Paris Saint-Germain Football Club
Paris Saint-Germain FC Calcio | |
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Campione di Francia in carica | |
Detentore della Coppa di Francia | |
PSG,[1][2] Les Parisiens (i parigini),[1] Les Rouge-et-Bleu (i rossoblù)[1] | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Blu, rosso |
Simboli | Torre Eiffel, giglio |
Dati societari | |
Città | Parigi |
Nazione | Francia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FFF |
Campionato | Ligue 1 |
Fondazione | 1970 |
Proprietario | Qatar Investment Authority |
Presidente | Nasser Al-Khelaïfi |
Allenatore | Luis Enrique |
Stadio | Parco dei Principi (47 929 posti) |
Sito web | www.psg.fr |
Palmarès | |
Titoli di Francia | 12 |
Trofei nazionali | 15 Coppe di Francia 9 Coppe di Lega francese |
Trofei internazionali | 1 Coppe delle Coppe 1 Coppa Intertoto UEFA |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Paris Saint-Germain Football Club (pronuncia francese: paʁi sɛ̃ ʒɛʁmɛ̃, pronuncia esatta.), meglio conosciuto come Paris Saint-Germain o più semplicemente PSG (pronuncia francese: pɛ̃ ɛ̃s ʒɛ, pronuncia esatta.), è una società calcistica francese con sede a Parigi. Milita in Ligue 1, massima serie del campionato francese di calcio.
Fondato nel 1970 a seguito della fusione tra il Paris FC e lo Stade Saint-Germain per opera della Federazione calcistica francese con lo scopo di colmare l'assenza di una squadra parigina nella massima serie nazionale. Il completo tradizionale del club è una maglietta di colore blu con una barra rossa al centro incorniciata da due linee bianche. Lo stemma invece rappresenta la Tour Eiffel stilizzata, sotto la quale c’è il fleur de lys (giglio), simbolo della città di Saint-Germain e della monarchia francese.
In ambito internazionale è la prima squadra in Francia (a pari merito con l'Olympique Marsiglia) per numero di titoli ufficiali vinti: 2. Nella bacheca del club figurano: 1 Coppa delle Coppe (vinta nel 1996) e 1 Coppa Intertoto UEFA.
In ambito nazionale è la prima squadra in Francia per numero di titoli ufficiali vinti: 48. Nella bacheca del club figurano: 12 campionati, 15 coppe nazionali, 9 Coppe di Lega e 12 supercoppe nazionali, tutti record a livello nazionale. Complessivamente il club si è aggiudicato 50 trofei ufficiali, 48 nazionali e 2 internazionali, che la rendono la squadra più vincente in Francia davanti all'Olympique Marsiglia (27) e una delle più blasonate al mondo.
Con l'Olympique Marsiglia sussiste la più accesa rivalità del calcio francese, denominata Le Classique. Il club partecipa ininterrottamente alla Ligue 1 dalla stagione 1974-1975, ed è diventata la prima squadra francese a disputare più di 44 edizioni consecutive del massimo campionato francese, superando il precedente record del Nantes, che ne aveva disputate ininterrottamente 44 dal 1963 al 2007. Dal 1974 la squadra disputa le partite interne nel Parco dei Principi, stanziato nel XVI arrondissement di Parigi. Come degna rappresentante della Ville Lumière, i colori sociali del club sono il blu, il rosso e il bianco, gli stessi della bandiera di Parigi. Nel 1994 il PSG fu nominato Squadra mondiale dell'anno dall'IFFHS.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dagli albori agli anni novanta
[modifica | modifica wikitesto]L'attuale Paris Saint-Germain deriva dalla fusione, avvenuta nel 1970, dello Stade Saint-Germain (fondato nel 1904 a Saint-Germain-en-Laye, nei dintorni di Parigi) con il Paris Football Club, club nato per rinverdire i fasti del calcio parigino dopo la retrocessione sia del C.A. Paris che del Racing Club, due formazioni storiche della capitale francese. Il PSG giocò il campionato di seconda divisione 1970-1971 e lo vinse, venendo promosso in massima serie. Dopo il primo campionato in prima divisione, nel maggio 1972, su pressione del consiglio comunale della città di Parigi, la squadra si divise in Paris FC, che rimase in prima divisione, e Paris Saint-Germain, che passò in terza divisione come squadra di dilettanti. Nel 1973 il PSG fu promosso in seconda divisione, grazie alla rinuncia alla partecipazione a questo campionato da parte del Quevilly-Rouen per ragioni economiche (costi eccessivi per rimodernare lo stadio e trasferte ritenute troppo lontane e costose per una squadra amatoriale),[4] riguadagnando, così, il professionismo.
In questi anni Daniel Hechter assunse la guida della società insieme ai soci Jean-Paul Belmondo, Francis Borelli, Charles Talar e Bernard Brochand; la collaborazione fra Henri Patrelle e Daniel Hechter, iniziata il 15 giugno 1973 con la firma di un contratto tra il PSG e Hechter, durò meno di un anno. Il contratto serviva per proteggere ufficialmente il nome e i colori del club, per evitare quanto successo in precedenza al PFC.
