Subdialetto bivonese

Subdialetto bivonese
vivunisi
Parlato inItalia (bandiera) Italia
RegioniSicilia (bandiera) Sicilia
Locutori
Totale4.000 circa
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto latino (siciliano)
TipoSOV
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Siciliano
    Dialetti siciliani occidentali
     Dialetti agrigentini centrali
      Subdialetto bivonese
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tutti li cristiani násciunu lìbbiri e li stessi nta la dignitani e nta li ḍritti. Iddi sunnu addutati di raćiuni e di cuśenzia e hannu a travaljari nzèmmula cu lu spìritu di la fratirnitani.

Il territorio di Bivona nella provincia di Agrigento

Il subdialetto bivonese (nome nativo vivunisi ascolta) è un dialetto appartenente al gruppo dei dialetti occidentali della lingua siciliana parlato nel territorio di Bivona, comune italiano della provincia di Agrigento in Sicilia.

Il subdialetto bivonese, facendo parte della famiglia linguistica del siciliano, non ha riconoscimento giuridico (legge nº 482 del 15 dicembre 1999)[1] né è regolato da un organismo da controllo; è stato studiato per la prima volta dal bivonese Paolo Trizzino nel 1920 che discusse una tesi di laurea compiuta sotto la guida di Giacomo De Gregorio.

Nel Vocabolario Siciliano di Giorgio Piccitto è indicato con la sigla AG12, afferente al gruppo dei dialetti agrigentini centrali.

Distribuzione geografica

[modifica | modifica wikitesto]
Distribuzione del gruppo siciliano: il subdialetto bivonese appartiene al gruppo IIIa

Il subdialetto bivonese è parlato nel centro abitato di Bivona, nell'entroterra siciliano della provincia di Agrigento, nella località abitata di Santa Filomena, nel comprensorio agricolo del territorio comunale e nelle contrade di comuni confinanti storicamente legate a Bivona.

La parlata bivonese, inoltre, è parlata all'interno delle comunità di emigrati di Bivona sparse nel mondo, soprattutto in Germania, Sud America e Stati Uniti (ove si parla anche il Siculish), tra cui la folta comunità di Ybor City, quartiere storico di Tampa (Florida)[2].

Lingua ufficiale

[modifica | modifica wikitesto]

Il subdialetto bivonese, essendo variante dialettale della lingua siciliana, non ha alcun riconoscimento giuridico: la legge n. 482/1999, infatti, non include il siciliano tra le lingue riconosciute dallo Stato italiano.

Lo statuto comunale di Bivona, pur non citando mai esplicitamente il dialetto locale, afferma che l'ente «promuove la diffusione della cultura nelle sue varie espressioni e forme con particolare riguardo alla storia locale, alle tradizioni e ai costumi del luogo, tutela e salvaguarda il patrimonio artistico, architettonico e culturale del Comune»[3].

Un'associazione locale, La Voce dei Bivonesi, dichiara nel proprio statuto di «promuovere e tutelare i tratti tipici della comunità Bivonese, in particolare l'espressione dialettale»[4].

Classificazione

[modifica | modifica wikitesto]

Il subdialetto bivonese appartiene al gruppo dei dialetti occidentali della lingua siciliana. Secondo la classificazione di Giorgio Piccitto, il dialetto di Bivona (AG12) appartiene ai dialetti agrigentini centrali, sottogruppo del siciliano occidentale[5].

Giacomo De Gregorio elencò i punti principali per i quali la parlata bivonese si distacca dal siciliano occidentale e si avvicina all'ennese, in base alla classificazione dei dialetti siciliani di Heinrich Schneegans[6]:

  • la conservazione del nesso -LJ- (ad esempio olju, 'olio');
  • il riflesso della continua gutturale sorda del nesso -FL-, come la lettera χ del greco antico (χumi, 'fiume');
  • la prostesi della gutturale sonora davanti a una vocale (gatu, 'alto');
  • la prima persona singolare del pronome personale ridotta a ji anziché iu come nel siciliano standard (italiano 'io');
  • il troncamento della terza persona singolare del passato remoto (currì, 'corse').

Ciononostante, il bivonese si distacca dal gruppo ennese (o interno) nella dittongazione di ĕ, ō tonici e nella riduzione dei gruppi pl, cl.

