Fosco Giachetti

Fosco Giachetti in Bengasi (1942)

Fosco Giachetti (Sesto Fiorentino, 28 marzo 1900Roma, 22 dicembre 1974) è stato un attore italiano.

Vinse la Coppa Volpi come attore protagonista per la sua interpretazione in Bengasi.

Nacque da Alessandro e da Margherita Giachetti. Dopo l'esperienza nelle filodrammatiche toscane, il giovane Fosco fece il suo esordio in teatro con Ermete Zacconi e successivamente fece altre esperienze teatrali di rilievo recitando in importanti compagnie accanto a Margherita Bagni, Renzo Ricci, Tatiana Pavlova e Renato Cialente. Prese parte a una famosa edizione de La figlia di Jorio del 1935, accanto a Marta Abba.

Accostatosi al cinema, nel 1936 ottenne la piena affermazione con il ruolo da co-protagonista, accanto ad Antonio Centa, nel film Lo squadrone bianco, diretto da Augusto Genina. La recitazione asciutta e "virile", il volto severo e la voce grave fecero di Giachetti un divo del regime fascista - forse fu secondo al solo Amedeo Nazzari - che lo impiegò prevalentemente in soggetti a sfondo bellico come Tredici uomini e un cannone (1936), Sentinelle di bronzo (1937), Carmen fra i rossi (1939), L'assedio dell'Alcazar (1940) e Bengasi (1942), interpretazione, quest'ultima, che gli valse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla Mostra del cinema di Venezia.

Fosco Giachetti in Fari nella nebbia (1942)

Di rilievo anche la partecipazione al dittico di Goffredo Alessandrini, Noi vivi e Addio Kira! (1942), originariamente realizzato come un unico film di propaganda ambientato in Unione Sovietica, che venne poi distribuito in due pellicole separate a causa dell'eccessiva lunghezza (4 ore).

Durante la guerra affrontò anche ruoli drammatici più sfumati, come in Luce nelle tenebre (1941) di Mario Mattoli, Un colpo di pistola (1942) di Renato Castellani, Fari nella nebbia (1942) di Gianni Franciolini e Una piccola moglie (1943) di Giorgio Bianchi, mantenendo una forte popolarità nonostante il suo ruolo di divo incominciasse a essere scalfito dalle giovani generazioni, che in quegli anni si affacciavano sullo schermo, come Massimo Girotti, Andrea Checchi, Massimo Serato e Roberto Villa.

Nel dopoguerra ritornò all'attività teatrale seppur continuando a interpretare alcuni film (memorabile la sua interpretazione del marito roso dalla gelosia in La vita ricomincia, in cui era affiancato da Alida Valli) che però lo videro sempre meno nei titoli di testa.

Proseguì la sua attività cinematografica durante tutti gli anni cinquanta e sessanta in ruoli minori, dove però impose ancora la sua figura inflessibile e orgogliosa. Ne Il mattatore (1959) di Dino Risi, fu accanto a Vittorio Gassman, Luigi Pavese e un giovanissimo Enzo Cerusico e impersonò lo svampito generale dell'aeronautica Mesci, protagonista, suo malgrado, di una truffa perpetrata da Gassman ai danni di Pavese che credeva di poter avere un grosso appalto da parte dell'Aeronautica Militare per la fornitura della pasta all'uovo all'arma. Diede la voce a Pietro Germi (nel ruolo di Stefano) nel film La viaccia (1961), diretto da Mauro Bolognini. Le sue ultime apparizioni cinematografiche risalgono agli anni settanta e tra esse spicca Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, dove impersonò il colonnello, figura in ironico contrasto con i personaggi tutti d'un pezzo interpretati da Giachetti nella sua lunga carriera.

Le sue pronipoti, le gemelle Alice e Matilde Giachetti, nate nel 2009, calcano anch'esse la scena come attrici nella fiction Tv di Rai 1 Ho sposato uno sbirro 2, proseguendo la tradizione del bisnonno.

La televisione

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Intensa fu sin dagli anni cinquanta la sua attività per la televisione, per la quale interpretò sceneggiati importanti come Il romanzo di un maestro (1959, regia di Mario Landi), Una tragedia americana (1962), di Anton Giulio Majano, Vita di Michelangelo, David Copperfield, Il conte di Montecristo, I promessi sposi, Le mie prigioni (1968), da Silvio Pellico, diretto da Sandro Bolchi).

Fu poi interprete di un altro importante sceneggiato per la tv dei ragazzi, I racconti del faro di Angelo D'Alessandro (1966) con un giovanissimo Roberto Chevalier, in cui interpretava il guardiano Libero che, con la ricetrasmittente del faro posizionato in un'isola deserta, dialogava con la terraferma aprendo le comunicazioni con la famosa frase Libero chiama radio costa, rispondete! Passo.

Nel 2003 a Sesto Fiorentino è stata aperta una galleria in suo onore, la Galleria Fosco Giachetti.

Marie Glory e Fosco Giachetti in Napoli che non muore (1939)
Mireille Balin e Fosco Giachetti in L'assedio dell'Alcazar (1940)
Maria Tasnady e Fosco Giachetti in Bengasi (1942)
Fosco Giachetti e Alida Valli in Addio Kira! (1942)
Luisa Della Noce e Fosco Giachetti ne I patriarchi (1964)

Riconoscimenti

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