Strada statale 669 del Passo di Crocedomini

Strada provinciale 669
del Passo di Crocedomini
Denominazioni precedentiStrada provinciale 7
Strada statale 669 del Passo di Crocedomini
Denominazioni successiveStrada provinciale Bresciana 669 del Passo di Crocedomini
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regioni  Lombardia
Dati
ClassificazioneStrada provinciale
Inizioex SS 237 presso Sant'Antonio
FinePasso di Crocedomini
Lunghezza30,000[1] km
Provvedimento di istituzioneD.M. 38 del 14/02/1992 - G.U. 62 del 14/03/1992[2]
GestoreANAS (1992-2001)

L'ex strada statale 669 del Passo di Crocedomini (SS 669), ora strada provinciale BS 669 del Passo di Crocedomini (SP BS 669)[3], è una strada provinciale italiana che collega il lago d'Idro al Passo di Crocedomini risalendo la Valle del Caffaro.

Ha origine sul Lago d'Idro dalla ex strada statale 237 del Caffaro nei pressi di Sant'Antonio (Anfo) e termina al Passo del Crocedomini innestandosi nella ex strada statale 345 delle Tre Valli dopo un percorso di 30 km interamente montano. Essa rappresenta la principale via d'accesso a Bagolino e a tutta Valle del Caffaro. Il tratto iniziale fino agli impianti sciistici del Gaver è percorribile tutto l'anno, mentre il restante è soggetto a chiusura invernale e presenta un tracciato molto più stretto e tortuoso.

Quest'ultimo tratto offre un paesaggio tipicamente alpino; la strada passa infatti nella parte meridionale del Parco dell'Adamello. Da essa diparte un sentiero che porta al Blumone (gruppo dell'Adamello). Lungo la strada è inoltre possibile trovare numerose malghe che producono il famoso formaggio Bagòss tipico della zona.

La strada venne costruita dall'Amministrazione provinciale di Brescia e aperta nel 1932, come parte del nuovo collegamento fra la Val Camonica e la Val Sabbia.[4]

La strada statale 669 venne istituita nel 1992 coi seguenti capisaldi d'itinerario: "Innesto con la strada statale n. 237 al km 52+000 - Bagolino - Innesto con la strada statale n. 345 al Passo Crocedomini."[2]

In seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 2001 la gestione è passata dall'ANAS alla Regione Lombardia, che ha provveduto al trasferimento dell'infrastruttura al demanio della Provincia di Brescia[5].

  1. ^ Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 settembre 2001 - Modifiche al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461, che individua la rete autostradale e stradale nazionale, in attuazione dell'art. 20 della legge 24 novembre 2000, n. 340 - Allegato, su gazzettaufficiale.it.
  2. ^ a b Classificazione tra le statali di alcune strade nelle province di Brescia e Treviso, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale n. 62 del 14/03/1992.
  3. ^ Cartografia viabilità provinciale (PDF), su provincia.brescia.it, Provincia di Brescia.
  4. ^ Biemmi (1933), p. 188.
  5. ^ L.R. 5 gennaio 2000, N.1 (art.3, comma 118), su consiglionline.lombardia.it, Regione Lombardia. URL consultato il 2 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2013).

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