Federico II Gonzaga
Federico II Gonzaga | |
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Tiziano, Ritratto di Federico II Gonzaga, 1529 circa (Museo del Prado, Madrid) | |
Duca di Mantova | |
In carica | 25 marzo 1530 – 28 giugno 1540 |
Incoronazione | 25 marzo 1530 |
Predecessore | se stesso come Marchese di Mantova |
Successore | Francesco III |
Marchese di Mantova | |
In carica | 29 marzo 1519 – 25 marzo 1530 |
Incoronazione | 3 aprile 1519[1] |
Predecessore | Francesco II |
Successore | se stesso come Duca di Mantova |
Marchese di Monferrato come Federico I | |
In carica | 30 aprile 1533 – 28 giugno 1540 |
Predecessore | Giovanni Giorgio del Monferrato |
Successore | Francesco III |
Onorificenze | Cavaliere dell'Ordine di San Michele Cavaliere della Rosa d'oro |
Altri titoli | Signore di Solarolo (1539-1540)[2] |
Nascita | Mantova, 17 maggio 1500 |
Morte | Marmirolo, 28 giugno 1540 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di Santa Paola, traslato successivamente nella Basilica palatina di Santa Barbara |
Casa reale | Gonzaga |
Padre | Francesco II Gonzaga |
Madre | Isabella d'Este |
Consorte | Margherita Paleologa |
Figli | Francesco Eleonora Anna Isabella Guglielmo Ludovico Federico |
Religione | Cattolicesimo |
Motto | Cautius |
Federico II Gonzaga | |
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Giovanni Maria Pomedelli, medaglia di Federico II Gonzaga, 1523-30 | |
Nascita | Mantova, 17 maggio 1500 |
Morte | Marmirolo, 28 giugno 1540 |
Cause della morte | sifilide |
Luogo di sepoltura | Chiesa di Santa Paola |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | |
Arma | cavalleria |
Anni di servizio | 1510-1537 |
Grado | Capitano generale |
Guerre | Guerra d'Italia del 1521-1526 |
Battaglie |
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Comandante di | cavalleria |
Altre cariche | Gonfaloniere della Chiesa |
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Federico II Gonzaga (Mantova, 17 maggio 1500 – Marmirolo, 28 giugno 1540) dal 1519 divenne il quinto marchese di Mantova e per matrimonio nel 1536 divenne il ventiseiesimo marchese del Monferrato; dal 1530 venne elevato dall'Imperatore Carlo V al titolo di primo duca di Mantova[3].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia
[modifica | modifica wikitesto]Era figlio del marchese di Mantova Francesco II e di Isabella d'Este e crebbe tra la corte di Francia e quella papale di papa Giulio II, dove nel 1510 era stato inviato come ostaggio politico per consentire la liberazione del padre, prigioniero dei veneziani. Sia l'imperatore Massimiliano I che il re di Francia Luigi XII sconsigliarono tuttavia alla madre di mandarlo a Roma, esprimendo forti dubbi sulle reali intenzioni del pontefice nei confronti del giovanissimo Federico. Giulio II era ritenuto uomo dai costumi corrotti,[4] e secondo il costume del tempo bastava un'accusa di sodomia a screditare un avversario.[5]
Giulio II gli mostrava un grandissimo affetto: voleva sempre averlo intorno, alle cacce e alle feste, e che sedesse alla sua tavola mentre mangiava; pare anche che avesse inserito un suo ritratto tra i personaggi della Scuola d'Atene di Raffaello: il bambino che appare dietro il filosofo incoronato di pampini oppure l'adolescente dai lunghi capelli. A conferma di ciò vi è una lettera dell'ambasciatore mantovano che nel 1511 scriveva alla madre che Giulio voleva far ritrarre il giovinetto nelle Stanze.[6]
Alla morte del padre, avvenuta nel 1519, Federico gli successe come marchese e sovrano di Mantova, rimanendo sotto la reggenza della madre e la tutela degli zii, Sigismondo e Giovanni. Il 7 aprile 1521 ricevette l'investitura imperiale da Carlo V.
