Lunamatrona
Lunamatrona comune | |
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(IT) Lunamatrona (SC) Lunamatròna | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Sud Sardegna |
Amministrazione | |
Sindaco | Italo Carruciu (lista civica) dal 26-10-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 39°38′48.98″N 8°54′01.08″E |
Altitudine | 168 m s.l.m. |
Superficie | 20,59 km² |
Abitanti | 1 594[1] (30-11-2023) |
Densità | 77,42 ab./km² |
Comuni confinanti | Collinas, Pauli Arbarei, Sanluri, Siddi, Villamar, Villanovaforru |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09022 |
Prefisso | 070 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 111038 |
Cod. catastale | E742 |
Targa | SU |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) lunamatronesi (SC) lunamatronesus |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Lunamatrona nella provincia del Sud Sardegna | |
Sito istituzionale | |
Lunamatrona (in sardo Lunamatròna) è un comune italiano di 1 594 abitanti della provincia del Sud Sardegna. Dista 11 km da Sanluri e 56 km da Cagliari.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]È situato a 180 metri sul livello del mare, nella piana interna della Marmilla tra il fiume Mannu e la zona collinare della Trexenta.
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]L'origine del nome ha più interpretazioni. C'è chi lo fa derivare da Juno, Giunone, accompagnato dall'attributo matrona, chi invece preferisce rifarsi al termine luna, che identifica la divinità notturna Diana, la romana Proserpina dea delle tenebre. In questo caso Lunamatrona acquista il significato di Luna Regina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La zona era abitata già in epoca nuragica, per la presenza di numerosi nuraghi, e in epoca romana, per la presenza di alcune tombe con vari reperti archeologici.
In epoca medioevale appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Marmilla. Alla caduta del giudicato (1410) entrò a far parte del Marchesato di Oristano. In seguito al fallimento della rivolta antiaragonese di Leonardo Alagon, ultimo marchese di Oristano, dopo la battaglia di Macomer (1478) tutta l'area passò sotto il dominio aragonese. In epoca aragonese fece parte dell'Incontrada di Parte Montis, appartenente alla contea di Quirra, feudo dei Carroz. Nel 1603 la contea divenne un marchesato, feudo dei Centelles. In periodo sabaudo, nel 1798, passò agli Osorio de la Cueva, in possesso dei quali rimase fino al 1839 quando fu riscattato in seguito alla soppressione del sistema feudale.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]«Stemma inquartato: nel primo, di rosso, alle tre spighe di grano, impugnate, d'oro, legate di azzurro; nel secondo, di argento, all'olivo al naturale, sradicato, fruttato d'oro; nel terzo, d'oro, al grappolo d'uva, di nero, gambuto di verde, munito del tralcio dello stesso, posto in fascia, pampinoso di due all'insù, di verde; nel quarto, di azzurro, alla pecora ferma, di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa patronale di San Giovanni Battista
- Chiesetta di Santa Maria
- Chiesetta di San Sebastiano
Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]- Tomba dei giganti "Su Cuaddu de Nixias"
- Nuraghe "Pitzu cùmmu"
- Nuraghe "Trobas"
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[4]
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]La variante del sardo parlata a Lunamatrona è il campidanese occidentale.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo del territorio, Sa corona Arrubia
Media
[modifica | modifica wikitesto]Il paese ebbe negli anni ottanta (e fino al 1990) un'emittente radiofonica di un certo seguito: Radio Lunamatrona.
Feste e sagre tradizionali
[modifica | modifica wikitesto]Vi si tiene annualmente, ogni prima domenica di settembre, la sagra del melone coltivato in asciutto, della malvasia e della pecora in cappotto.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Alessandro Merici | lista civica | Sindaco | [5] |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Giovanni Battista Orrù | lista civica | Sindaco | [6] |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Alessandro Merici | lista civica | Sindaco | [7] |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Italo Carruciu | lista civica | Sindaco | [8] |
31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Alessandro Merici | lista civica "Lunamatrona è Custa" | Sindaco | [9] |
26 ottobre 2020 | in carica | Italo Carruciu | lista civica "Progetto futuro" | Sindaco | [10] |
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Nel paese sono attive diverse società sportive: l'Unione Sportiva Lunamatrona, nata nel 1977, gestisce la squadra locale di calcio, militante nel campionato di Seconda Categoria ma con dei trascorsi in Promozione, e tutto il settore giovanile; la Virtus Luna spazia nel campo della pallavolo femminile e del calcio a 5 maschile, la cui formazione nel 2008 ha conquistato il titolo di campione regionale Anspi; l'Associazione Sportiva Dilettantistica Sentieri Alternativi pratica il trekking.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Lunamatrona, decreto 1989-12-21 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ Comunali 25/10/2020, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 29 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2020).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. URL consultato l'8 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato l'8 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
- G. Lilliu, La civiltà dei Sardi dal paleolitico all'età dei nuraghi, Torino 1988;
- D. Mureddu - G. Murru, Alla scoperta dei monumenti della Marmilla, Cagliari, CRES, 2000, p. 26;
- M.C. Locci, Tomba di giganti de Su Cuaddu de Nixias-Lunamatrona, in Dentro la Marmilla, ambiente, storia e cultura: Collinas, Gonnostramatza, Lunamatrona, Pauli Arbarei, Siddi, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Lunamatrona, Sa Corona Arrubia, 2000.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Giovanni Battista (Lunamatrona)
- Stazione di Lunamatrona-Pauli Arbarei
- Tomba dei giganti di Su cuaddu 'e Nixias
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lunamatrona
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Lunamatrona
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.lunamatrona.ca.it.
- Lunamatrona, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Lunamatròna, su sapere.it, De Agostini.
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
- chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, su sardegnadigitallibrary.it. URL consultato il 3 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).