La sede della società venne, infatti, trasferita nella città di Saint-Germain-en-Laye, a circa 15 km da Parigi, con Patrelle che conservò il titolo di presidente del club e Hechter che, pur essendo ufficialmente solo presidente del comitato di gestione, aveva di fatto un ruolo preminente nella guida della società. Col trascorrere dei mesi si instaurò una lotta tra i due uomini per avere il pieno controllo della società; nonostante queste vicissitudini interne, nel giugno 1974 la squadra ottenne la promozione in massima serie in seguito a un vittorioso spareggio contro il Valenciennes. Nella stessa stagione il Paris FC retrocesse in seconda divisione, consentendo così al PSG di iniziare a giocare al Parco dei Principi, dove disputa tuttora le sue partite casalinghe. A partire da questa stagione il Paris Saint-Germain ha giocato ininterrottamente nella massima serie francese. All'indomani della promozione Hechter divenne ufficialmente presidente del club, ruolo che mantenne fino al 1978. Fra i calciatori più rappresentativi della squadra parigina di queste stagioni ci sono Jean-Pierre Dogliani, Mustapha Dahleb e François M'Pelé; fra gli allenatori, invece, sono degni di nota Velibor Vasović e Jean-Michel Larqué.
Sempre in questi anni nacque la divisa storica del club che, pur con alcune modifiche, è alla base anche di quella attualmente in uso; a disegnarla contribuì lo stesso Hechter, la cui presidenza fu, tuttavia, segnata da diversi problemi finanziari e terminò nel gennaio 1978 a causa di uno scandalo relativo alla doppia biglietteria del Parco dei Principi.[5] Il successore di Hechter fu Francis Borelli, che guidò il club per 13 anni. Sotto il suo controllo il PSG si aggiudicò i suoi primi trofei: nel 1982 vinse il primo titolo, la Coppa di Francia, replicata l'anno successivo e seguita dal titolo nazionale nel 1985-1986, sotto la guida del nuovo allenatore Gérard Houllier.
La gestione di Canal+
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1991 Borelli fu costretto a consegnare il controllo del club al colosso televisivo Canal+, che investì molto nel PSG per competere con l'Olympique Marsiglia, dando così inizio a un'intensa rivalità tra i due club. Gli anni novanta furono ricchi di soddisfazioni per i tifosi della principale squadra di Parigi, che vinse il titolo nazionale del 1993-1994 e la Coppa delle Coppe 1995-1996, per poi perdere la finale della competizione l'anno successivo. Il Paris Saint-Germain si affermò, inoltre, come uno dei club di vertice delle coppe europee, con una serie di 5 semifinali consecutive ottenute in varie competizioni UEFA tra il 1992 e il 1997.
Negli ultimi anni della gestione Canal+, la squadra non ottenne risultati di grande rilievo, a parte due secondi posti in campionato nel 1999-2000 e nel 2003-2004, annata in cui mise in bacheca per la sesta volta la Coppa di Francia. Nel 2001 la squadra parigina riuscì ad accedere ai gironi della Coppa UEFA dopo aver vinto la Coppa Intertoto. Tra i giocatori che vestirono la maglia del PSG nei tre lustri della gestione di Canal+ si ricordano George Weah, Raí, Leonardo, Youri Djorkaeff, David Ginola, Bernard Lama, Jay-Jay Okocha e Ronaldinho.
Anni di transizione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo quindici anni di gestione Canal+ cedette il club ad un consorzio formato da Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley per 41 milioni di euro, dopo che il PSG aveva contratto numerosi debiti sotto la direzione del canale televisivo.[6] Dopo risultati altalenanti della squadra (una salvezza sofferta e piazzamenti modesti), nel 2008 Colony Capital acquistò tutte le azioni di Morgan Stanley e con esse il controllo del 95% del club. La stagione 2009-2010 fu la prima nella storia del calcio francese in cui un club vinse la coppa nazionale sia con la squadra femminile sia con quella maschile: il PSG vinse la Coppa di Francia, mentre la sezione femminile il Challenge de France.
La gestione qatariota e il ritorno in auge
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate 2011 Qatar Investment Authority acquistò il club parigino, permettendo l'aumento del budget in vista della finestra estiva del calciomercato. Al contempo il ritiro di Coupet e di Makélélé e la cessione al Monaco di Giuly sancirono la fine del progetto portato avanti nell'era Colony Capital, con al centro giocatori molto esperti. Tra le prime mosse della nuova dirigenza vi fu l'ingaggio, come direttore sportivo, di Leonardo,[7] che portò con sé in Francia diversi giocatori del campionato italiano quali Jérémy Ménez dalla Roma, Salvatore Sirigu, Mohamed Sissoko, Javier Pastore, oltre a Blaise Matuidi, Kévin Gameiro e Diego Lugano. Qualche mese dopo il ruolo di direttore generale fu assegnato a Jean-Claude Blanc.
La squadra fu affidata nel 2011 al tecnico Carlo Ancelotti,[8] sotto la cui gestione furono compiuti, negli anni seguenti, copiosi investimenti in sede di calciomercato, con gli innesti di Ezequiel Lavezzi,[9] del giovane centrocampista italiano Marco Verratti[10] dei milanisti Thiago Silva e Zlatan Ibrahimović,[11][12][13][14][15] di Lucas[16] e della stella inglese David Beckham. Il tecnico italiano riportò i parigini alla vittoria del titolo nazionale nel 2012-2013, pur non raccogliendo successi in ambito continentale.
Passato nelle mani del tecnico Laurent Blanc, il PSG, ulteriormente rinforzato con gli arrivi di Edinson Cavani per la somma record di 64 milioni di euro,[17] David Luiz[18] e, successivamente, di Ángel Di María,[19] in un triennio vinse tre campionati, due Coppe di Francia, tre Supercoppe di Francia e tre Coppa di Lega francese, ma mancò ancora il trionfo europeo.
