Sabena

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Sabena NV
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Airbus A320 della Sabena
StatoBelgio (bandiera) Belgio
Fondazione1923
Chiusura2001
Sede principaleZaventem
SettoreTrasporto
Prodottiaviazione civile
Sito webwww.sabena.com
Compagnia aerea di bandiera
Codice IATASN
Codice ICAOSAB
Indicativo di chiamataSABENA
HubBruxelles-Zaventem
Frequent flyerQualiflyer
Flotta84 (nel 2001)
Destinazioni99 (nel 2001)
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La Sabena NV, acronimo di Société Anonyme Belge d'Exploitation de la Navigation Aérienne e indicata nei suoi primi anni di vita come SABENA, è stata la compagnia aerea di bandiera del Belgio fino al 2001, anno della sua chiusura.

Douglas DC-6 della Sabena sul piazzale dell'aeroporto di Heathrow nel 1960

Fondata nel 1923 è stata dichiarata fallita nel 2001. In quel momento era una delle più antiche compagnie aeree soltanto più giovane di KLM e Avianca fondate nel 1919. Nel 1949 la compagnia fu uno dei fondatori della "Société Internationale de Télécommunications Aéronautiques" (SITA).

Prima della seconda guerra mondiale rinfoltì la propria flotta con l'inserimento del DC-3 Dakota. Tuttavia occorrerà attendere la fine della guerra per la ripresa dell'attività in un periodo che sarà di grande evoluzione per il trasporto aereo. Vengono così, via via introdotti altri modelli di aeromobile quali il DC-6, il Boeing 707, il Boeing 747 e il DC-10. Ad un certo punto pensò anche di acquistare dei Concorde.

Dal 1946 alla data del suo fallimento, la compagnia non ha mai cessato di sviluppare la sua rete mondiale con un occhio di riguardo al continente africano per via delle colonie. Alcuni degli scali africani sono stati Kinshasa, Dakar, Entebbe, Douala, Kano, etc. Soltanto l'Asia rimase fuori dalla sua rete a parte le rotte per Tokyo e l'India.

Nel 1994, Paul Rusesabagina, il direttore dell'Hôtel des Mille Collines, di proprietà del gruppo Sabena, di Kigali, nell'ex territorio belga del Ruanda, ha dato rifugio a oltre 1.200 Tutsi e alcuni Hutu nell'hotel, salvandoli dal massacro compiuto dalla milizia Interahamwe durante il Genocidio del Ruanda. Tali eventi sono mostrati nel film Hotel Rwanda del 2004.[1]

Tuttavia, nonostante le sue numerose attività, la Sabena non è mai stata una compagnia molto redditizia. Come tutte le compagnie a carattere statale, subisce molte ingerenze politiche, le cui scelte peseranno sul futuro della Compagnia. Infatti nel 1993 Air France aveva acquisito una minoranza con l'intento di creare il primo gruppo europeo e sviluppare un asse fra i due hubs Parigi e Brussels. La rivalità interna fra le fazioni francofona e fiamminga non aiutano il progetto e quando la comunità europea non dà il benestare alla fusione, nessuno si oppone obbligando quindi Air France a recedere da quella che poteva essere una iniziativa lungimirante.

Successivamente, per aggirare il divieto, il Governo belga cede il 49% della società all'azienda privata SAirGroup, società svizzera e quindi extracomunitaria, che controlla Swissair ed altre società. La nuova azionista impone il riammodernamento della flotta con l'introduzione dei nuovi aeromobili Airbus, ordinandone 36, ben 17 più di quelli effettivamente necessari. Ma la crisi generale del settore, acuita dall'attacco dell'11 settembre 2001, porta Swissair, già afflitta da problemi interni, a non onorare gli impegni finanziari precedentemente presi con Sabena. Il 2 ottobre 2001 Swissair sospende le operazioni per fallire successivamente.

Il mancato versamento da parte di Swissair obbliga quindi la Sabena a formalizzare il 3 ottobre 2001 la sua esposizione economica ed infine a sospendere definitivamente tutte le operazioni il 7 novembre 2001.

Nell'attività di nuovo vettore aereo belga subentra la SN Brussels Airlines, che eredita i codici internazionali ed il logo di una « S » stilizzata.

Nel novembre 2006, cinque anni dopo il fallimento della Sabena, SN Brussels Airlines e Virgin Express annunciano di fondersi e dar vita alla "Brussels Airlines".

Caravelle della Sabena.

Nel novembre 2001, alla data della chiusura, la flotta Sabena consisteva in 87 velivoli più 15 in ordine:

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