Omar Sívori
Omar Sívori | |||||||||||||||||||
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Sívori alla Juventus nella stagione 1961-1962 | |||||||||||||||||||
Nazionalità | Argentina Italia (dal 1961) | ||||||||||||||||||
Altezza | 163[1] cm | ||||||||||||||||||
Peso | 59[1] kg | ||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | ||||||||||||||||||
Termine carriera | 20 dicembre 1968 - giocatore 30 giugno 1983 - allenatore | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
«Sívori è più di un fuoriclasse. Per chi ama il calcio è un vizio.»
Enrique Omar Sívori (San Nicolás de los Arroyos, 2 ottobre 1935 – San Nicolás de los Arroyos, 17 febbraio 2005) è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo argentino naturalizzato italiano, di ruolo attaccante o centrocampista.
Soprannominato El Cabezón per la folta capigliatura scura che spiccava sul corpo minuto,[3] è considerato uno dei giocatori più forti nella storia del calcio.[4] L'IFFHS lo classifica alla 36ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo,[5] alla 16ª posizione in quella relativa ai più forti sudamericani[6] e alla 5ª posizione per quanto concerne gli argentini.[7] Nel marzo del 2004 è stato anche inserito da Pelé nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, redatta in occasione del Centenario della FIFA.[8] Vincitore del Pallone d'oro nel 1961,[9] è stato inserito in totale per cinque anni di fila tra i candidati alla vittoria del premio.
Durante la sua carriera militò nei club del River Plate, della Juventus e del Napoli, vincendo 6 campionati e 2 coppe nazionali. Mise a segno 147 reti nel campionato italiano, dove detiene assieme a Silvio Piola il record del maggior numero di gol segnati in una singola partita: il 10 giugno 1961 siglò infatti 6 reti nella gara Juventus-Inter (9-1) della stagione 1960-1961.[10]
Nel corso della sua carriera agonistica, rappresentò sia l'Argentina che l'Italia, vincendo con la maglia della Selección la Copa América 1957. In totale con le casacche delle due nazionali realizzò 17 reti in 28 presenze. Da allenatore fu inoltre commissario tecnico della nazionale argentina all'inizio degli anni 70.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Sívori nacque a San Nicolás de los Arroyos, città della provincia di Buenos Aires, in una famiglia di origini italiane. Suo nonno paterno, Giulio Sívori, era un immigrato di Cavi di Lavagna, frazione del comune ligure di Lavagna, mentre sua madre Carolina era abruzzese di Tornareccio.[11][12]
Caratteristiche tecniche
[modifica | modifica wikitesto]Giocatore
[modifica | modifica wikitesto]«Era il genio assoluto, l'esplosione, l'anarchia come disciplina superiore del calcio.»
Calciatore talentuoso,[3] le sue specialità erano il dribbling in velocità e il palleggio.[3][14] Era abbastanza forte fisicamente e possedeva un'ottima coordinazione.[3] Agli esordi in Argentina si guadagnò i soprannomi di El pibe de oro (Il ragazzo d'oro) – rispolverato decenni dopo per il connazionale Diego Armando Maradona –[3] e di El Gran Zurdo (Il grande mancino),[4] quest'ultimo riferito alla sua propensione a giocare principalmente con il piede sinistro.[3]
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Giocatore
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]River Plate
[modifica | modifica wikitesto]Ancora ragazzo entrò a far parte del River Plate, in una squadra che includeva giocatori come Ángel Labruna e Félix Loustau, che a loro volta fecero parte della cosiddetta Máquina degli anni 40;[15] fu allora che si guadagnò il soprannome di El Cabezón per via della folta capigliatura che spiccava sulla sua esile figura.[15]
«Stravedevo per la cattiveria e la scaltrezza di Sivori: non si faceva mai picchiare da nessuno. Anzi, al massimo succedeva il contrario.»
