendo come professore Gio Ponti e dove strinse importanti rapporti d'amicizia con Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Aldo Buzzi e Saul Steinberg[1]. Il professore Ponti diede un ottimo giudizio al termine del corso del quarto anno in Architettura e arredi d'interni: “All'allievo Angelini - Sono stato contento del tuo lavoro”.[2] Fu il solo del gruppo a proseguire il lavoro di architetto, mentre i compagni abbracciarono altre professioni, diventando un artista eclettico dai molteplici interessi coltivati fin dai primi anni della sua formazione, coprendo nel corso della sua vita ruoli di scenografo, incisore, scultore e disegnatore[3].[4] Importanti furono anche i corsi universitari riguardanti il restauro tenuti dal professore Ambrogio Annoni, con l'assistente Piero Gazzola con il quale mantenne ottimi rapporti collaborativi durante la sua attività professionale, e che lo coinvolgerà negli anni sessanta nell'attività inventariale e di catalogazione dei monumenti.[5]

Divise la sua vita tra gli impegni nella sua città natale e l'Africa, continente a cui dedicò molti dei suoi anni. Dal 1949 al 1969 divenne docente di incisione dell'Accademia Carrara facendo anche parte del consiglio d'amministrazione donandone poi una serie di sue incisioni[6].

La sua attività si può dividere in due periodi, quello di architetto-urbanista, impegnato in nuove progettazioni e dopo il 1960 quella di architetto-restauratore con attenzione alla tutela del patrimonio di Bergamo.[7] Numerosi furono quindi i suoi progetti per alcuni tra i più importanti palazzi della parte bassa di Bergamo. Il primo in collaborazione con il padre Luigi tra il 1946 e i 1949 è il progetto del palazzo “La Magione” posto a completamento di piazza della Libertà adibito ad attività commerciali, private e abitative.[8][9] Ne seguiranno molti altri fino al 1961.[10] Realizzò progetti anche per abitazioni private non solo in Bergamo ma anche in quelli che erano luoghi di villeggiatura sul lago d'Iseo e progetti per edifici industriali e edifici destinati ai servizi come a Bergamo e a Sovere le sedi della Banca Popolare di Bergamo nel 1955 e 1960, nonché progetti per edifici in particolari località di significativo interesse paesaggistico come l'ampliamento del rifugio Coca di Valbondione progettato con la moglie Marialuisa Berti.[11]

Tra i tanti progetti rilevante fu la realizzazione degli interni del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo, che era stato disegnato da Marcello Piacentini e dal quale riceverà l'approvazione:

«Io ricordo bene l'opera tua per l'interno, e non potevi fare meglio […]. Per quanto riguarda me, io ho dato i disegni dell'esterno delle facciate per la parte della Camera di Commercio, in quanto dovevano accordarsi con quelle della Banca Nazionale del Lavoro»

Nel 1960, diventato proprietario di Casa Angelini, fece eseguire lavori di restauro e di recupero riportando alla luce la Domus Lucina, la più antica dimora romana di Bergamo, regalando il materiale archeologico recuperato al Civico museo archeologico di Bergamo. Fece strappare e salvare gli affreschi bramanteschi presenti sulla facciata, conservandoli poi all'interno dell'abitazione.

Non meno importanti furono i lavori svolti in Etiopia. I suoi interessi per l'Africa iniziarono con l'incarico dell'International Fund for Monuments negli anni '60 per il restauro delle chiese monolitiche in Lalibela e successivamente, nel 1968, ottenne l'incaricato dall'UNESCO allo studio di un progetto che doveva valorizzare i beni culturali etiopi e il restauro dei castelli di Gondar e il centro archeologico di Axum, progetti che avrebbero dovuto incrementare il turismo culturale. Questo lavoro costituì negli anni '70 e '80 la più grande campagna di restauri compiuta in Africa[12].

L'amore per la sua terra lo portò a essere promotore di molte iniziative culturali come l'associazione Osservatorio Quarenghi che doveva portare ad una maggiore conoscenza i lavori del conterraneo Giacomo Quarenghi. Il legame con la Biblioteca lo porteranno a donare i lavori del padre Luigi che aveva eseguito la progettazione urbanistica di Bergamo nella prima metà del Novecento.