La stagione 2016-2017 segnò l'inizio di un nuovo ciclo per il club. Infatti, all'atto dell'insediamento nel 2011, la dirigenza qatariota aveva fissato tra gli obiettivi la conquista della UEFA Champions League entro cinque anni. Per questa ragione Blanc, nonostante l'en-plein di trofei nazionali messo a segno nelle ultime due annate di gestione,[20] fu esonerato e sostituito con Unai Emery, reduce da trionfi europei con il Siviglia.[21] In un biennio lo spagnolo vinse un campionato, due Coppe di Francia, due Supercoppe di Francia e due Coppe di Lega francese, ma in ambito europeo fu bruciante l'eliminazione subita nella UEFA Champions League 2016-2017, a seguito di un clamoroso e storico capitombolo nella sfida di ritorno contro il Barcellona (sconfitta per 6-1 dopo aver vinto per 4-0 all'andata),[22]
In vista della stagione successiva, la campagna acquisti estiva fu da record, con gli ingaggi della giovane promessa Kylian Mbappé, sottratta proprio ai rivali del Monaco, e della stella brasiliana Neymar, acquistata dal Barcellona per la cifra di 222 milioni di euro, che ne fanno il calciatore più costoso di sempre.[23] L'ingente sforzo economico consentì al club parigino di tornare a vincere il campionato, oltre alla coppa nazionale, la Coppa di Lega e la Supercoppa di Francia, ma nuove amarezze patite in ambito continentale spinsero la dirigenza a cambiare nuovamente la guida tecnica. Fu Thomas Tuchel,[24] che poté contare anche sul portiere Gianluigi Buffon,[25] ad assumere nel 2018 le redini della squadra, condotta alla vittoria di campionato,[26] e Supercoppa di Francia,[27] ma il tedesco fallì sul palcoscenico continentale,[28] oltre che, in una sola stagione, nelle altre due coppe nazionali, evento che non si verificava dalla stagione 2012-2013.[29]
Nel 2019 Leonardo tornò a ricoprire il ruolo di direttore sportivo[30] e acquistò l'argentino Mauro Icardi.[31] Nell'annata 2019-2020, segnata dalla sospensione del campionato francese a causa della pandemia di COVID-19, il Paris Saint-Germain si aggiudicò la Supercoppa di Francia e il titolo nazionale,[32] eguagliando l'Olympique Marsiglia a quota nove titoli francesi, oltre a raggiungere, dopo venticinque anni, le semifinali della UEFA Champions League e poi, per la prima volta, la finale del torneo, persa per 0-1 contro il Bayern Monaco.
Nel triennio seguente la dirigenza continuò a portare a Parigi grandi nomi quali Georginio Wijnaldum, Achraf Hakimi, Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos e, soprattutto, la stella Lionel Messi, strappata al Barcellona. Il PSG vinse due campionati,[33] una Coppa di Francia e due Supercoppe di Francia, ma i vari tecnici alternatisi sulla panchina dei parigini non riuscirono a portare il club al successo in ambito europeo.
Cronistoria
[modifica | modifica wikitesto]Cronistoria del Paris Saint-Germain Football Club | ||||
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Colori e simboli
[modifica | modifica wikitesto]Colori
[modifica | modifica wikitesto]Sin dagli albori fino alla fusione con il Paris FC, lo Stade Saint-Germain si vestì con una divisa completamente bianca[34]. Nel 1970 l'appena fondato Paris Saint-Germain scelse di complementare i consueti pantaloncini bianchi con una maglietta rossa e calzettoni blu, colori di Parigi[35]. Tre anni dopo lo stilista Daniel Hechter, nuovo proprietario della società, ideò una nuova maglietta casalinga destinata a diventare iconica: blu con una barra verticale rossa al centro incorniciata da due linee bianche[36][37]; tale design gli fu ispirato da un lato dalla divisa dell'Ajax (Hechter era infatti estimatore di Johan Cruijff), dall'altro dalla tipica livrea di una Ford Mustang, caratterizzata dalla presenza di una banda longitudinale a contrasto sul cofano motore[38].
Negli anni ottanta il successore Francis Borelli modificò ulteriormente la divisa, che diventò bianca con una barra rossoblu a sinistra. A seguito della cessione del pacchetto azionario al gruppo Canal+ venne ripristinato lo schema disegnato da Hecter, che subì poi diverse modifiche: nel 2000-2001 venne tolta l'incorniciatura bianca, mentre dall'anno dopo si passò a un blu sempre più scuro, nonché talora all'apposizione decentrata del "palo" rosso[39]. Dal 2009 in poi si è assistito a varie sperimentazioni, che pur senza quasi mai venir meno allo schema "blu-palo rosso" (fanno eccezione la maglia blu con strisce rosse del 2009-2010, la divisa rossa del 2010-2011 e la "total blue" del 2021-2022, che non hanno mancato di causare contestazioni da parte della tifoseria), lo hanno declinato in soluzioni estrose ed elaborate.
Il 21 novembre 2015, in memoria delle vittime degli attentati di Parigi, la maglia indossata nella partita di campionato a Lorient e nelle due gare successive, di cui una in Champions League, recava le parole JE SUIS PARIS; al termine dei tre incontri le magliette vennero vendute e il ricavato devoluto ad associazioni benefiche[40].
Simboli ufficiali
[modifica | modifica wikitesto]Stemma
[modifica | modifica wikitesto]L'emblema originale della società parigina presentava un pallone da calcio azzurro con struttura a pentagoni ed esagoni, con una "toppa" bianca contenente una nave rossa (mutuata dallo stemma civico di Parigi), il tutto sovrastante la ragione sociale a caratteri stampatelli rossi.