La squadra vinse la Primera División Argentina nel 1955, titolo confermato quando il River batté il Boca Juniors 2-1 alla Bombonera.[17] Nella stessa stagione il club vinse la Copa Río de La Plata battendo il Nacional. La stagione successiva la squadra vinse il campionato argentino all'ultima giornata battendo il Rosario Central per 4-0, con Sívori che realizzò l'ultima rete.[18] Avrebbe giocato l'ultima partita con la maglia del River contro lo stesso club il 5 maggio 1957.
Il giovane vestì la maglia dei Millonarios fino alla stagione 1957-1958, quando fu ingaggiato dalla Juventus. A posteriori quel trasferimento provocò indirettamente un declino nella storia del club argentino, che nei diciotto anni seguenti non riuscirà più a vincere il titolo nazionale;[19] tuttavia con i soldi ottenuti dal trasferimento fu iniziato il completamento de El Monumental.[19]
La Juventus e il Trio Magico
[modifica | modifica wikitesto]A 21 anni, Sívori arrivò quindi in Italia. Fu soprattutto l'interessamento dell'ex juventino Renato Cesarini a rendere possibile il trasferimento del giovane calciatore al club torinese, che pagò 10 milioni di pesos (equivalenti allora a 190 milioni di lire)[20] per il suo cartellino, stabilendo un record dell'epoca; a essere battuta fu soprattutto la concorrenza dell'Inter.[20]
Esordì in maglia bianconera nel 1957, andando ad affiancare in attacco l'altro neoacquisto, il centravanti gallese John Charles, e il capitano della squadra, l'italiano Giampiero Boniperti: nonostante le incognite della vigilia,[21] questi andarono a comporre un formidabile trio offensivo (tra i più prolifici visti sul palcoscenico della massima serie italiana) che fece la fortuna della Juventus a cavallo degli anni 50 e 60.
L'argentino indossò la casacca bianconera in 257 partite (215 in A, 23 in Coppa Italia e 19 in Europa), segnando 170 reti (135 in A, 24 in Coppa Italia e 12 in Europa).[22][23] Con la Juventus visse il suo periodo di maggior successo, vincendo tre scudetti (tra cui il primo, storico, «della stella»[21]) assieme a due coppe nazionali;[24] nel 1960 riuscì inoltre a conquistare il suo unico titolo di capocannoniere, mentre l'anno successivo raggiunse il suo massimo traguardo personale, venendo insignito (grazie al suo status di oriundo) del Pallone d'oro come miglior calciatore europeo: era la prima volta che il prestigioso riconoscimento veniva assegnato a un giocatore italiano (per quanto italo-argentino), nonché il primo successo assoluto per un calciatore juventino e militante nel campionato italiano.
Sívori fu l'ultimo elemento del Trio Magico a lasciare il club torinese, restando in bianconero fino al 1965 quando, a causa d'insanabili contrasti con l'allora allenatore Heriberto Herrera (di cui non sopportava la stretta disciplina), decise di cambiare squadra.
Napoli
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1965 si trasferì al Napoli grazie all'opera di persuasione dell'allenatore Bruno Pesaola; inoltre l'allora presidente partenopeo Achille Lauro, per ottenere il suo cartellino, acquistò due motori navali per la sua flotta e pagò settanta milioni: quando arrivò in città, ad accogliere il giocatore ci furono migliaia di tifosi.[25]
Qui, all'ombra del Vesuvio, formerà una coppia-gol tutta sudamericana assieme all'altro oriundo, l'italo-brasiliano José Altafini. Col club campano vinse subito la Coppa delle Alpi 1966, e fu poi protagonista in Serie A con un terzo posto nello stesso anno,[26] un quarto l'anno dopo[27] e un secondo nel 1968.[28]
Un infortunio al ginocchio destro durante una tournée del Napoli in Colombia, nell'estate 1967, lo metterà a disposizione della squadra partenopea a mezzo servizio nelle ultime due stagioni; ciò, unito ad uno storico litigio con l'arbitro Fulvio Pieroni durante un Napoli-Juventus del 1º dicembre 1968 (culminato con un'espulsione e successivi sei turni di squalifica), lo convinse definitivamente a concludere la propria carriera, a trentatré anni, decisione su cui già meditava da tempo.[29]
Darà il suo commosso addio al calcio giocato in televisione, il 21 dicembre 1968, durante la tredicesima puntata di Canzonissima, con un collegamento da Napoli.[30]
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]L'Argentina e gli Angeli dalla faccia sporca
[modifica | modifica wikitesto]Sívori scese in campo per l'Argentina, suo Paese d'origine, in 19 occasioni, collezionando 9 reti e vincendo il titolo continentale sudamericano nel 1957 – venendo al contempo eletto miglior giocatore dell'edizione.[31]
Con altri fuoriclasse di quella squadra (Omar Corbatta, Humberto Maschio, Antonio Angelillo e Osvaldo Héctor Cruz) aveva formato nell'Albiceleste un gruppo destinato a rimanere nella memoria con il nome di Angeli dalla faccia sporca (appellativo mutuato dall'omonima pellicola del 1938) per l'aria da impertinenti scugnizzi che i cinque avevano sul campo e fuori.