Capitano della Chiesa
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante la scarsa esperienza militare, il 1º luglio 1521, venne nominato Capitano della Chiesa da Papa Leone X[7]. Questo incarico però veniva ad allontanarlo dall'orbita imperiale alla quale Federico subito mostrò di sentirsi orientato. Per evitare un'accusa di fellonia, nei capitoli della condotta militare venne specificato che in caso di ostilità verso l'imperatore il marchese di Mantova sarebbe stato esentato dal combattere. Questo però era solo un espediente, in quanto venne stipulata una polizza segreta con la quale Federico si impegnava a combattere anche contro l'impero. In seguito però le posizioni del marchese divennero dichiaratamente filo-imperiali e la madre Isabella, che anche dopo l'elezione del figlio aveva continuato la sua attività politica, decise di far sparire la compromettente cedola pagando Pietro Ardinghello, segretario della Curia e già uomo di fiducia di Leone X, affinché la sottraesse. Le doti militari di Federico furono evidenti durante l'assedio di Pavia del 1522, quando il signore abilmente e con pochi uomini guidò le difese della città contro un grande esercito franco-veneziano[8].
Questa sua duplice veste di capitano generale dell'esercito pontificio e di alleato fedele dell'imperatore si metterà in evidenza nel novembre 1526 allorquando permise il transito sulle sue terre, attraverso la porta di Curtatone del Serraglio, dei lanzichenecchi di Carlo V[9], rallentando nello stesso tempo la marcia delle truppe della Lega di Cognac al comando di Giovanni delle Bande Nere, affiancato da Aloisio Gonzaga, che combatterono nella Battaglia di Governolo il 25 novembre 1526.
Trattative matrimoniali
[modifica | modifica wikitesto]Già all'età di due anni, Federico venne fidanzato con Luisa Borgia, figlia di Cesare Borgia e di Charlotte d'Albret.[10] Con l'accordo, si intendeva ricomporre i contrasti tra i due padri. Le nozze non ebbero però luogo, a causa della morte di papa Alessandro VI il 18 agosto 1503.
Federico già in giovane età era stato promesso sposo alla presunta erede del marchesato del Monferrato, Maria Paleologa. Costei aveva solo 8 anni a quel tempo, perciò fu stipulato un contratto di matrimonio in cui era previsto che prima di consumare le nozze, si dovesse aspettare che la sposa compisse i canonici 16 anni. Durante questo periodo però le cose mutarono: Federico temeva di non potere più annettere ai suoi domini il Monferrato, perché il marchese regnante, Bonifacio IV fratello di Maria, sembrava avere superato i problemi di salute che l'avevano angustiato in tenera età e che parevano destinarlo ad una morte precoce.
Venne così inscenato un finto complotto ai danni dell'amante di Federico, Isabella Boschetti, a cui avrebbero aderito la promessa sposa Maria e la madre Anna d'Alençon. Federico riuscì così a farsi annullare dal papa Clemente VII il contratto matrimoniale il 6 maggio 1529.
Duca di Mantova
[modifica | modifica wikitesto]A questo punto l'imperatore Carlo V gli propose le nozze con la zia Giulia d'Aragona (1492-1542), figlia di Federico I di Napoli, più anziana di lui (e sospettata di sterilità). Con la promessa di matrimonio sarebbe arrivato anche il tanto agognato titolo ducale. Federico, di fronte alla prospettiva di un matrimonio sterile, prese tempo, ma dopo aver ricevuto il titolo di duca dall'imperatore Carlo V, entrato trionfalmente a Mantova il 25 marzo 1530[11], arrivò la notizia dell'improvvisa morte di Bonifacio IV del Monferrato, causata da una caduta da cavallo. A questo punto si assistette ad un ritorno di fiamma per Maria Paleologa, che tornava ad essere l'erede designata del marchesato piemontese, visto che il successore di Bonifacio, lo zio Giangiorgio, era già seriamente malato e non sarebbe vissuto a lungo. In un disperato tentativo di far perdurare la linea maschile dei Paleologo, Giangiorgio accettò la proposta imperiale di sposare Giulia d'Aragona.