Nel 1972 fece la sua comparsa un nuovo logotipo, imperniato sulla raffigurazione in rosso della Tour Eiffel, delineata da profili bianchi, con al di sotto la culla regale di Saint-Germain-en-Laye (allegoria della nascita di re Luigi XIV di Francia, noto anche con la denominazione di Roi Soleil - Re Sole). Autore di questa identità fu lo stilista-patron Daniel Hechter (ideatore, come detto, della divisa della società). Nei periodi 1982-1986 e 1987-1990 venne aggiunto nella parte inferiore dell'insieme il disegno del Parco dei Principi.
Nella stagione 1986-1987 venne brevemente utilizzato un simbolo più semplice: un cerchio bianco con due elementi rossi e blu che evocavano sia la Tour Eiffel, sia l'immagine delle gambe di un calciatore; fece seguito il ripristino del logo di Hechter.
Con la proprietà del Gruppo Canal+, negli anni novanta, venne introdotto un nuovo stemma disegnato dal direttore artistico Étienne Robial; scompaiono sia la Tour Eiffel che la culla regale, sostituiti da un semplice lettering della ragione sociale inscritta in rettangoli rossoblu. Già alla fine del ventesimo secolo i dirigenti decisero però di ritornare sui loro passi, anche se con qualche modifica: ai bordi dello stemma ideato da Hechter fu aggiunto un cerchio bianco con la trascrizione della denominazione della società e dell'anno di fondazione.
Nel 2013 i nuovi proprietari del Qatar Sports Investments modificano ulteriormente il logo societario, dandogli una tonalità di blu più chiara, mettendo in evidenza la parola Paris e spostando il nome Saint-Germain in basso al posto dell’anno di fondazione. Al centro rimane la Tour Eiffel stilizzata, sotto la quale c’è il fleur de lys, simbolo della città di Saint-Germain e della monarchia francese, declinato in oro; scompare per contro la culla di Luigi XIV[41].
Inno
[modifica | modifica wikitesto]L'inno ufficiale del PSG è Allez Paris Saint-Germain, ideato dai tifosi parigini (Les Parisiens) in occasione del quarantesimo anniversario dalla fondazione della società, avvenuta nel 1970. Come sottofondo musicale viene scelta la canzone Go West nella versione dei Pet Shop Boys, mentre il testo risalta la passione dei tifosi verso il PSG con parole rivolte anche allo stadio, alla città e all'ambizione di vincere ogni partita. Inoltre è ripetuta per sedici volte la frase che ne dà il titolo, quattro volte Allez PSG e termina con La la lalalalala[42].
Mascotte
[modifica | modifica wikitesto]Nella storia del Paris Saint-Germain, a fianco dei tradizionali simboli societari hanno ciclicamente trovato spazio anche alcune mascotte, indirizzate soprattutto ai tifosi più giovani. Tra queste si ricorda Germain le Lynx (in carica dal 2010 al 2015), una lince antropomorfa dagli occhi azzurri con il compito di attirare l'affetto del pubblico deluso per gli insuccessi delle passate stagioni, che è entrata da subito nelle grazie degli spettatori parigini[43][44][45]. Dal 2015 la mascotte ufficiale della squadra è Magic Nounours, un orsacchiotto di peluche blu che porta la divisa della società della capitale[46].
Strutture
[modifica | modifica wikitesto]Stadio
[modifica | modifica wikitesto]Il primo stadio utilizzato dal PSG fu lo stadio Georges Lefèvre, situato a Saint-Germain-en-Laye. Inizialmente noto come Camp des Loges, fu utilizzato principalmente dallo Stade Saint-Germain dal 1904 al 1974. Tuttora ospita le partite delle selezioni minori del PSG.
Nei periodi successivi, il club giocò allo stadio Jean-Bouin di Parigi, allo Stade de Paris di Saint-Ouen e allo Stadio Olimpico Yves-du-Manoir di Colombes. Il primo impianto, inaugurato nel 1925, fu utilizzato dal PSG per alcune partite della stagione 1970-1971, ma per via delle basse affluenze registrate rispetto allo stadio Georges-Lefèvre la squadra parigina preferì spostare altrove la sede di propri incontri casalinghi. L'impianto di Saint-Ouen - oggi noto con il nome stade Bauer in onore del medico Jean-Claude Bauer - fu messo a disposizione del club per ospitare la prima partita della stagione 1971-1972, a causa dell'opera di ristrutturazione che precludeva l'utilizzo del Parco dei Principi. L'ultimo stadio citato - situato a Colombes - fu utilizzato sporadicamente nella stagione 1971-1972, oltre ad esser stato impiegato dal 1977 al 1979.
L'attuale stadio che ospita le partite casalinghe del PSG è il Parco dei Principi, inaugurato nel 1897, ma utilizzato dai parigini successivamente alla terza ristrutturazione ad opera dell'architetto Roger Taillibert, effettuata nel 1972, volta a eliminare la pista d'atletica[47]. In precedenza lo stadio era principalmente un velodromo che ospitava le partite della Nazionale francese di calcio. La prima apparizione nel rinnovato impianto risale al 13 agosto 1974, contro il Metz[48]. Nella prima metà degli anni 2000 è stata portata a termine un'ingente opera di ristrutturazione che ha interessato principalmente l'area degli spogliatoi, l'ampliamento dei posti in tribuna vip, la sistemazione del prato e la nuova area stampa[49].
Centro di allenamento
[modifica | modifica wikitesto]L'attuale centro di formazione del Paris Saint-Germain è il Centre d'entraînement Ooredoo, di cui è parte integrante il Camp des Loges che ospitò le partite dei parigini fino al 1974. Situato a Saint-Germain-en-Laye, nel dipartimento delle Yvelines, è riconosciuto dalla Fédération Française de Football come uno dei migliori stadi francesi. L'integrante centro di formazione inoltre è classificato nella categoria 1 e classe A[50]. L'obiettivo del centro di formazione è di formare i giovani sia calcisticamente che scolasticamente[51].
