Finale della Coppa UEFA 1989-1990
Finale della Coppa UEFA 1989-1990 | |
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Il portiere juventino Stefano Tacconi, nell'occasione capitano, solleva la seconda Coppa UEFA della storia bianconera. | |
Dettagli evento | |
Competizione | Coppa UEFA |
Risultato | |
Juventus 3 | Fiorentina 1 |
Andata | |
Juventus 3 | Fiorentina 1 |
Data | 2 maggio 1990 |
Città | Torino |
Impianto di gioco | Stadio Comunale Vittorio Pozzo |
Spettatori | 47 519 |
Arbitro | Emilio Soriano Aladrén |
Ritorno | |
Fiorentina 0 | Juventus 0 |
Data | 16 maggio 1990 |
Città | Avellino |
Impianto di gioco | Stadio Partenio |
Spettatori | 30 999 |
Arbitro | Aron Schmidhuber |
La finale della 19ª edizione della Coppa UEFA fu disputata in gara di andata e ritorno tra Juventus e Fiorentina.
Il 2 maggio 1990 allo stadio Comunale Vittorio Pozzo di Torino la partita di andata, arbitrata dallo spagnolo Emilio Soriano Aladrén, finì 3-1 per i padroni di casa. La gara di ritorno si disputò due settimane dopo, in campo neutro, allo stadio Partenio di Avellino e fu arbitrata dal tedesco occidentale Aron Schmidhuber: il match terminò 0-0 e ad aggiudicarsi il trofeo fu la squadra piemontese.
Le squadre
[modifica | modifica wikitesto]Squadre | Partecipazioni precedenti (il grassetto indica la vittoria) |
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Juventus | 1 (1977) |
Fiorentina | Nessuna |
Il cammino verso la finale
[modifica | modifica wikitesto]La Juventus di Dino Zoff esordì contro i polacchi del Górnik Zabrze vincendo con un risultato aggregato di 5-2: un passaggio del turno velato di tristezza, poiché proprio andando a visionare oltrecortina i prossimi avversari, il 3 settembre 1989 era scomparso in un incidente automobilistico il tecnico in seconda e bandiera bianconera Gaetano Scirea.[1] Ai sedicesimi di finale i torinesi affrontarono i francesi del Paris Saint-Germain, superandoli con un risultato complessivo di 3-1. Nel turno successivo i tedeschi orientali del Karl-Marx-Stadt furono battuti sia all'andata sia al ritorno rispettivamente coi risultati di 2-1 e 1-0. Ai quarti i Bianconeri affrontarono i tedeschi occidentali dell'Amburgo, passando il turno grazie a un 2-0 esterno che rese ininfluente la successiva sconfitta casalinga 1-2. In semifinale fu la volta di un'altra squadra teutonica, il Colonia, che fu sconfitta grazie al 3-2 di Torino e al pareggio a reti inviolate nel retour match in Germania Ovest.
La Fiorentina, inizialmente affidata a Bruno Giorgi, debuttò contro gli spagnoli dell'Atlético Madrid, pareggiando sia all'andata sia al ritorno 1-1, e superando il turno solo ai tiri di rigore dove prevalse per 3-1. Nel secondo turno i toscani affrontarono i francesi del Sochaux, battendoli grazie alla regola dei gol fuori casa in virtù del pareggio in Francia per 1-1 e allo 0-0 di Perugia – campo casalingo dei Viola in Europa per questa stagione, a causa della ristrutturazione del Comunale di Firenze in vista del campionato del mondo 1990[2]. Agli ottavi i sovietici della Dinamo Kiev furono sconfitti all'andata 1-0, pertanto il pari a reti inviolate nel ritorno in Ucraina fu una formalità. Ai quarti di finale i Gigliati affrontarono ancora una squadra transalpina, l'Auxerre, battendola con un doppio 1-0. Con la Fiorentina nel frattempo passata in mano a Francesco Graziani,[3] in semifinale i tedeschi occidentali del Werder Brema (che avevano eliminato i detentori del Napoli) furono battuti ancora una volta con la regola dei gol in trasferta (1-1 e 0-0).
Le partite
[modifica | modifica wikitesto]Andata
[modifica | modifica wikitesto]Va in scena, per la prima volta nella storia delle coppe europee, una finale tutta italiana[4] tra la Juventus, grande favorita per via di un cammino continentale fatto di 8 vittorie, un pari e una sconfitta, e la Fiorentina, giunta tra alterne fortune in finale con soli 6 gol all'attivo oltreché in cerca di riscatto in Europa a fronte di un deludente campionato che, al contrario, l'ha vista impelagata nella lotta per non retrocedere.[5] La sfida è inoltre molto sentita dalla tifoseria toscana per via del loro storico livore verso i Bianconeri.[4][6]
La gara di andata a Torino vede un avvio al fulmicotone: i padroni di casa partono forte e già al 3' vanno in vantaggio con Galia, ma vengono subito riacciuffati al 10' dal gol dell'ex Buso. Tuttavia nella ripresa i Viola perdono d'intensità, pagando oltremodo la scarsa vena offensiva già palesata nel corso della manifestazione; i piemontesi ne approfittano cinicamente con Casiraghi e De Agostini,[7] rispettivamente al 59' (con vivaci recriminazioni degli ospiti, per un presunto fallo su Pin in avvio di azione[4][6]) e al 73', chiudendo la partita e ipotecando il trofeo in vista della gara di ritorno.[4]
Ritorno
[modifica | modifica wikitesto]Due settimane dopo, la Fiorentina è chiamata a ribaltare l'esito del doppio confronto nella sfida di ritorno: questa è in programma sul campo neutro di Avellino, a causa della squalifica comminata dall'UEFA per le intemperanze dei tifosi viola dapprima nella semifinale di Perugia col Werder Brema,[8] poi reiterate nella succitata sfida in Piemonte.[9]
L'ambiente toscano appare tuttavia destabilizzato sia per la scelta della sede di gara – una decisione della società fiorentina[10] (preferita a ipotesi quali Bari o Lecce per ragioni di distanza geografica) ma di fatto un autogol a livello ambientale, che relega la squadra a giocare in un "feudo" del tifo bianconero[9] –, sia per le sempre più insistenti voci di calciomercato che vogliono il loro numero dieci Roberto Baggio in procinto di accasarsi proprio ai torinesi[6] (come verrà ufficializzato il giorno dopo la finale[11]). Dall'altra parte, la Juventus è in cerca del secondo trofeo stagionale dopo la vittoria della Coppa Italia, per un double continentale decisamente inaspettato alla luce di quelle che erano le modeste ambizioni del club, in una fase di transizione, ai nastri di partenza dell'annata.