Il terzetto con Angelillo e Maschio non poté ricostituirsi nelle squadre di club italiane dalle quali i tre furono poi ingaggiati: Sívori approdò alla Juventus, mentre gli altri due si trovarono a giocare per una storica rivale dei torinesi, ovvero l'Inter. Successivamente, solo Angelillo riuscirà negli anni 60 a riunirsi calcisticamente, seppur brevemente, al fuoriclasse argentino: nel 1961 con la maglia azzurra, entrambi da oriundi, e nel 1967 con la casacca del Napoli, durante la tournée partenopea in Colombia che vedrà Sívori protagonista del già citato grave infortunio.
Italia
[modifica | modifica wikitesto]Come accennato, nel 1961 Sívori vinse il Pallone d'oro e, in virtù della sua condizione di oriundo, dallo stesso anno poté essere impiegato nell'Italia che partecipò al campionato del mondo 1962 in Cile, dove fu penalizzato ancora una volta, secondo i giornalisti, dal suo carattere introverso.[32]
Con la maglia della nazionale azzurra Sívori disputò in tutto 9 incontri, mettendo a segno 8 reti (di cui 4 contro Israele nel 1961).
Allenatore e dirigente
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]Per circa un decennio, subito dopo il ritiro dal calcio giocato, Sívori si cimentò nel ruolo di allenatore nella natìa Argentina. Debuttò in panchina nel 1969 assumendo la guida del Rosario Central, club che guidò per un biennio. Nel 1972 prese poi le redini dell'Estudiantes (LP), squadra che allenò brevemente fino al suo incarico da CT della nazionale. Dopo un quinquennio d'inattività, nel 1979 venne chiamato dal Racing Club, dove rimase per un anno.
Accettò quindi di guidare nel 1983 i canadesi del Toronto Italia nella National Soccer League.[33] Con il club di Toronto chiuse al secondo posto la regular season del campionato, alle spalle dei concittadini del Panhellenic, per poi trionfare ai play-off superando nella finale per il titolo un altro club torontoniano, la Dinamo Latino;[33] in precedenza era arrivato anche il successo nella NSL Cup, battendo in finale il succitato Panhellenic.[33]
Dal 1986 al 1988 fu presidente della Viterbese.[34] Sotto il suo mandato, il club venne promosso dal campionato laziale di Promozione all'Interregionale.
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Intervallato tra gli incarichi con le squadre di club, nel 1972 diventò commissario tecnico dell'Argentina, con il compito di qualificare i biancocelesti al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest (incarico delicato, in quanto l'Argentina aveva fallito il pass nel 1970); ottenne la qualificazione ai danni di Paraguay e Bolivia, con 3 vittorie e 1 pareggio.