Il club dispone anche di un centro di preformazione per i ragazzi dai 15 anni in giù, situato a Verneuil-sur-Seine, nel dipartimento delle Yvelines.
Società
[modifica | modifica wikitesto]«Lavoreremo nel corso degli anni per fare del PSG una grande squadra e anche un marchio forte sulla scena internazionale[52]»
Il Paris Saint-Germain Football Club è una società per azioni a capitale interamente privato da ormai più di 25 anni, specializzato verso la disciplina calcistica[53]. Dal 2011 la società che controlla la maggioranza del capitale azionario del Paris Saint-Germain è il fondo sovrano qatariota Qatar Investment Authority, controllato attualmente da Ahmad Al Sayed, mentre all'origine dell'acquisto vi era Hamad bin Khalifa al-Thani, che l'anno successivo ne ha acquistato il 100% dalla Colony Capital[54].
Anno | Evoluzione sull'anno passato | Fatturato |
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2010[55] | -10 | 80 |
2011[56] | +70 | 150 |
2012[57] | +150 | 300 |
2013[58] | +100 | 400 |
2014[59] | +90 | 490 |
2015[60] | +0 | 490 |
2016[61] | +10 | 500 |
2017[62] | +40 | 540 |
2018[63] | -40 | 500 |
Il primo bilancio finanziario del PSG è stato pubblicato nella stagione 1970-1971, dove si nota che le perdite furono di 205 200 franchi e le entrate di 1 776 950 franchi (l'equivalente di 270 894 euro)[64]. Nel 1990 la squadra ebbe un deficit di 50 milioni di franchi anche per via di insuccessi sportivi e di uno stadio non di proprietà, il che costrinse il presidente Borelli a cedere il capitale al Gruppo Canal+ per il 49%, mentre il restante alla Società anonima SAOS[65][66]. Nel 1997 il gruppo televisivo acquistò la maggioranza del club, mentre le quote della SAOS scesero al 34%[67]. Nonostante buoni successi sportivi iniziali che aumentarono gli introiti negli anni novanta, la società calcistica tornò ad avere nel 2005 un deficit di 13,456 milioni di euro; Canal+ decise pertanto di cedere le sue quote a un consorzio formato da Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley per 41 milioni di euro. Anche sotto la nuova direzione il PSG non riuscì a ottenere significativi successi sportivi e pertanto nel 2011 fu venduto alla Qatar Sports Investiments, che, grazie agli apporti del fondo sovrano qatariota, aumentò il budget della squadra in modo consistente, da 80 milioni di euro nel 2010 a 450 milioni nel 2014; consentendo così l'acquisto di vari giocatori di alto livello tra cui Zlatan Ibrahimović e Thiago Silva. Questa strategia rende il Paris Saint-Germain una delle squadre europee più popolari, nonché la francese più seguita all'estero. Nel 2016 l'azienda americana Deloitte pone i parigini al quarto posto nella classifica delle squadre calcistiche più ricche con 480,5 milioni di euro dopo il Real Madrid, il Barcellona e il Manchester United[68]. Nel maggio 2017, la società di revisione olandese KPMG ha provveduto a stimare il valore del PSG ad 1 miliardo di euro[69], mentre il quotidiano francese Les Échos prevede che le entrate del club aumenteranno in seguito all'arrivo di Neymar dell'agosto 2017, grazie al merchandising e ad una certa rivalutazione dei diritti TV del campionato. Grazie in particolare ai suoi azionisti qatarioti, il PSG è il secondo club più potente del mondo a livello finanziario secondo lo studio Football Finance 100 svolto da Soccerex pubblicato nel gennaio 2019[70]. Durante la stagione 2017/2018, il PSG ha venduto quasi 800.000 maglie, registrando infatti un aumento delle entrate di merchandising[71].
Organigramma societario
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è riportato l'organigramma societario del club, tratto dal sito ufficiale della Ligue de Football Professionnel[72].
- Proprietà
- Tamim bin Hamad al-Thani (attraverso Qatar Investment Authority)
- Area direttiva
- Nasser Al-Khelaïfi - Presidente
- Jean-Claude Blanc - Direttore Generale
- Luís Campos - Direttore Sportivo
- Angelo Castellazzi - Direttore Sportivo aggiunto
- Maxwell Scherrer - Coordinatore Sportivo
- Jean-François Pien - Direttore del Centro di Formazione e Preformazione
- Area organizzativa
- Benoît Rousseau - Segretario Generale
- Nicolas Arndt - Direttore della Biglietteria
- Michel Besnard - Direttore della Sicurezza
- Area marketing
- Area comunicazione
Sponsor
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia degli sponsor tecnici
| Cronologia degli sponsor ufficiali
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Sedi sociali e campi di gioco
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia delle sedi sociali
| Cronologia dei campi di gioco
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Impegno nel sociale
[modifica | modifica wikitesto]Il Paris Saint-Germain è attivo nel campo sociale e umanitario. Nel settembre 2000 la società parigina ha idealizzato un programma di Fondazione omonimo volto ad aiutare i giovani in difficoltà sociale o medica, a insegnare loro i valori dello sport, e a inserirli in attività sportive e pedagogiche[74]. Sono all'incirca 165 000 i giovani disagiati che hanno usufruito di questo programma benefico dalla sua creazione[74]. Dal 2016 la Fondazione si espande ulteriormente tramite l'apertura di un centro scolastico, il primo dopo sedici anni, denominato Ecole ROUGE & BLEU, stanziato nel XIX arrondissement di Parigi[74]. Questo centro propone una combinazione di attività fisica e pedagogica ai bambini delle elementari in difficoltà sociale e scolastica[74].