Le caratteristiche proprie della lingua popolare bivonese, invece, sono le seguenti[7]:

  • il riflesso di -ld- in žd (caždu, 'caldo');
  • l'elisione di l- davanti a una dentale (satu, 'salto');
  • la posposizione e l'enclisi del pronome personale di terza persona singolare alla seconda persona singolare dei verbi, in tutti i tempi e modi tranne che nel presente indicativo (tu durmivitu, 'tu dormivi');
  • il condizionale del verbo essere: furra, oggi poco usato;
  • l'esistenza di una voce fossilizzata, χanèa, attestata solo a Bivona.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Bivona.
Analisi etimologica di 5.000 termini tratte dal Dizionario etimologico siciliano di Salvatore Giarrizzo:[8]
lingua latina 2.792 (55,84%)
lingua greca 733 (14,66%)
lingua spagnola 664 (13,28%)
lingua araba 303 (6,06%)
lingua francese 318 (6,36%)
lingua provenzale 83 (1,66%)
lingua catalana 107 (2,14%)

Sebbene la più antica testimonianza del centro abitato di Bivona risalga al periodo normanno, il frate domenicano Tommaso Fazello dichiarò che la cittadina fu in origine un pagus Saracenorum, come testimoniato da alcuni presunti diplomi del XII secolo mai rinvenuti, affermandone pertanto l'esistenza durante la dominazione islamica della Sicilia.

A tal proposito, l'eredità araba nel dialetto bivonese è presente sia nella fonetica che nel lessico: nella fonetica, dal momento che la fricativa velare sorda h si è estesa in tante voci dialettali di origine non araba; nel lessico, dal momento che la maggior parte dei toponimi locali derivano dall'arabo (per esempio Magazzolo, nome del fiume che scorre nel territorio bivonese, deriva da magzil, "acque vorticose"). Particolare menzione merita la parola xanèa (talvolta scritta anche hanèa, khanèa, hanìa o hanèia), che indica un tipo di arco utilizzato nell'architettura araba e che è una voce attualmente attestata solo a Bivona.

Lo stesso argomento in dettaglio: Vocalismo siciliano.

Gli articoli determinativi lu, la, li non subiscono mai l'aferesi della l come accade, solitamente, nei dialetti del palermitano e ad Agrigento quando preceduti da una preposizione: lu libbru, di lu libbru (il libro, del libro)[9][10].

Prima declinazione

[modifica | modifica wikitesto]

Appartengono alla prima declinazione i sostantivi maschili e femminili terminanti in -a: arma, catina, fava, pueta, forfića, rinnina.

Contiene sostantivi della prima declinazione latina e gran parte della terza[11]. La prima declinazione bivonese forma il plurale in -i: armi, catini, favi, pueti, forfići, rinnini.

Seconda declinazione

[modifica | modifica wikitesto]

Appartengono alla seconda declinazione i sostantivi maschili in -u: amicu, cornu, sêzu, lupu.

Contiene sostantivi della seconda declinazione latina e della quarta[11]. La seconda declinazione bivonese forma il plurale in -i e in -a: amici, corna, sensi, lupi.

Terza declinazione

[modifica | modifica wikitesto]

Appartengono alla terza declinazione i sostantivi maschili in -i: duluri, pani, fidi, speci.

Contiene sostantivi della quinta declinazione latina e molti della terza[11]. La terza declinazione bivonese forma il plurale in -i e in -a: dulura, pani, fidi.

Vi sono aggettivi di uno o due generi: -u per il maschile (bonu, beddu, finu); -a per il femminile (bona, bedda, fina); -i per il maschile e il femminile (nobbili, granni, facili). È molto diffusa in Bivona la locuzione na pocu di per indicare "una quantità di": na pocu di pira, na pocu di liña, na pocu di libbira[12].

Il comparativo si forma anteponendo semplicemente kkiuni (piuttosto che il siciliano regolare cchiù; italiano "più") e menu (italiano "meno") all'aggettivo di grado positivo. Miljuri, piǵǵuri, minuri del siciliano standard sono rarissimi a Bivona e sono sostituiti dall'uso di melju, peju, menu, kkiù melju, kkiù peju, kkiù mmenu[12].

Da un punto di vista morfologico, a Bivona manca del tutto il superlativo assoluto. Per esprimerlo si adopera talvolta l'aggettivo granni in aggiunta al positivo (ad esempio riccu granni per dire "ricchissimo") o la ripetizione del positivo stesso: ranni ranni, forti forti, nicu nicu[13].

Per esprimere il superlativo "lunghissimo" si ricorre spesso alla perifrasi lõgu quãtu lu misi di maju ("lungo quanto il mese di maggio")[14][15].

