Sonia Petrovna

Sonia Petrovna in La prima notte di quiete

Sonia Petrovna, anche accreditata come Petrova o Petrowa (Parigi, 13 gennaio 1952), è un'attrice e ballerina francese.

Di origini russe, è iscritta dall'età di 6 anni alla scuola di ballo dell'Opera di Parigi, partecipa alla coreografia di Roland Petit L’éloge de la folie[1] e il 14 luglio 1967 al Festival dei Due Mondi di Spoleto nella coreografia di Jean Dudan Hommage à Kandinsky[2]. Nello stesso periodo è protagonista del documentario Adolescence, regia di Vladimir Forgency[3], candidato all'Oscar al miglior cortometraggio documentario nel 1967.

Dopo aver partecipato al film Le Feu sacré (1971), regia di Vladimir Forgency, anch'esso ambientato nel mondo della danza[4], viene scritturata per interpretare il personaggio di Vanina Abati nel film La prima notte di quiete (1972), regia di Valerio Zurlini con Alain Delon, film melodrammatico sullo sfondo di una Rimini deserta e invernale, poco allegra e affogata nelle nebbie. Successivamente le viene affidato il ruolo di Sophie in Ludwig (1972) di Luchino Visconti.

A partire dal 1980 partecipa a serie TV e film TV per le televisioni americana, francese e italiana, tra i quali La casa del sortilegio (1989), film di cinema dell'orrore diretto da Umberto Lenzi e Due madri (1989), regia di Tonino Valerii con Barbara De Rossi e Gianni Garko, storia di una bambina contesa tra madre naturale e madre adottiva[5].

È sposata con il compositore Laurent Petitgirard da cui ha avuto il figlio Tristan.

Doppiatrici italiane

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Corriere della Sera, 21 ottobre 1987, p. 38
  2. ^ Corriere della Sera, 15 luglio 1967, p. 12
  3. ^ (EN) Envisioning Dance on Film and Video, Routledge, 2002
  4. ^ (EN) Le Feu sacré Archiviato il 29 ottobre 2019 in Internet Archive. su gaumont.fr
  5. ^ Serena Iannicelli, Due madri, Radiocorriere TV, n. 18, 1989, pp. 26-28
  6. ^ (FR) Nomination ou promotion dans l'ordre des Arts et des Lettres juillet 2011

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN306048934 · ISNI (EN0000 0001 3020 0116 · LCCN (ENn97870398 · GND (DE1151068543