Settore giovanile
[modifica | modifica wikitesto]Il settore giovanile del Paris Saint-Germain Football Club è stato eletto quattro volte miglior formazione giovanile dalla FFF: nel 1989[75], 2011, 2013 e 2014[76]. Vanta inoltre diversi successi in ambito nazionale, quali la vittoria della Coppa Gambardella nel 1991 (con altre tre finali disputate), del Campionato francese U19 nel 2006, 2010, 2011 e 2016, del Campionato francese U17 nel 2011 e 2016, del Campionato francese U15 nel 2012 e del Campionato francese cadetto nel 1988. È nota a livello internazionale per il raggiungimento della finale della UEFA Youth League nel 2016, persa 2-1 contro il Chelsea[77]. La squadra giovanile parigina ha vinto anche due Alkass International Cup e un Tournoi de Montaigu.
Diffusione nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Secondo dei sondaggi da parte dell'Ipsos (2006) e poi del TNS Sofres (2007), il PSG è il terzo club francese per popolarità dopo Olympique Lione e Olympique Marsiglia[78][79]. Nel 2009 un altro sondaggio da parte dell'IFOP ha posizionato il club parigino come seconda squadra per popolarità dopo i marsigliesi, con l'11% delle preferenze[80].
Si trovano diversi riferimenti al Paris Saint-Germain in ambito cinematografico: tra le opere di maggior rilevanza, figurano pellicole come Febbre da rigore (in francese Trois zéros, 2002) di Fabien Onteniente, Mon meilleur ami (2006) di Patrice Leconte e Les Francis (2014) di Fabrice Begotti. Alla squadra della capitale sono dedicate diverse canzoni, come il singolo Les Bobos di Renaud e PSG del gruppo musicale Les Wriggles, e diversi spettacoli, tra cui quello del duo comico Élie et Dieudonné con lo sketch intitolato Les supporters (negli anni novanta)[81].
La squadra dispone di un sito internet ufficiale, psg.fr, e di una rivista mensile, «100% PSG». Il 3 agosto 2007 il PSG ha annunciato la formazione di una web TV, denominata PSG TV, che propone le partite più importanti dei parigini nel corso della loro storia[82].
Allenatori e presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Allenatori
[modifica | modifica wikitesto]Sono più di trenta gli allenatori che dal 1970 hanno avuto la conduzione tecnica del Paris Saint-Germain.[83] Il primo allenatore della storia dei parigini fu Pierre Phelipon, in panchina fino al 1972, anno in cui il PSG e il Paris FC si sono scissi in due società distinte. Invece il primo allenatore straniero fu Velibor Vasović, di nazionalità jugoslava, che si occupò della gestione del club per due stagioni. Nel giugno del 1973, la panchina parigina venne affidata a Just Fontaine, che conquistò l'accesso alla massima serie francese, dopo due anni vissuti nella terza e seconda divisione. Il primo trofeo alzato dai parigini è la Coupe de France del 1982 sotto la guida del tecnico francese Georges Peyroche, con il quale ripeté l'impresa la stagione successiva. Il primo campionato venne vinto nel 1985 per opera di Gérard Houllier. L'allenatore portoghese Artur Jorge, già vincitore della Champions League del 1987 con il Porto, si unisce al club parigino con cui vince un campionato e una coppa nazionale nelle 167 panchine disputate che lo rendono il quarto allenatore con maggiore numero di partite gestite nella storia della società nonché il primo tra allenatore stranieri. Infatti il podio è composto esclusivamente da allenatori francesi: Laurent Blanc (2013-2016) che nelle sue 173 partite gestite vinse 3 campionati, 3 supercoppe, 3 coppe di lega e 2 coppe di Francia; il già citato Georges Peyroche con 211 panchine e al primo posto Luis Fernández (1994-1996; 2000-2003) che nelle 244 panchine gestite ha alzato una Coppa delle Coppe, una coppa Intertoto, una coppa di Francia, una coppa di lega e una Supercoppa.
- 1970-1972 Pierre Phelipon
- 1972-1973 Robert Vicot
- 1973-1975 Just Fontaine e Robert Vicot
- 1975-1976 Just Fontaine e Robert Vicot (lug.-set.)
- Just Fontaine (set.-giu.)
- 1976-1977 Velibor Vasović (lug.-mag.)
- Ilija Pantelić e Pierre Alonzo (mag.-giu.)
- 1977-1978 Jean-Michel Larqué
- 1978-1979 Jean-Michel Larqué (lug.-ago.)
- Pierre Alonzo (ago.-nov.)
- Velibor Vasović (nov.-giu.)
- 1979-1980 Velibor Vasović (ago.-ott.)
- Pierre Alonzo e Camille Choquier (ott.-nov.)
- Georges Peyroche (nov.-giu.)
- 1980-1983 Georges Peyroche
- 1983-1984 Lucien Leduc (lug.-apr.)
- Georges Peyroche (apr.-giu.)
- 1984-1985 Georges Peyroche (lug.-apr.)
- Christian Coste (apr.-giu.)
- 1985-1987 Gérard Houllier
- 1987-1988 Gérard Houllier (lug.-ott.)
- Erick Mombaerts (ott.-giu.)
- 1988-1990 Tomislav Ivić
- 1990-1991 Henri Michel
- 1991-1994 Artur Jorge
- 1994-1996 Luis Fernández
- 1996-1998 Ricardo e Joël Bats
- 1998-1999 Alain Giresse (lug.-ott.)
- Artur Jorge (ott.-mar.)
- Philippe Bergerôo (mar.-giu.)