La città di Bergamo ha la particolare caratteristica di svilupparsi su due livelli: quello inferiore con i borghi, caratterizzato dal novecentesco Centro piacentiniano con i palazzi finanziari e amministrativi, mentre la parte alta oggetto di risanamento da parte del padre Luigi dal 1935, richiedeva di un nuovo studio perché certamente non adatta alla viabilità, per questo Sandro Angelini proseguì il lavoro iniziato dal padre. Saranno proprio loro i principali protagonisti del risanamento di città alta.[13][14] Sandro Angelini, a seguito del nuovo Piano Urbanistico di Giovanni Astengo e Luigi Dodi (1969-1972),[15] negli anni settanta del Novecento iniziò un piano di studio che porterà nel 1974 all'incarico da parte dell'amministrazione comunale del «Piano particolareggiato di risanamento conservativo di Città Alta e Borgo Canale» di Bergamo[16]

Negli anni '80 accettò l'incaricato per la realizzazione di uno studio organizzativo del Palazzo Nuovo sede della Biblioteca civica Angelo Mai per trasformarlo in libreria e archivio, riuscendo a proporre risoluzioni all'avanguardia che permettessero anche un facile incremento del patrimonio librario, diventando il promotore dell'associazione Amici della biblioteca.

I suoi figli donarono i progetti come Fondo Etiopia di Sandro Angelini[17] alla Biblioteca, che per tradizione, conserva documenti e cimeli dei bergamaschi che hanno dato lustro con la loro arte e cultura alla città orobica[18].

  1. ^ Scarocchia, p. 25-Tu sei stato uno dei pochi che ci hanno insegnato qualcosa senza averne l'aria.
  2. ^ Scarocchia, p. 28.
  3. ^ Angelini Sandro, su galleriarecta.it, Galleria recta. URL consultato il 20 maggio 2017.
  4. ^ Scarrocchia.
  5. ^ Lavoro che porterà alla creazione del Consiglio internazionale per i monumenti e i siti che vedrà proprio il Gazzola tra i fondatori
  6. ^ Sandro Angelini, su windoweb.it, windoweb. URL consultato il 26 maggio 2017.
  7. ^ Scarocchia, pp. 53-54.
  8. ^ Scarocchia, pp. 47-48.
  9. ^ La Magione, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 10 novembre 2024..
  10. ^ Angelini, Sandro, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 10 novembre 2024..
  11. ^ Rifugio Mario Merelli, su caibergamo.it. URL consultato il 10 novembre 2024..
  12. ^ Angelini Sandro, su bgpedia.it, Bgpedia. URL consultato il 20 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
  13. ^ Scarocchia, pp. 40-41
  14. ^

    «Quand j'entre chez un ami, je laisse mon parapluie à la porte; les visiteurs de la cielille Bergame peuvent bien laisser leurs roues à la porte (quando entro a casa di un amico lascio l'ombrello davanti alla porta; i visitatori della vecchia Bergamo possono lasciare le loro ruote all'ingresso)»

  15. ^ Bergamo: Piano Regolatore generale 1969 (PDF), su circe.iuav.it. URL consultato il 9 novembre 2024..
  16. ^ [https://www.rapu.it/ricerca/scheda_piano.php?id_piano=125 Piano particolareggiato di risanamento conservativo di Citt� Alta e Borgo Canale di Bergamo arch. Sandro Angelini. - 1980], su rapu.it. URL consultato il 5 novembre 2024.
  17. ^ I monumenti d'Etiopia alla Mai, su ecodibergamo.it, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2006. URL consultato il 26 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
  18. ^ Sandro Angelini, su legacy.bibliotecamai.org, Biblioteca civica A. Mai. URL consultato il 26 maggio 2017.
  • Carlo Simoncini, Quell'uom di multiforme ingegno. Vita di Sandro Angelini, Bergamo, Lubrina LED, 2015, ISBN 978-88-7766-577-5.
  • Sandro Scarocchia, Sandro Angelini, Sesto San Giovanni, Mim Edizioni srl, 2922, ISBN 9788857587592.

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