I Gigliati sono giocoforza deputati a fare la gara, ma Baggio non riesce a incidere più di tanto e ogni sortita offensiva dei toscani è contrastata dalle parate del portiere bianconero Tacconi. Neanche l'espulsione di Bruno al 58', per somma di ammonizioni, riesce a scalfire l'assetto dei torinesi, sicché la gara rimane bloccata sullo 0-0 fino al triplice fischio, quando la Juventus può festeggiare il suo secondo successo nella competizione (primato tra i club italiani), eguagliando l'allora record di titoli vinti stabilito in precedenza da Liverpool, Borussia M'gladbach, Tottenham, Real Madrid e IFK Göteborg.[7]
Con questa vittoria, inoltre, il tecnico Zoff diventa il primo a conquistare la Coppa UEFA dopo averla già vinta da calciatore – nell'edizione 1976-1977, sempre con la squadra piemontese –, un record in seguito eguagliato solo da Huub Stevens e Diego Simeone; mentre Tacconi e Brio entrano nella ristretta cerchia dei giocatori vincitori di tutte le maggiori competizioni confederali.[12]
Infine la Fiorentina diventa il secondo club, dopo l'Amburgo, ad aver perso almeno una finale in ciascuna delle tre storiche e principali competizioni UEFA stagionali; in precedenza, infatti, era stata sconfitta nelle finali di Coppa dei Campioni 1956-1957 contro il Real Madrid e di Coppa delle Coppe 1961-1962 contro l'Atlético Madrid.[13] Un primato negativo che sarà ulteriormente rimarcato, nell'ambito delle quattro principali competizioni confederali a eliminazione diretta, esistenti o soppresse, con la sconfitta nella finale della UEFA Europa Conference League 2022-2023 contro il West Ham Utd.[14]
Tabellini
[modifica | modifica wikitesto]Andata
[modifica | modifica wikitesto]Torino 2 maggio 1990, ore 20:30 | Juventus | 3 – 1 referto | Fiorentina | Stadio Comunale Vittorio Pozzo (47 519 spett.)
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Ritorno
[modifica | modifica wikitesto]Avellino 16 maggio 1990, ore 20:25 | Fiorentina | 0 – 0 referto | Juventus | Stadio Partenio (30 999 spett.)
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Da Meroni a Scirea, quando la strada è un pericolo mortale, in Corriere della Sera, 4 agosto 1993, p. 25 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
- ^ Stadio "pericoloso", Fiorentina in esilio, in la Repubblica, 31 gennaio 1990.
- ^ Emanuela Audisio, La Fiorentina caccia Giorgi, in la Repubblica, 29 marzo 1990.
- ^ a b c d Giuseppe Bagnati, Quell'antica ruggine tra Juve e Fiorentina, su gazzetta.it, 22 gennaio 2009.
- ^ L'Ascoli è quasi in B, chi lo accompagna?, in la Repubblica, 14 marzo 1990.
- ^ a b c Juventus e Fiorentina, un po' di storie, su ilpost.it, 20 marzo 2014.
- ^ a b Juve troppo forte per la Fiorentina, su it.uefa.com, 30 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2013).
- ^ Alessandro Rialti, Campo squalificato, in La Stampa, 27 aprile 1990, p. 19.
- ^ a b Alessandro Rialti, Dopo la rissa la Fiorentina rimane sola, in La Stampa, 5 maggio 1990, p. 17.
- ^ Ad Avellino finale UEFA con la Juve, in la Repubblica, 8 maggio 1990.
- ^ Fulvio Bianchi, 25 miliardi, Baggio è d'oro, in la Repubblica, 18 maggio 1990.
- ^ Paul Saffer, Cinquina Reyes: i più vincenti delle competizioni UEFA, su it.uefa.com, 17 maggio 2016.
- ^ Si rinnova la sfida Juventus-Fiorentina, su it.uefa.com, 4 marzo 2014.
- ^ Fiorentina e West Ham in finale di Europa Conference League 2023: la guida, su it.uefa.com, 19 maggio 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sulla finale della Coppa UEFA 1989-1990
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Juventus 3-1 Fiorentina | Finale Coppa UEFA 1990 | La Prima Finale di Coppa UEFA tutta Italiana!, su YouTube, Juventus Football Club, 31 maggio 2020.