Rimane celebre la mossa attraverso la quale (dovendo giocare due partite ravvicinate, una a livello del mare e l'altra ai 3650 m di quota di La Paz) allestì due nazionali "differenti": mentre la prima, formata dai giocatori titolari, si allenava agli ordini di Sívori a Buenos Aires e si recò ad Asunción dove pareggiò col Paraguay, la seconda (definita "nazionale da montagna" o "nazionale fantasma"), formata da giocatori non convocati abitualmente, fu portata dal tecnico in seconda a prepararsi in segreto sulle Ande, per acclimatarsi in quota.[35]
Sívori venne allontanato nel 1974 dalla guida della nazionale, per divergenze con il presidente della federazione e per le sue scarse simpatie nei confronti di Juan Domingo Perón, rientrato in Argentina e tornato presidente in quel periodo. Sulla panchina dell'Albiceleste conta un ruolino di 16 gare, di cui 9 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte.
Dopo il ritiro
[modifica | modifica wikitesto]Negli ultimi anni di vita lasciò l'Italia per tornare a vivere in Argentina. Sposato con María Elena Casas, da lei ebbe tre figli: Néstor, Miriam e Humberto, questo ultimo scomparso di cancro nel giugno 1978, all'età di quindici anni. Morì il 17 febbraio 2005 nella sua casa di San Nicolás de los Arroyos (da lui chiamata La Juventus in omaggio al club italiano[36]), a causa di un tumore al pancreas, all'età di sessantanove anni.
Riposa nel cimitero privato Celestial del barrio San Nicolás di Buenos Aires.
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Tra club e nazionali maggiori, Sívori ha giocato 426 partite segnando 236 reti, alla media di 0,55 gol a partita.
Presenze e reti nei club
[modifica | modifica wikitesto]Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Totale | |||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1954 | River Plate | PD | 16 | 8 | - | - | - | - | - | - | 16 | 8 |
1955 | PD | 23 | 11 | - | - | - | - | - | - | 23 | 11 | |
1956 | PD | 23 | 10 | - | - | - | - | - | - | 23 | 10 | |
1957 | PD | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 | |
Totale River Plate | 63 | 29 | - | - | - | - | 63 | 29 | ||||
1957-1958 | Juventus | A | 32 | 22 | CI | 8 | 9 | - | - | - | 40 | 31 |
1958-1959 | A | 24 | 15 | CI | 3 | 5 | CC+CA | 2+1 | 3+2 | 30 | 25 | |
1959-1960 | A | 31 | 28 | CI | 4 | 3 | CA | 1 | 1 | 36 | 32 | |
1960-1961 | A | 27 | 25 | CI | 1 | 2 | CC | 1 | 1 | 29 | 28 | |
1961-1962 | A | 25 | 13 | CI | - | - | CC | 5 | 2 | 30 | 15 | |
1962-1963 | A | 33 | 16 | CI | 4 | 3 | CdA | 4 | 4 | 41 | 23 | |
1963-1964 | A | 28 | 13 | CI | 2 | 1 | CdF | 4 | 0 | 34 | 14 | |
1964-1965 | A | 15 | 3 | CI | 1 | 1 | CdF | 3 | 2 | 19 | 6 | |
Totale Juventus | 215 | 135 | 23 | 24 | 21 | 15 | 259 | 174 | ||||
1965-1966 | Napoli | A | 33 | 7 | CI | 1 | 0 | CM+CdA | 1+4 | 0+1 | 39 | 8 |
1966-1967 | A | 20 | 2 | CI | 0 | 0 | CdF | 5 | 3 | 25 | 5 | |
1967-1968 | A | 7 | 2 | CI | 0 | 0 | CdF | 0 | 0 | 7 | 2 | |
1968-1969 | A | 3 | 1 | CI | 0 | 0 | CdF+CdA | 2+0 | 0 | 5 | 1 | |