- 1999-2000 Philippe Bergerôo
- 2000-2001 Philippe Bergerôo (giu.-dic.)
- Luis Fernández (dic.-lug.)
- 2001-2003 Luis Fernández
- 2003-2004 Vahid Halilhodžić
- 2004-2005 Vahid Halilhodžić (lug.-feb.)
- Laurent Fournier (feb.-giu.)
- 2005-2006 Laurent Fournier (lug.-dic.)
- Guy Lacombe (dic.-giu.)
- 2006-2007 Guy Lacombe (lug.-gen.)
- Paul Le Guen (gen.-giu.)
- 2007-2009 Paul Le Guen
- 2009-2011 Antoine Kombouaré
- 2011-2012 Antoine Kombouaré (lug.-dic.)
- Carlo Ancelotti (gen.-giu.)
- 2012-2013 Carlo Ancelotti
- 2013-2016 Laurent Blanc
- 2016-2018 Unai Emery
- 2018-2020 Thomas Tuchel
- 2020-2021 Thomas Tuchel (lug.-dic.)
- Mauricio Pochettino (gen.-giu.)
- 2021-2022 Mauricio Pochettino
- 2022-2023 Christophe Galtier
- 2023- Luis Enrique
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornato il 3 giugno 2023.
N | Naz. | Nome | Dal | Al | G | V | P | S | GF | GS | DR | % |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | Pierre Phelipon | agosto 1970 | maggio 1972 | 74 | 30 | 22 | 22 | 112 | 97 | +15 | 40.54 | |
2 | Robert Vicot | agosto 1972 | agosto 1975 | 131 | 65 | 33 | 33 | 265 | 180 | +85 | 49.62 | |
3 | Just Fontaine | settembre 1975 | giugno 1976 | 41 | 15 | 12 | 14 | 66 | 58 | +8 | 36.59 | |
4 | Velibor Vasović | agosto 1976 | maggio 1977 | 73 | 31 | 14 | 28 | 128 | 120 | +8 | 42.47 | |
novembre 1978 | ottobre 1979 | |||||||||||
5 | Ilija Pantelić | maggio 1977 | giugno 1977 | 4 | 2 | 2 | 0 | 7 | 2 | +5 | 50.00 | |
6 | Jean-Michel Larqué | agosto 1977 | agosto 1978 | 48 | 17 | 11 | 20 | 88 | 81 | +7 | 35.42 | |
7 | Pierre Alonzo | agosto 1978 | novembre 1978 | 10 | 3 | 3 | 4 | 16 | 15 | +1 | 30.00 | |
Nessun allenatore | 4 novembre 1978 | 1 | 0 | 0 | 1 | 1 | 2 | −1 | 0.00 | |||
8 | Camille Choquier | ottobre 1979 | 3 | 2 | 0 | 1 | 5 | 3 | +2 | 66.67 | ||
9 | Georges Peyroche | novembre 1979 | giugno 1983 | 211 | 100 | 46 | 65 | 350 | 273 | +77 | 47.39 | |
aprile 1984 | marzo 1985 | |||||||||||
10 | Lucien Leduc | luglio 1983 | marzo 1984 | 38 | 17 | 12 | 9 | 56 | 39 | +17 | 44.74 | |
11 | Christian Coste | aprile 1985 | giugno 1985 | 16 | 6 | 3 | 7 | 21 | 25 | −4 | 37.50 | |
12 | Gérard Houllier | luglio 1985 | ottobre 1987 | 123 | 55 | 34 | 34 | 146 | 107 | +39 | 44.72 | |
febbraio 1988 | giugno 1988 | |||||||||||
13 | Erick Mombaerts | ottobre 1987 | dicembre 1987 | 8 | 1 | 3 | 4 | 6 | 12 | −6 | 12.50 | |
14 | Tomislav Ivić | luglio 1988 | maggio 1990 | 86 | 41 | 21 | 24 | 111 | 88 | +23 | 47.67 | |
15 | Henri Michel | luglio 1990 | maggio 1991 | 41 | 15 | 12 | 14 | 42 | 44 | −2 | 36.59 | |
16 | Artur Jorge | luglio 1991 | maggio 1994 | 167 | 84 | 53 | 30 | 236 | 118 | +118 | 50.30 | |
ottobre 1998 | marzo 1999 | |||||||||||
17 | Luis Fernández | luglio 1994 | maggio 1996 | 244 | 125 | 61 | 58 | 361 | 209 | +152 | 51.23 | |
dicembre 2000 | maggio 2003 | |||||||||||
18 | Ricardo | agosto 1996 | maggio 1998 | 106 | 54 | 24 | 28 | 164 | 106 | +58 | 50.94 | |
19 | Alain Giresse | luglio 1998 | ottobre 1998 | 11 | 4 | 2 | 5 | 10 | 11 | −1 | 36.36 | |
20 | Philippe Bergeroo | marzo 1999 | dicembre 2000 | 75 | 35 | 16 | 24 | 127 | 101 | +26 | 46.67 | |
21 | Vahid Halilhodžić | agosto 2003 | febbraio 2005 | 80 | 36 | 27 | 17 | 100 | 75 | +25 | 45.00 | |
22 | Laurent Fournier | febbraio 2005 | dicembre 2005 | 36 | 17 | 7 | 12 | 47 | 38 | +9 | 47.22 | |
23 | Guy Lacombe | gennaio 2006 | gennaio 2007 | 54 | 18 | 20 | 16 | 70 | 57 | +13 | 33.33 | |
24 | Paul Le Guen | gennaio 2007 | maggio 2009 | 132 | 62 | 30 | 40 | 167 | 127 | +40 | 46.97 | |
25 | Antoine Kombouaré | agosto 2009 | dicembre 2011 | 134 | 61 | 39 | 34 | 205 | 138 | +67 | 45.52 | |
26 | Carlo Ancelotti | gennaio 2012 | maggio 2013 | 77 | 49 | 19 | 9 | 153 | 64 | +89 | 63.64 | |
27 | Laurent Blanc | agosto 2013 | maggio 2016 | 173 | 126 | 31 | 16 | 391 | 126 | +265 | 72.83 | |
28 | Unai Emery | agosto 2016 | maggio 2018 | 114 | 87 | 15 | 12 | 312 | 92 | +220 | 76.32 | |
29 | Thomas Tuchel | agosto 2018 | dicembre 2020 | 127 | 95 | 13 | 19 | 337 | 103 | +234 | 74.80 | |
30 | Mauricio Pochettino | gennaio 2021 | luglio 2022 | 84 | 55 | 15 | 14 | 186 | 78 | +108 | 67.00 | |
31 | Christophe Galtier | luglio 2022 | giugno 2023 | 50 | 34 | 6 | 10 | 120 | 53 | +67 | 68.00 | |
