Perdaxius

Perdaxius
comune
(IT) Perdaxius
(SC) Perdaxus
Perdaxius – Stemma
Perdaxius – Bandiera
Perdaxius – Veduta
Perdaxius – Veduta
Vista del paese dalla SP78 per Carbonia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
ProvinciaSud Sardegna
Amministrazione
SindacoGianluigi Loru (lista civica) dall'11-10-2021
Data di istituzione10 agosto 1958
Territorio
Coordinate39°09′39.89″N 8°36′44.57″E
Altitudine98 m s.l.m.
Superficie29,5 km²
Abitanti1 299[1] (30-11-2023)
Densità44,03 ab./km²
Comuni confinantiCarbonia, Narcao, Tratalias, Villaperuccio
Altre informazioni
Cod. postale09010
Prefisso0781
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT111054
Cod. catastaleG446
TargaSU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) perdaxini
(SC) perdaxinus
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Perdaxius
Perdaxius
Perdaxius – Mappa
Perdaxius – Mappa
Posizione del comune di Perdaxius
nella provincia del Sud Sardegna
Sito istituzionale

Perdaxius (Perdaxus in sardo[3]) è un comune italiano di 1 299 abitanti[1] della provincia del Sud Sardegna.

Geografia fisica

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Si trova nel pieno centro del bacino minerario del Sulcis[4] a 98 metri sopra il livello del mare su un territorio pianeggiante circondato da rilievi collinari tra cui monte Narcao e monte S'Orcu ed è attraversato dal rio Monte S'Orcu che sfocia nel lago artificiale di Monte Pranu. La zona è ricca di piombo argentifero estratto dalle miniere di Peppixedda e di San Simplicio ora abbandonate.

Origini del nome

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Molto probabilmente il suo nome trae origine dal latino Petrarium che vuol dire "luogo pietroso" forse suggerito dal massiccio roccioso di monte s'Orcu, in cui sorge.

Chiesa campestre di San Leonardo

Come attestano i numerosi ritrovamenti il paese fu abitato fin dall'epoca nuragica e in particolare in località Su Moinu de Perdaxius è possibile visitare alcune caverne le quali erano adibite al tempo come sepolcro.

Lo sviluppo del centro abitato si ebbe però solo nel Medioevo, in conseguenza della fondazione da parte dei monaci benedettini di un convento di cui sono ancora visibili tracce come il pozzo, la casa dei religiosi e parte delle stalle. Fu parte della curatoria di Sulcis, appartenente al Giudicato di Cagliari. L'esistenza della villa col nome di Petrargio, Perdacha o Pantagus è attestata dal 1260 al 1421, anno in cui risulta abbandonata, come il resto dei centri abitati del Sulcis.

Ripopolato attorno al XVIII secolo, ebbe una popolazione altalenante fino ad assumere un assetto stabile solo nel 1958 divenendo comune autonomo.

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Perdaxius sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 2002.[5]

«Stemma inquartato: il 1° d'oro, alla lettera maiuscola P di rosso; il 2° di azzurro, alle cinque spighe di grano d'oro, impugnate, legate di rosso; il 3° di azzurro, alla campana d'oro, legata di rosso; il 4° di rosso, alla pecora d'argento, con la testa rivolta, riposante sulla campagna di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta in lettere maiuscole di nero, ANNO DOMINI MCMLVIII. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo bordato di azzurro.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[6]

Lingue e dialetti

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La variante del sardo parlata a Perdaxius è il campidanese sulcitano.

Geografia antropica

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Nuraghe Camboni

Il Comune di Perdaxius comprende anche le seguenti frazioni:

  • Bingixedda
  • Is Manais
  • Is Melas
  • Is Pillonis
  • Is Pistis
  • Is Porcus
  • Is Senis
  • Mitza Justa
  • Pesus
  • San Leonardo
  • Tanca Manna
  • Is Atzoris
  • Tana Margianis

Nel territorio comunale di Perdaxius era presente la miniera di San Simplicio. Fu una piccola miniera di galena argentifera.

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Luca Gentile, Perdaxius, recupero dei borghi del paese: nuova opportunità turistica, Videolina. URL consultato il 2 marzo 2022.
  4. ^ Francesco Floris (a cura di), La Grande Enciclopedia della Sardegna - 7° volume (PDF), Sassari, Editoriale La Nuova Sardegna, 2007, pp. 188 (pdf 194). URL consultato il 27 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014).
  5. ^ Perdaxius, decreto 2002-03-14 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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