Totale Napoli | 63 | 12 | 1 | 0 | 12 | 4 | 76 | 16 | ||||
Totale carriera | 341 | 176 | 24 | 24 | 33 | 19 | 398 | 219 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Argentina | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
22-1-1956 | Montevideo | Argentina | 2 – 1 | Perù | Coppa America 1956 | 1 | |
29-1-1956 | Montevideo | Argentina | 2 – 0 | Cile | Coppa America 1956 | - | |
5-2-1956 | Montevideo | Brasile | 1 – 0 | Argentina | Coppa America 1956 | - | |
15-2-1956 | Montevideo | Uruguay | 1 – 0 | Argentina | Coppa America 1956 | - | |
28-2-1956 | Città del Messico | Perù | 0 – 0 | Argentina | Campionato Panamericano | - | |
6-3-1956 | Città del Messico | Argentina | 4 – 3 | Costa Rica | Campionato Panamericano | 3 | |
11-3-1956 | Città del Messico | Argentina | 3 – 0 | Cile | Campionato Panamericano | 1 | |
13-3-1956 | Città del Messico | Messico | 0 – 0 | Argentina | Campionato Panamericano | - | |
18-3-1956 | Città del Messico | Argentina | 2 – 2 | Brasile | Campionato Panamericano | 1 | |
1-7-1956 | Montevideo | Uruguay | 1 – 2 | Argentina | Coppa Atlantica | - | |
15-8-1956 | Asunción | Paraguay | 0 – 1 | Argentina | Coppa Chevallier Boutell | - | |
19-8-1956 | Buenos Aires | Argentina | 1 – 0 | Cecoslovacchia | Amichevole | - | |
5-12-1956 | Rio de Janeiro | Brasile | 1 – 2 | Argentina | Coppa Raúl Colombo | - | |
17-3-1957 | Lima | Argentina | 3 – 0 | Ecuador | Coppa America 1957 | 1 | |
20-3-1957 | Lima | Uruguay | 0 – 4 | Argentina | Coppa America 1957 | - | |
28-3-1957 | Lima | Cile | 2 – 6 | Argentina | Coppa America 1957 | 1 | |
3-4-1957 | Lima | Argentina | 3 – 0 | Brasile | Coppa America 1957 | - | |
6-4-1957 | Lima | Perù | 2 – 1 | Argentina | Coppa America 1957 | 1 | [37] |
9-4-1957 | Lima | Perù | 1 – 4 | Argentina | Amichevole | - | |
Totale | Presenze | 19 | Reti | 9 |
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
25-4-1961 | Bologna | Italia | 3 – 2 | Irlanda del Nord | Amichevole | 1 | |
24-5-1961 | Roma | Italia | 2 – 3 | Inghilterra | Amichevole | 1 | |
15-6-1961 | Firenze | Italia | 4 – 1 | Argentina | Amichevole | 2 | |
15-10-1961 | Tel Aviv | Israele | 2 – 4 | Italia | Qual. Mondiali 1962 | - | |
4-11-1961 | Torino | Italia | 6 – 0 | Israele | Qual. Mondiali 1962 | 4 | |
5-5-1962 | Firenze | Italia | 2 – 1 | Francia | Amichevole | - | |
13-5-1962 | Bruxelles | Belgio | 1 – 3 | Italia | Amichevole | - | |
31-5-1962 | Santiago del Cile | Italia | 0 – 0 | Germania Ovest | Mondiali 1962 - 1º turno | - | |
7-6-1962 | Santiago del Cile | Italia | 3 – 0 | Svizzera | Mondiali 1962 - 1º turno | - | |
Totale | Presenze | 9 | Reti (39º posto) | 8 |
Record
[modifica | modifica wikitesto]- Unico calciatore, insieme a Gigi Riva, Roberto Bettega, Francesco Pernigo, Alberto Orlando e Carlo Biagi, ad aver segnato una quaterna con la maglia della nazionale italiana.[38]
- Unico calciatore, insieme a Silvio Piola, ad aver segnato sei gol in una partita di Serie A.