32 | Luis Enrique | luglio 2023 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 00.00 |
Presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Il primo presidente dello Stade Saint-Germain fu Félix Boyer nel 1904. L'ultimo presidente dello Stade Saint-Germain, nonché primo presidente del Paris Saint-Germain (ottenuto come ricordiamo dalla fusione tra lo Stade e il Paris FC) fu Henri Patrelle. Nel periodo della fusione tra le due società, il ruolo di presidente venne affidato dall'Assemblea Generale a Pierre-Étienne Guyot, mentre a Patrelle è affidato il ruolo di vice-presidente. Nel periodo successivo alla scissione, avvenuta nel 1972, la presidenza tornò a Petrelle. All'inizio della stagione 1973-74 un nuovo riassetto societario portò alla guida della squadra lo stilista francese Daniel Hechter, che assunse per quella stagione la carica di amministratore delegato. Nei suoi cinque anni di presidenza, la squadra della capitale ritrovò la massima serie francese dopo due stagioni passati in terza e seconda divisione. Nel gennaio del 1978 il presidente dovette abdicare per un problema nello stadio riguardo alla biglietteria: come suo successore venne scelto il vice-presidente Francis Borelli[84]. È proprio la presidenza Borelli quella più longeva della storia della società parigina, infatti l'editore francese assunse tale carica per 13 stagioni, durante le quali la squadra vinse un campionato e due coppe nazionali. Nel 1991 il canale televisivo a pagamento Canal+ acquistò il Paris Saint-Germain e affidò la presidenza della società a diversi suoi delegati: Michel Denisot (31 maggio 1991 - 11 maggio 1998), Charles Biétry (11 maggio 1998 - 21 dicembre 1998), Lawrence Perpère (22 dicembre 1998 - 5 giugno 2003), Francis Graille (5 giugno 2003 - 2 maggio 2005) e Pierre Blayau (2 maggio 2005 - 20 giugno 2006). Durante questo periodo di tredici anni, il Paris Saint-Germain vinse un campionato, cinque coppe nazionali, due coppe di lega, due supercoppe, una Coppa delle Coppe e una coppa Intertoto. L'11 aprile 2006 Canal+ annunciò la vendita del club a un consorzio formato da Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley per 41 milioni di euro, dopo che il club contrasse numerosi debiti sotto la direzione di Canal+[85]. Il ruolo di presidente venne affidato ad Alain Cayzac, che ricoprì fino al 2005 la posizione di socio di minoranza con il 2% delle azioni societarie[86]. Le seguenti due stagioni furono complicate per il PSG, tra il caso PSG-Hapoel Tel Aviv e i risultati deludenti in campionato, e ciò portò alle dimissioni di Alain Cayzac, avvenute il 21 aprile 2008, con quattro partite ancora da giocare, mentre il PSG si ritrovava in zona retrocessione. La presidenza venne affidata provvisoriamente al direttore dell'Associazione PSG, Simon Tahar, il 23 aprile 2008 fino a quando non venne nominato Charles Villeneuve il 27 maggio 2008, pochi giorni dopo la salvezza acquisita nell'ultima giornata di campionato e la sconfitta nella finale della Coupe de France contro l'Olympique Lyonnais.
A seguito di stagioni negative sotto il consorzio formato da Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley, nel 2011 il 70% delle quote della squadra parigina vennero cedute per 50M di euro al Qatar Investment Authority, un fondo sovrano qatariota[87]. Il resto del pacchetto verrà acquistato dallo stesso fondo il 6 marzo 2012, che divenne così l'unico proprietario del PSG[88]. Alle prese con una squadra da qualche anno deficitaria sia a livello sportivo sia di bilancio,[89] tra i primi passi della nuova gestione ci fu, da una parte, il risanamento delle casse societarie[90] e l'istantanea popolarità della squadra a livello nazionale, europeo e internazionale,[91][92] mentre dall'altra si assisté a un profondo rinnovamento dell'organigramma con le nomine di Nasser Al-Khelaïfi, Jean-Claude Blanc e Leonardo, rispettivamente, a presidente, direttore generale e direttore sportivo[93].
- 1970-1971 Pierre-Étienne Guyot
- 1971 Guy Crescent
- 1971-1974 Henri Patrelle
- 1974-1978 Daniel Hechter
- 1978-1991 Francis Borelli
- 1991-1998 Michel Denisot
- 1998 Charles Biétry
- 1998-2003 Laurent Perpère
- 2003-2005 Francis Graille
- 2005-2006 Pierre Blayau
- 2006-2008 Alain Cayz