Federico ruppe così gli accordi matrimoniali con l'imperatore, che perdonò l'affronto intascando ben 50.000 scudi d'oro a titolo di riparazione, e si mise all'opera per convincere il papa ad annullare la precedente decisione ed a rendere nuovamente valido il contratto matrimoniale con Maria. Tutti questi intrighi vennero però resi vani dalla morte improvvisa di Maria (15 settembre 1530), avvenuta pochi giorni prima del breve papale che riaffermava la validità del contratto. A questo punto Anna d'Alençon, timorosa che il Monferrato venisse inglobato dalla Francia o dai Savoia, decise di dare fiducia a Federico, offrendogli la mano della sua secondogenita Margherita.
Marchese di Monferrato
[modifica | modifica wikitesto]Il matrimonio fu così celebrato il 16 novembre 1531, e nel 1533, alla morte di Giangiorgio, il Monferrato passò alla famiglia Gonzaga dopo l'estinzione della legittima linea ereditaria maschile, ancora una volta con l'avallo di Carlo V, presente a Mantova la seconda volta nel 1532.
Ultimi anni e morte
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1537 Mantova fu inizialmente designata come sede del concilio vaticano.[10] Federico II temeva che lo svolgimento del concilio nella città comportasse dei costi eccessivi e una perdita di autorità.[10] Inviò perciò dal papa uno dei suoi diplomatici, Giambattista Abati, a richiedere le risorse per un adeguato numero di truppe a Mantova, mantenendo però allo stesso tempo la prerogativa per l'amministrazione della giustizia.[10][12] A fronte di queste richieste, Mantova fu rapidamente accantonata come sede del concilio.[10]
Raggiunti tutti i suoi scopi, Federico passò gli ultimi anni di vita (già minato dalla sifilide, malattia ereditata dal padre Francesco) nell'abbellimento di Palazzo Ducale. Federico fu anche committente di Palazzo Te, la residenza edificata da Giulio Romano tra il 1525 e il 1534 fuori dalle mura di Mantova per l'amante del marchese Isabella Boschetti. Morì di sifilide nel 1540 nella sua villa di Marmirolo, a poco più di un anno dalla morte della madre, e fu tumulato nella chiesa di Santa Paola, traslato successivamente nella Basilica palatina di Santa Barbara.[13] Federico Gonzaga è stato anche celebrato da Ludovico Ariosto nell'Orlando Furioso.[14]
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Federico e Margherita Paleologa ebbero sette figli:
- Francesco (1533-1550), duca di Mantova e Monferrato dal 1540 con il nome di Francesco III, sposò nel 1549 Caterina d'Austria (1533-1572), figlia dell'imperatore Ferdinando I;
- Eleonora, suora;
- Anna, suora;
- Isabella (18 aprile 1537-16 agosto 1579), sposò nel 1554 Francesco Ferdinando Avalos d'Aquino d'Aragona;
- Guglielmo (1538-1587), duca di Mantova e Monferrato dal 1550, sposò nel 1561 Eleonora d'Austria (1534-1594), figlia dell'imperatore Ferdinando I;
- Ludovico (1539-1595), duca di Nevers e Rethel, sposò Enrichetta di Clèves (1542-1601), figlia del duca Francesco I di Nevers e Rethel;
- Federico (1540-1565), vescovo di Mantova, cardinale dal 1563.