Statistiche da allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Nazionale argentina
[modifica | modifica wikitesto]Squadra | Naz | dal | al | Record | |||||||
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G | V | N | P | GF | GS | DR | % Vittorie | ||||
Argentina[39] | 27 settembre 1972 | 7 ottobre 1973 | 13 | 8 | 2 | 3 | 26 | 16 | +10 | 61,54 |
Panchine da commissario tecnico della nazionale argentina
[modifica | modifica wikitesto]Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Giocatore
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Coppa Italia: 2
Competizioni internazionali
[modifica | modifica wikitesto]Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Argentina: Perù 1957
Individuale
[modifica | modifica wikitesto]- Miglior giocatore della Copa América: 1
- 1959-1960 (28 gol)
- Inserito nella FIFA 100
- 2004
Allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]- Toronto Italia: 1983
- NSL Cup: 1
- Toronto Italia: 1983
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate 1965 la popolarità raggiunta portò Sívori a interpretare se stesso nel film Idoli controluce di Enzo Battaglia, con Massimo Girotti e Valeria Ciangottini,[41] cui seguì nel 1970 la pellicola Il presidente del Borgorosso Football Club di Luigi Filippo D'Amico, con Alberto Sordi.
Nel 1972 partecipò a un numero della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello, pubblicizzante l'olio per motori Apilube dell'Anonima Petroli Italiani (API), nella quale veniva intervistato dal campione motociclista Giacomo Agostini.
Quando abbandonò il calcio giocato, la polemica con la classe arbitrale si trasferì dai campi di gioco alla televisione, e Sívori si dimostrò per lungo tempo competente e apprezzato commentatore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b 1961 - Omar Sivori, su puntosport.net (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2010).
- ^ Guido Vaciago, L'Avvocato era avanti: twittava già 50 anni fa..., su tuttosport.com, 24 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2014).
- ^ a b c d e f g h i Breve il mondiale felice di Sivori, inventore del football impossibile, in Stampa Sera, 6 marzo 1990.
- ^ a b Perugino, p. 16.
- ^ IFFHS' Century Elections, su rsssf.com. URL consultato il 27-06-2010.
- ^ (EN) Karel Stokkermans, South America - Player of the Century, su rsssf.com, 30 gennaio 2000.
- ^ (EN) Karel Stokkermans, Argentina - Player of the Century, su rsssf.com, 30 gennaio 2000.
- ^ Fifa names greatest list, su news.bbc.co.uk.
- ^ Ballon d'Or France Football 1961 : Omar Sivori, su francefootball.fr.
- ^ La partita fu la ripetizione della sfida di campionato del 16 aprile 1961, che era stata vinta 2-0 a tavolino dall'Inter per via di un'invasione a bordo campo del pubblico presente all'interno dello stadio Comunale di Torino. La Juventus presentò ricorso contro la decisione, che il successivo 3 giugno venne accolto dalla Commissione di Appello Federale della FIGC, la quale annullò la vittoria a tavolino dei nerazzurri e dispose di rigiocare il match; con le due squadre in lotta per lo scudetto, la decisione sancì de facto la vittoria del titolo italiano da parte dei bianconeri. In segno di protesta, nella ripetizione del 10 giugno la società milanese fece scendere in campo la propria squadra giovanile; nonostante la Juventus non volesse infierire più di tanto sui giovani interisti, Sívori – intento a inseguire quel Pallone d'oro che avrebbe poi conquistato alla fine dell'anno – volle ugualmente segnare quante più reti possibili, cfr. Mario Gherarducci, Boniperti e quel 9-1 all'Inter: «Fu Sivori a voler infierire», in Corriere della Sera, 25 ottobre 2001, p. 47 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2013).
- ^ I miti del calcio: Omar Sivori, su tuttocalciatori.net, 8 marzo 2013.
- ^ Maurizio Crosetti, Sivori, la rabbia dell'oriundo, in la Repubblica, 9 febbraio 2001.
- ^ Corrado Stajano, Sivori e altri eroi, il vizio del calcio, in Corriere della Sera, 12 aprile 2010, p. 29 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2014).
- ^ Omar Sivori, Enciclopedia Treccani.
- ^ a b (EN) svaldo José Gorgazzi e Víctor Hugo Kurhy, Final Tables Argentina 1951-1960, su rsssf.com, 9 giugno 2016.
- ^ Paolo Bertoldi, A dieci minuti dal termine l'inizio dei movimentati incidenti, in La Stampa, 26 marzo 1962.
- ^ (EN) Osvaldo José Gorgazzi, Argentina 1955, su rsssf.com, 23 aprile 2009.
