Staehelina

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Staehelina
Staehelina uniflosculosa
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCarduoideae
TribùCardueae
SottotribùStaehelininae
Garcia-Jacas & Susanna, 2019
GenereStaehelina
L., 1753
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCarduoideae
TribùCardueae
GenereStaehelina

Staehelina L., 1753 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae. Questo genere è anche l'unico della sottotribù Staehelininae Garcia-Jacas & Susanna, 2019.[1][2][3]

Il portamento
Staehelina dubia
Infiorescenza
Staehelina petiolata

Comprende piante cespugliose non spinose di tipo monocarpico. La forma biologica prevalente è camefita fruticosa (Ch frut), sono piante perenni e legnose (hanno un aspetto arbustivo), con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo. Nelle radici sono sempre presenti dei condotti resinosi, meno frequenti nelle parti aeree; mentre solamente nelle parti aeree sono presenti delle cellule latticifere. Altezza massima mezzo metro.[4][5][6][7][8][9][10]

Le foglie sono disposte in modo alternato. Hanno delle forme intere o dentato-pennatofide o da lineari a obovate e consistenza coriacea. Sopra sono sempreverdi (verde scuro) con sotto la superficie tomentosa.

Le infiorescenze sono composte da molti capolini (omogami), in aggregazioni corimbose, cilindrici con pochi fiori. I capolini contengono solo fiori tubulosi[11] e sono formati da un involucro a forma emisferica composto da poche brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori. Le squame dell'involucro, con forme da ovate a lanceolate, mucronate, talvolta minutamente irsute, sono disposte disposte su alcune serie in modo embricato. Il ricettacolo a protezione della base dei fiori è provvisto di ampie, connate basalmente, squame sfrangiate.

I fiori tubulosi sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori in genere sono ermafroditi e actinomorfi.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]

Il frutto è un achenio con un pappo. Gli acheni, con superficie glabra o sericea, hanno delle forme lineari-oblunghe con creste poco pronunciate. Il pappo formato da setole è inserito su una piastra apicale all'interno di una anello di tessuto parenchimatico. Le setole sono semplici solamente alla base (eventualmente connate), all'apice sono sfrangiate con 3 - 4 peli paralleli.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti le brattee dell'involucro possono agganciarsi ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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Queste specie si trovano specialmente nel Mediterraneo occidentale (fino alla Turchia occidentale) su terreni aridi e sassosi.[1][4]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[3]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Staehelininae è una di queste).[2][8][9][17]

Il genere di questa voce in precedenti trattamenti era definita incertae sedis.[18] La storia di questo gruppo è abbastanza complicata. Autori più antichi lo hanno descritto all'interno delle Carduinae o delle Mutisieae o Gochnatieae.[9] Solamente ultimamente usando il sequenziamento di nuova generazione, si è avuta la conferma che Staehelina appartiene alle Cardueae e costituisce una sottotribù monotipica Staehelininae con affinità alla sottotribù Xerantheminae.[2]

Alcuni caratteri distintivi per questa specie: habitus arbustivo nano; capolino omogamo; brattee involucrali ovato-lanceolate senza bordi lacerati e scuri; ricettacolo con corte squame scariose; code delle antere fortemente lacerate; rami dello stilo corti e coerenti; acheni sericei, glabri con un minuto anello apicale; pappo uniseriato con setole basali lisce e scabre all'apice.[19]

Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato[2] e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica del gruppo (vedere nota del paragrafo seguente).


Staehelina lobelii

Staehelina petiolata

Staehelina baetica

Staehelina dubia

Staehelina ha una età di divergenza relativamente recente tra i 8 e i 6,5 milioni di anni.[2][17]

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 30 e 34.[8]

Elenco delle specie

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Per questo genere sono descritte 4 specie:[1]

Nota: alcune checklist[2] includono anche la specie Staehelina lobelii DC. considerata da altre[20] un sinonimo di Hirtellina lobelii (DC.) Dittrich. Il genere Hirtellina tuttavia è considerato sinonimo di Staehelina.

Specie della flora italiana

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In Italia è presente una sola specie di questo genere:

  1. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 febbraio 2021.
  2. ^ a b c d e f Herrando et al. 2019.
  3. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  4. ^ a b Pignatti 1982, Vol.3 pag.141.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 130.
  9. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 299.
  10. ^ Pignatti 2018, vol.3 pag.929.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  12. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ a b Barres et al. 2013.
  18. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag.130.
  19. ^ Wang et al. 2013.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 febbraio 2021.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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