15 luglio: chiusura del mercato estivo. Una campagna acquisti costata oltre mezzo miliardo di lire proiettò l'Alessandria nel novero delle favorite del campionato di Serie C. Alla fine del mese la squadra partì per Voltaggio, sede del ritiro[2].
4 agosto: il memoriale di un ex dirigente del Brindisi indusse l'ufficio inchieste della FIGC a istituire un processo per illecito sportivo. La gara in esame era Brindisi-SPAL, del campionato di Serie B appena concluso. Per l'Alessandria, che aveva chiuso il torneo retrocedendo al terzultimo posto, si concretizzarono dunque chance di ripescaggio tra i cadetti[3]. A causa del protrarsi della vicenda, il debutto in campionato contro il Sant'Angelo previsto per il 14 settembre venne rinviato al 1º ottobre[4].
11 settembre: il Brindisi venne assolto dalle accuse d'illecito sportivo per insufficienza di prove. L'Alessandria rimase in Serie C[5].
18 settembre: malgrado il passaggio del turno in Coppa Italia Semipro e nonostante non l'Alessandria non avesse ancora disputato alcuna gara di campionato, Losi fu esonerato per divergenze tecniche col presidente Sacco, determinato a ridurre i costi di gestione della società. Al suo posto fu chiamato Franco Viviani[6].
19 ottobre: alla sesta giornata il Monza batté i grigi e si portò a +3 dalle seconde classificate. L'Alessandria era già staccata di sei punti, bloccata al quattordicesimo posto[7].
31 ottobre: chiusura del mercato autunnale. La squadra costruita in estate fu smantellata tra le proteste dei tifosi. Sacco annunciò di voler mettere in vendita la società[8]. Pochi giorni dopo l'Alessandria fu eliminata dalla Coppa Italia, per mano del Lecco.
23 novembre: la vittoria col Vigevano permise all'Alessandria di riprendere quota. Dopo undici turni si ritrovò ottava, sempre staccata di sei lunghezze dal Monza capolista e di tre dal secondo posto, occupato dal Padova[9].
18 gennaio 1976: con la sconfitta di Trento, la squadra suggellò un ciclo negativo di sette gare senza vittorie e senza alcuna rete all'attivo. La situazione in classifica migliorò sensibilmente dopo la vittoria contro il Padova del 25 gennaio: al giro di boa l'Alessandria era dodicesima a 18 punti, quattordici in meno del Monza e cinque in più delle quartultime Albese e Trento[10].
29 febbraio: la quarta sconfitta nelle prime cinque gare del ritorno relegò definitivamente l'Alessandria nella parte destra della classifica. Solo i pessimi risultati delle ultime tre (Vigevano, Trento e Belluno) garantivano un certo margine di tranquillità ai grigi, quart'ultimi[11].
28 marzo: prima e ultima vittoria esterna del campionato, sul campo del derelitto Belluno. Pur non brillando, e malgrado gli infortuni degli esperti Colombo, Dolso e Vanara, la squadra riusciva ad amministrare con costanza il distacco dalle ultime tre classificate[12].
5 maggio: sciopero dei calciatori, che saltarono l'amichevole infrasettimanale contro la Valenzana per ritardi nella consegna degli ultimi stipendi. La situazione si normalizzò il giorno dopo, e il 9 la squadra disputò una delle gare più convincenti della stagione battendo la Pro Patria in uno stadio semivuoto[13]. Con questa vittoria l'Alessandria ottenne la matematica salvezza in un torneo che già a quattro giornate dalla fine conosceva con certezza la vincitrice e le retrocesse[14].
6 giugno: fine del campionato. L'Alessandria, al suo minimo storico, chiuse un campionato assolutamente al di sotto delle aspettative con tre sconfitte, in un clima di grande malcontento verso la gestione Sacco[15][16].