  • Pronome personale di prima persona:
  singolare plurale
Nominativo jiu, j nu
Genitivo di mia di nu
Dativo a mmia, mi a nu, a nuatri
Accusativo a mmia, mi a nuâtri, nni
  • Pronome personale di seconda persona:
  singolare plurale
Nominativo tu vu, vuatri
Genitivo di tia di vu, di vuatri, di vâtri
Dativo a ttia, ti abbu, abbuatri, abuâtri, vi
Accusativo a ttia, ti abbu, abbuatri, abbâtri, vi
  • Pronome personale di terza persona:
  singolare plurale
Nominativo iddu/a iddi
Genitivo d'iddu/a d'iddi
Dativo a iddu/a, cci a iddi, cci
Accusativo lu, la a iddi, li
  singolare plurale
miu, me, mia nostru
to vostru
so -
mii menostri
to vostri
so -
  • chi
  • lu quali
  • cu
  • ca
  • zzoccu, dal latino hoc quod (italiano: 'ciò che')

In siciliano, le quattro coniugazioni della lingua latina (are, ēre, ěre, ire) vengono ridotte a due: -ari e -iri[16].

Presente indicativo

[modifica | modifica wikitesto]

Essiri (essere)
jiu suñu
tu si
iddu èsti/eni
nuatri semmu
vuatri siti
iddi sunnu

Amari (amare)
jiu amu
tu ami
iddu ama
nuatri amammu
vuatri amati
iddi amanu

Viviri (vivere)
jiu vivu
tu vivi
iddu vivi
nuatri vivemmu
vuatri viviti
iddi vivinu

Presente congiuntivo

[modifica | modifica wikitesto]

Il presente congiuntivo, scomparso nel siciliano, è stato sostituito dall'imperfetto. Relitti del congiuntivo presente a Bivona possono essere considerati[17]:

  • nzamai ('non sia mai', in cui il latino siat sta per sit), alterato dal popolo in mezanìa;
  • pozza ('possa', dal latino poteat)
  • veña ('venga', dal latino veniat).

Imperfetto indicativo

[modifica | modifica wikitesto]

Amari (amare)
jiu amava
tu amavi/amavatu
iddu amava
nuatri amavamu
vuatri amavavu
iddi amavanu

Viviri (bere)
jiu vivia/viviva
tu vivivi/viviatu/vivivatu
iddu vivia/viviva
nuatri viviamu/vivivamo
vuatri viviavu/vivivavu
iddi vivianu/vivivanu

Imperfetto congiuntivo

[modifica | modifica wikitesto]

Amari (amare)
jiu amassi
tu amassi/amassitu
iddu amassi
nuatri amassimu
vuatri amassivu
iddi amassiru

Temiri (temere)
jiu timissi
tu timissi/timissitu
iddu timissi
nuatri timissimu
vuatri timissivu
iddi timissiru

Come più in generale nel dialetto agrigentino, anche a Bivona manca il futuro morfologico sintetico. Il tempo futuro, pertanto, si esprime:

  • col presente indicativo, accompagnato da avverbio di tempo (dumani ci veñu, 'domani verrò', dumani ti lu duñu, 'domani te lo darò');
  • con aju a più l'infinito (aju a ffari, 'farò', aju a ddiri, 'dirò'[18]; cfr. francese j'ai), che, tuttavia, può talvolta indicare l'italiano 'ho da dire', 'debbo dire', 'ho da fare', 'debbo fare'[19].

Non si incontra mai nel bivonese la forma volju e infinito in funzione di futuro riscontrata raramente a Girgenti da Pirandello, probabilmente unica in Sicilia.

Purtari (portare)
jiu purtiria
tu purtirissi/purtiriatu
iddu purtiria
nuatri purtiramu
vuatri purtiriavu
iddi purtirianu

Sentiri (sentire)
jiu sintiria
tu sintirissi/sintiriatu
iddu sintiria
nuatri sintiriamu
vuatri sintiriavu
iddi sintirianu

Purtari (portare)
jiu purtavu
tu purtasti
iddu purtà
nuatri purtammu
vuatri purtastivu
iddi purtaru

Sentiri (sentire)
jiu sintivu
tu sintisti
iddu sintì
nuatri sintemmu
vuatri sintistivu
iddi sinteru

Lo stesso argomento in dettaglio: Xanèa.

