Quest'ultimo decideva poi sul campo neutro di Madrid una «bella» trascinatasi ai supplementari[12], portando per la prima volta il trofeo in Italia dopo la sconfitta che il Milan subì dal Santos nel 1963.[6][13]
Il 15 novembre 1964 la formazione cedeva di schianto nel derby milanese[21], con gli uomini di Liedholm trascinati dal carneadeLodetti[22][23]: una domenica più tardi Picchi e soci erano attesi dalla trasferta in campo bolognese[24], col pareggio senza reti a decretare un −4 dalla capolista rossonera.[25]
Denso di rimpianti anche l'incontro a Firenze[26], con la vittoria impedita dall'ex Maschio[27]: nel mese di gennaio l'Inter scivolò a 5 punti dai rivali[6], facendosi bloccare sul nulla di fatto da entrambe le torinesi e dalla matricola Varese.[28]
Le lunghezze da recuperare giunsero addirittura a 7 quando la Beneamata perse a Foggia[29], gara preceduta dalla visita a Padre Pio che pronosticò un passo falso coi locali ma anche la successiva affermazione in campionato[30][31]: il 14 febbraio 1965 contro la Lazio esordì frattanto in Serie A il giovane Bedin[32][33], soppiantando stabilmente Tagnin nella posizione d'incontrista.[34][6]
In Europa la squadra debuttò negli ottavi di finale regolando per 7-0 la Dinamo Bucarest[6][36], con la vertebra di Milani dislocata dalla ginocchiata di un avversario[20]: sopraffatto nei quarti lo scozzese Rangers[36][37], i meneghini caddero seccamente a Liverpool nella semifinale d'andata.[6][38] Un parziale di 3-1 clamorosamente sovvertito in Lombardia[39][6], con la rimonta ispirata da Corso e Peiró[40]: a battere l'estremo difensore Lawrence concorsero la punizione «a foglia morta» del fantasista e il tocco "di rapina" dell'iberico[41][42], prima del definitivo suggello apposto da Facchetti in proiezione offensiva.[36][43]
Reduce dalla sesta vittoria consecutiva[44][45], il 28 marzo 1965 l'Inter fece sua una memorabile stracittadina col punteggio di 5-2[46][47]: condiviso per una sola domenica il primato in classifica a quota 42[48], una lunghezza di margine al Diavolo fu restituita impattando a Vicenza.[49][50]
Un cruciale snodo si verificò in maggio[6], quando l'opponente lasciò per strada punti vitali contro Roma e Genoa[6]: realizzato il sorpasso vincendo sul campo della Juventus[35][51], l'ipoteca sul tricolore era posta dal vantaggio di +2 a conclusione della penultima giornata.[52]
Il 27 maggio 1965, esattamente un anno dopo il trionfo conosciuto a Vienna[5][53], si celebrava la riuscita difesa del titolo europeo dall'assalto del portoghese Benfica[6][54]: sotto una pioggia torrenziale che investì il prato di San Siro[6][55], Jair colpì in scivolata un pallone insaccatosi in rete anche per il «liscio» compiuto dal portiere Costa Pereira.[56][36] I festeggiamenti proseguirono il 6 giugno[6], quando un 2-2 col Torino — ripreso dal capocannoniere Mazzola al 90' —[57] archiviò vittoriosamente il campionato[6]: pervenuta anche alla finalissima di Coppa Italia battendo i capitolini ai rigori (con Manfredini e Suárez tiratori desginati[58]), la compagine di Herrera falliva un en-plein arrendendosi con minimo scarto ai bianconeri.[35][59]
^abcCeduto durante la sessione autunnale di mercato.
^Partita anticipata al sabato per l'impegno del mercoledì seguente in Coppa Intercontinentale; cfr. Inter-Foggia si gioca sabato, in Stampa Sera, 16 settembre 1964, p. 10.
^Partita in calendario per il 27 settembre 1964 ma rinviata per la sovrapposizione con lo spareggio della Coppa Intercontinentale; cfr. Programma e arbitri, in La Stampa, 27 settembre 1964, p. 8.
^Partita anticipata al sabato per l'impegno del mercoledì seguente in Coppa Campioni; cfr. Leo Cattini, Tocca all'Inter, in Stampa Sera, 28 aprile 1965, p. 13.
^Partita in calendario per il 30 maggio 1965 ma rinviata per l'impegno del giovedì precedente in Coppa Campioni; cfr. La partita Inter-Catania posticipata al 1º giugno, in La Stampa, 20 maggio 1965, p. 8.
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp. 239, ISBN978-88-95684-11-6.
Francesco Ippolito, Le maglie dell'Inter. Tutte le divise nerazzurre dal 1908 ad oggi, prefazione di Javier Zanetti, postfazione di Andrea Bocelli, Milano, Giunti Editore, 2023, ISBN978-8809975705.
Almanacco illustrato del calcio - La storia: 1898-2004, Panini, 2005, pp. 544, ISBN977-11-20506-66-6.