- ^ (EN) Osvaldo José Gorgazzi, Argentina 1956, su rsssf.com, 12 luglio 2017.
- ^ a b (EN) Argentina mourns lost son Sivori, su news.bbc.co.uk, 29 giugno 2007.
- ^ a b Marco Tarozzi, Cent'anni di gratitudine - Un secolo di stranieri in Italia, in Calcio 2000, n. 26, Milano, gennaio 2000, p. 27.
- ^ a b Chiesa, pp. 58-59.
- ^ Sivori Omar Enrique, su juworld.net.
- ^ Omar Enrique Sivori, su myjuve.it.
- ^ Omar Enrique Sivori - Palmarès, su myjuve.it. URL consultato il 19 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
- ^ Carratelli, p. 167.
- ^ Carratelli, p. 164.
- ^ Carratelli, p. 168.
- ^ Carratelli, p. 172.
- ^ Bruno Perucca, Napoli ritrova il Sivori per la partita con il Torino, in La Stampa, 28 dicembre 1967, p. 11.
- ^ Aria di Natale a Canzonissima, in La Stampa, 22 dicembre 1968, p. 8.
- ^ (EN) Martín Tabeira, Copa América Best Players, su rsssf.com, 19 luglio 2007.
- ^ La Gazzetta dello Sport, 28 settembre 1962, p. 3.
- ^ a b c (EN) 1983 Season, su thecnsl.com. URL consultato il 1º aprile 2022.
- ^ Corrado Sannucci, La storia di Omar, in la Repubblica, 13 luglio 1986.
- ^ Paolo Galassi e Filippo Fiorini, L'ultima magia di Sivori: la strana storia della nazionale fantasma, su gazzetta.it, 15 febbraio 2013.
- ^ Perugino, p. 21.
- ^ 11º titolo
- ^ È record come Pernigo, Sivori, Orlando e Riva, in La Stampa, 16 ottobre 1977, p. 17.
- ^ (EN) H. D. Pelayes, ARGENTINA NATIONAL TEAM ARCHIVE, su rsssf.com. URL consultato il 13 gennaio 2021.
- ^ In condivisione con Miguel Ignomiriello
- ^ Il Calcio e il Ciclismo Illustrato, n. 26, 27 giugno 1965, p. 17.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mimmo Carratelli, La grande Storia del Napoli, Gianni Marchesini Editore, ISBN 978-88-88225-19-7.
- Carlo F. Chiesa, Il grande romanzo dello scudetto. Tredicesima puntata: Milan e Juve, rivoluzione vincente, in Calcio 2000, febbraio 2003, pp. 48-65.
- Claudio Gregori, Omar Sivori—La leggenda del Cabezón, in I libri della Gazzetta dello Sport, Milano, RCS Quotidiani, 2005, SBN IT\ICCU\LO1\1009499.
- (ES) Elías Perugino, Homenaje: Omar Sivori, in El Gráfico, n. 4336, 4 marzo 2005.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Omar Sívori
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Omar Sívori
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sivori, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Roberto Beccantini, SIVORI, Omar Enrique, in Enciclopedia dello Sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002-2005.
- (EN) Omar Sívori, su national-football-teams.com, National Football Teams.
- (DE, EN, IT) Omar Sívori (calciatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (DE, EN, IT) Omar Sívori (allenatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Omar Sívori, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- (EN, RU) Omar Sívori, su eu-football.info.
- Omar Sívori, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Omar Sívori, su IMDb, IMDb.com.
- Dario Marchetti (a cura di), Omar Sívori, su Enciclopediadelcalcio.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
- Convocazioni e presenze in Nazionale di Omar Sívori, su FIGC.it, FIGC.
- Omar Sivori, su myjuve.it.
- Enrique Omar Sivori, su napolistat.it.
- (EN) Roberto Mamrud, Enrique Omar Sívori - International Appearances, su rsssf.com, 19 febbraio 2005.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 40308000 · ISNI (EN) 0000 0000 1903 1107 · SBN TO0V501465 · GND (DE) 124280358 · BNF (FR) cb15748849c (data) |
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