Si dà qui un elenco con traduzione delle parole più frequenti o caratteristiche del dialetto bivonese, riportate da Paolo Trizzino e Giorgio Piccitto nelle loro opere:

Vocaboli frequenti o caratteristici del subdialetto bivonese (traduzione italiana)
abbacu quiete
abbêtu tregua
accãzu guadagno
accurzu scorciatoia
appañu paura
cafuddari pigiare
costitu importo
cummattitu briga
hahariàrisi ascolta confondersi, perdere la concentrazione, ad esempio nel gioco
hàia siepe
hama fango; fanghiglia che si forma con la pioggia
hamïari accendere il forno
hanèia ascolta arco che mette in comunicazione due abitazioni, sovrastato anch'esso da vani abitati, sotto il quale, in genere, passa una strada
harara calore, aria calda e soffocante
harata ondata di calore che si sprigiona dal forno o da un fuoco acceso
hàrbia sete ardente, arsura
hàrcia erba infestante non bene determinata
hiàguru ascolta odore; sentore
hiatuni affanno, fiato grosso
hirbi luogo scosceso, dirupo; gerbe, sterpaglia
hiuhiàri ascolta soffiare, spingere fuori il fiato
hiunnari picchiare
hiunnata colpo di fionda; l'affluire impetuoso di una corrente d'acqua; (fig.) gran concorso di popolo
hiuschiddu scherz. ragazzo mingherlino
jttuni germoglio
lassitu lascito
muzzicuni morso
ñuttica ascolta ripiegatura
ncañarisi ascolta ingrugnarsi
peccu pecca
pikkiu frignare dei bambini
piljari beccare
piniu affanno lungo
pircaćću provento incerto
preu/pregu allegrezza
scaććanu riso smoderato
scaćću semi di frutta secche, mandorle, noci
scanna strage
scãtu spavento
scõzu danno
sfrattitu sfratto
siḍḍiu ascolta svogliatezza
spîcúni spinta
spinnu voglia avversa
stracquari lanciare, sparpagliare
trippu ascolta tripudio
truppicari incespicare
truzzuni ascolta urtone
vattiu ascolta battesimo
vippita bibita

Sistema di scrittura

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto siciliano.

Oltre ai normali caratteri latini dell'alfabeto siciliano, la trascrizione del bivonese necessita di alcuni segni particolari, come la χ dell'alfabeto greco per indicare l'aspirata gutturale derivata dal nesso consonantico fl del latino[20].

Canto tradizionale bivonese del populu me, intriso di termini dialettali

Canti popolari bivonesi

[modifica | modifica wikitesto]

«La rrosa chi mi dasti ancora l'aju,
la volju bbeni kkiù di l'arma mia
e mmi la portu a li bbanni unni vaju,
la vaju χiagurannu e pens'a ttia.»

  1. ^ CIP - Legge 15 dicembre 1999, n° 482 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", su web.uniud.it. URL consultato il 18 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2009).
  2. ^ Lastra, 2006, 64.
  3. ^ Statuto del Comune di Bivona, titolo I, capo I, art. 14 (PDF), su comune.bivona.ag.it. URL consultato il 16 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). (PDF)
  4. ^ Statuto dell'associazione La Voce dei Bivonesi, su lavocedeibivonesi.altervista.org. URL consultato il 16 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2013).
  5. ^ Ruffino, 2002, 39.
  6. ^ De Gregorio, 1929, 177.
  7. ^ De Gregorio, 1929, 177-179.
  8. ^ Privitera, 2004, 47.
  9. ^ Trizzino, 1996, 80.
  10. ^ Nel palermitano: u libbru, d'u libbru; ad Agrigento: lu libbru, d'u libbru.
  11. ^ a b c Trizzino, 1996, 74.
  12. ^ a b Trizzino, 1996, 76.
  13. ^ Trizzino, 1996, 76-77.
  14. ^ Trizzino, 1996, 77.
  15. ^ Nel palermitano esiste una simile formula che dice lõgu quãtu la canna di stenniri.
  16. ^ Trizzino, 1996, 60-61.
  17. ^ Trizzino, 1996, 63.
  18. ^ Talvolta contratti in e ffari, e ddiri.
  19. ^ Trizzino, 1996, 66.
  20. ^ Trizzino, 1996, 39.
  • Giacomo De Gregorio, Particolarità del subdialetto di Bivona (Sicilia), in Revue de linguistique romane, V, n. 1929, pp. 176-179.
  • Frank Trebín Lastra, Ybor City, The Making of A Landmark Town, Tampa, Florida, University of Tampa Press, 2006, ISBN 978-1597320030.
  • Giovanni Ruffino, Profili linguistici delle regioni. Sicilia, Roma-Bari, Editori Laterza, 2002, ISBN 88-421-0582-1.
  • Paolo Trizzino, La parlata di Bivona nella dialettologia siciliana, Roma, Ciuffa Editore, 1996.ISBN non esistente

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]