Dall'amante Isabella Boschetti ebbe due figli:
- Alessandro (1520-1580), fu Consigliere di Stato del Duca di Mantova e fu al servizio nell'esercito spagnolo in Fiandra;
- Emilia (1524-1573), andò in sposa a Carlo Gonzaga, signore di Gazzuolo, dal quale ebbe dieci figli.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 1537
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]- Federico II Gonzaga a 10 anni, ritratto da Francesco Raibolini, 1510
- Ducato d'oro di Federico II Gonzaga, duca di Mantova
- Palazzo Te a Mantova, commissionato da Federico II
- Federico II di Mantova conquista Parma nel 1521, Tintoretto, 1578/79, Alte Pinakothek, Monaco di Baviera
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ incoronazione a Marchese di Mantova, su digilib.bibliotecateresiana.it.
- ^ Comune di Solarolo. Cenni storici.
- ^ il Marchese Federico elevato al rango Ducale, su digilib.bibliotecateresiana.it.
- ^ Monumenti storici,1932, Editore: Deputazione di storia patria per le Venezie, p. 100.
- ^ Giulio II (Giuliano della Rovere), su culturagay.it.
- ^ Giulio II papa, politico, mecenate : atti del convegno : Savona, Fortezza del Priamar, Sala della Sibilla, 25-26-27 marzo 2004-2005, p. 125; Storia pettegola di Roma, Di Giulia Fiore Coltellacci, Newton Compton Editori, 2019.
- ^ Generalato Pontificio, su digilib.bibliotecateresiana.it.
- ^ "Una lettera inedita di Mario Equicola a Isabella d’Este Gonzaga (Pavia, 11 aprile 1522)", su academia.edu.
- ^ Christopher Hare, Marian Andrews, Baldassarre Castiglione. 1908. Courts & camps of the Italian renaissance. C. Scribner's Sons. p. 131.
- ^ a b c d e Benzoni.
- ^ Ingresso di Carlo V a Mantova, su digilib.bibliotecateresiana.it.
- ^ Giuliano Capilupi, ABATI, Giambattista, detto Abbadino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
- ^ Il cimitero ducale, su nobilta.blogspot.it.
- ^ Canto XXIII, 46, 1-6 e Canto XXVI, 49, 5-6.
- ^ Tesi online. Cultura letteraria intorno a Federico Gonzaga. Nicoletta Ilaria Barbieri, 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gino Benzoni, FEDERICO II Gonzaga, duca di Mantova e marchese del Monferrato, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 45, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- Giuseppe Coniglio. I Gonzaga. Varese, Dall'Oglio, 1967.
- Adelaide Murgia, I Gonzaga, Milano, Mondadori, 1972. ISBN non esistente
- Lorenzo Bignotti. La Zecca di Mantova e Casale (Gonzaga). Mantova, Grigoli, 1984
- Mario Castagna, Stemmi e vicende di casate mantovane, Montichari, 2002. ISBN non esistente
- Roberto Maestri, La successione gonzaghesca del Monferrato: un complesso quadro di politica internazionale, Atti del Convegno “Alba roccaforte gonzaghesca: tra impulsi autonomistici e fedeltà al Monferrato” (Alba, 2 giugno 2008), a cura di R. Maestri, Alessandria 2009.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Gonzaga (dinastia)
- Marchesato di Mantova
- Marchesato del Monferrato
- Carlo V
- Francesco II Gonzaga
- Isabella d'Este (marchesa di Mantova)
- Giulio Romano
- Palazzo Te
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Federico II di Mantova
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Romolo Quazza, FEDERICO Gonzaga, primo duca di Mantova, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Federico Gonzaga, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Federico II (marchese e duca di Mantova), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Federigo Gonzaga II, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato, su marchesimonferrato.com.
- biografia, su fermi.mn.it. URL consultato il 4 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59186552 · ISNI (EN) 0000 0000 8386 1252 · SBN MILV297281 · BAV 495/313807 · CERL cnp01346356 · ULAN (EN) 500115088 · LCCN (EN) no95043554 · GND (DE) 119228130 · BNE (ES) XX5354697 (data) · BNF (FR) cb12485128n (data) · J9U (EN, HE) 987007457677605171 |
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